"La discriminazione per l’altrui diversità è cosa diversa dalla
discriminazione per l’altrui criminosità. In definitiva un soggetto può
anche essere legittimamente discriminato per il suo comportamento ma
non per la sua qualità di essere diverso". Questa è la sentenza della Cassazione, che ritiene quindi legittimo affermare che "gli zingari devono essere mandati via perché dove arrivano ci sono furti" (e sgomberare un compo Rom, dopo che dal suo stanziamento sono aumentati i furti, sarebbe come radere al suolo un
quartiere di una città ogni qual volta un italiano fa lo stesso) assolvendo non solo il lighista sindaco di Verona Tosi dall’accusa di "discriminazione razziale", ma di fatto aggiungendo un altro importante mattone nella costruzione del razzismo legalizzato e di stato.
Se i Rom non possono essere discriminati, sgomberati, espulsi o reclusi in quanto Rom, allora che si dica che sono tutti ladri! A quel punto, che chi li discrimina, li sgombera, gli espelle o reclude non si chiami più razzisti ma paladino della (in)giustizia dello stato!
Da notare soprattutto come venga istituzionalizzato il falso sillogismo "se un Rom ruba, uccide, stupra, i Rom sono ladri, assassini, stupratori", e un popolo di ladri, assassini e stupratori non può non essere perseguitato.
Lo stesso speudo-ragionamento, è già riuscito a giustificare la barbara opera di schedamento, anche attraverso le impronte digitali, dei Rom (inclusi bambini e bambine).
qui l’articolo di Repubblica