Rosarno-L’intolleranza incontra Resistenza

A Rosarno, Reggio Calabria, il razzismo, la prevaricazione e l’odio di quegli italioidi più frustrati ha superato ogni limite.

Ieri due immigrati, lavoratori agricoli sfruttati nei campi calabresi, sono stati feriti da pallottole sparate da un auto in corsa. E’ stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Gli immigrati si sono riversati per le strade e sono scoppiati gli scontri: la polizia li insegue, questi scappano o si difendono, bruciano cassonetti, alzano barricate, la gente grida agli sbirri "ammazzateli" e qualcuno spara in aria: la vera faccia di questo liberismo fatto di panettoni e sicurezza.

Quando ci sarebbe da parlare delle condizioni infami in cui migliaia di immigrati vivono, senza igiene, senza riscaldamento, senza una casa, dovendo ogni giorno raccogliere gli ortaggi e la frutta che arricchiscono gli sfruttatori bianchi e dovendo ogni giorno subire le angherie di fascisti, padroni mafiosi e cittadini reazionari, Maroni, perfetto tramite di quella compagine di fascisti che ci sta governando, ha detto che la colpa di questi avvenimenti è la "troppa tolleranza", ovvero: avremmo dovuti schiacciarli di più. Grazie al ministero dell’interno e ai media servi questo episodio di resistenza disperata sarà un altro pretesto per aumentare rimpatri, pestaggi, false accuse, sfruttamento e angherie verso i migranti, sia da parte del governo, sia da parte di molti rondisti, bottegai, veri e propri fasci, padroni ecc. che si fa ormai fatica a distinguere dalle squadracce di mussolini.

intanto continuano violenze vigliacche da parte degli italiani ai danni degli immigrati…

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4 risposte a Rosarno-L’intolleranza incontra Resistenza

  1. massi scrive:

    prima di potersi permettere un presidio di solidarietà dovremmo tentare di abbattere quella coltre di fumo che si frappone tra il padrone ed il proletario e che spinge quest’ultimo ad innescare guerre tra poveri ogni qualvolta si presentino fatti di questa portata.

    Le classi subalterne, (complice uno stillicidio massmediatico teso ad impedirglielo) non hanno sviluppato ancora quella presa di coscienza che dovrebbe consentirgli di solidarizzare con situazioni che si possono ricondurre ad un nemico comune, lo stato ed il capitale.

    Le classi lavoratrici e subalterne in generale sono inamovibili nelle loro istanze settaristiche remando, di fatto, nella direzione opposta rispetto a quell’elemento che in un momento storico come questo dovrebbe essere punto fermo e fondamenale dei subalterni: la complicità reciproca e la solidarietà sociale.

    Senza un lavoro in questa direzione potremmo rischiare di trovarci isolati nell’esprimere una sacrosanta solidarietà, per cui, un’uscita pubblica a chi gioverebbe? a loro? a noi? ad entrambi? o a nessun dei due soggetti??
    ..questa è la mia posizione rispetto ad un uscita pubblica.. ripeto: la solidarietà è sacrosanta…

  2. lunga vita al re scrive:

    Gli scontati frutti del neoliberismo e del neocolonialismo asservito alle economie occidentali stanno maturando…

    Solidarietà incondizionata agli immigrati!

  3. guerra alla mafia e ai padroni scrive:

    dopo napoli, roma ecc…a quando un presidio di solidarietà a firenze?

  4. Un particolare rivelatore è dato dal bilancio degli scontri: i feriti sarebbero tutti gendarmi ed immigrati. Due di questi ultimi sarebbero particolarmente malmessi.

    I rosarnesi, stando alle gazzette, avrebbero investito con le automobili almeno cinque persone. Il che conferisce al comportamento un certo che di abitudinario e di condiviso.

    In ultimo, pensiamo cosa sarbbe successo se la situazione fosse esplosa quando governava Mortadella: gli starnazzi della feccia “occidentalista” avrebbero saturato il mainstream per almeno un mese. Ma il Mortadella era colpevole di tutto, dalle eruzioni in Nicaragua alle fosse di Katyn; l’esecutivo in carica invece non è mai colpevole di niente, nonostante i firmatari ed i promotori della legge Bossi-Fini ricoprano a tutt’oggi cariche politiche ed istituzionali e la Regione Calabria sia controllata da anni dal piddì con la elle.

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