Carabinieri uccidono, Rovereto risponde…

In risposta alla morte in carcere di un uomo di
48 anni
(vedi il volantino allegato), oggi una trentina di compagni – a
cui via via si sono uniti solidali e amici – ha bloccato per due ore
diverse vie della città
, mentre venivano fatti interventi al megafono,
distribuiti volantini e affissi manifesti. Sullo striscione c’era
scritto "Stefano è stato ucciso. Carabinieri e carcere assassini". Dopo
le strade, per circa venti minuti sono stati bloccati due treni in
stazione e poi di nuovo un corteo
spontaneo ha chiuso corso Rosmini (il
viale principale di Rovereto) con materiale vario recuperato nei
cantieri a fianco
. Non poteva mancare un saluto solidale ai detenuti. I
carabinieri non si sono fatti neanche vedere (un’auto dei militi è
rimasta bloccata dai manifestanti e se ne è andata in tutta fretta…).
La polizia, benché avesse indossato minacciosamente i caschi e
impugnato i manganelli, si è tenuta sempre a distanza. Oggi non era
aria. Solidale la reazione di molti passanti e automobilisti e anche
dei passeggeri dei treni. Questa morte non passerà nel silenzio.
In allegato il volantino distribuito.

anarchiche e anarchici (Rovereto)

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2 risposte a Carabinieri uccidono, Rovereto risponde…

  1. informa-azione scrive:

    Rovereto – “Non si può morire così”, corteo

    Ieri, venerdì 7 agosto, si è svolto, a partire dalle 18,00, un corteo a Rovereto per non far cadere nel silenzio e nell’indifferenza la morte in carcere di Stefano “Cabana” Frapporti. L’iniziativa era stata decisa lunedì scorso durante un’assemblea pubblica molto partecipata, a cui erano presenti i familiari, gli amici e tanti solidali. Si è scelta la data del 7 agosto perché quel giorno Stefano avrebbe compiuto 49 anni.

    Il corteo di ieri – che ha coinvolto più di trecento persone – è stato aperto dallo striscione “Non si può morire così”. L’atmosfera era molto intensa, per via dei tanti e commossi interventi e del silenzio teso. A partire dai familiari e poi da altri che hanno preso la parola il messaggio è stato chiaro: “Stefano è stato ucciso”. La rabbia emergeva mano a mano che si mettevano in luce le falsità contenute nel verbale dei carabinieri, si raccontavano altri episodi di violenza poliziesca e poi quando una signora, che ha perso il figlio per un incidente sul lavoro, ha definito la situazione attuale in questi termini: “clima di terrore”.

    “Una parte della città lo sente, lo pensa, lo sussurra. Diciamolo forte, insieme. Accettare che tutto ciò sia solo la ‘dura normalità’ ci rende tutti meno liberi e meno umani”, c’era scritto sul volantino che invitava al corteo. E una parte della città lo ha detto, e forte. Quello che è accaduto a Stefano poteva accadere a chiunque. E non deve accadere mai più.

    In piazza sono stati fatti anche i nomi dei due carabinieri che hanno firmato il verbale ed eseguito l’arresto di Stefano: il maresciallo Franceso Lanzalotto e il brigadiere Tonino Incandela.

    Il nostro striscione – lo stesso del corteo spontaneo e dei blocchi del 28 luglio – diceva: “Stefano è stato ucciso. Carabinieri e carcere assassini”.

    Le iniziative continueranno. Ogni lunedì c’è un’assemblea per parlarne (ore 20,00, giardini Perlasca).

    compagni di Rovereto

  2. copiaincolla da macerie scrive:

    Selvaggi o addomesticati?

    14 luglio. Due mini-scioperi alla Fiat di Mirafiori. Per l’azienda, ha aderito solo il 39% dei lavoratori, ma poco importa. Perché sia al mattino che al pomeriggio tutte le linee si sono fermate per due ore, e migliaia di lavoratori sono usciti in corteo, bloccando il traffico. Al mattino han raggiunto corso Orbassano, e han provato ad entrare nel Motor Village, lo show-room dove la Fiat espone i suoi ultimi modelli. Digos e guardioni han provato a fermarli, senza risultati. Ci sono riusciti invece alcuni sindacalisti armati di megafono e buoni consigli. Invitando gli operai a non dimostrarsi “selvaggi”, han riportato la calma e ricondotto tutti in fabbrica. Al pomeriggio il corteo ha preso a sorpresa un’altra strada, andando verso gli uffici dei dirigenti in Piazza Caio Mario. Lì gli operai si son divisi in due grupponi e han bloccato contemporaneamente corso Agnelli e corso Unione Sovietica. Traffico in tilt e blocco delle linee dei tram 4 e 10. Anche questa volta ci hanno pensato i soliti sindacalisti ad addomesticare la folla, riportando tutti al lavoro. Proprio quando in tanti ci stavano prendendo gusto…

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