Il 28 gennaio la FIOM, branca metalmeccanica della CGIL, ha indetto uno sciopero di 8 ore. Sono mesi ormai che gli operai della fabbriche FIAT di Mirafiori e Pomigliano si stanno muovendo contro l’accordo-diktat di Marchionne, perfetto esempio di padrone “moderno”, quinto manager italiano, che li ha messi di fronte a un subdolo ricatto democratico: poter votare per decidere se sottostare a condizioni di lavoro inumane accettando il nuovo contratto, o perdere il posto a causa della delocalizzazione all’estero delle fabbriche.
Non c’è da stupirsi: dopo l’eliminazione dei diritti dei lavoratori (spesso giovani e ancora studenti) con il precariato, il lavoro a nero e altri contratti atipici, i vari Marchionne vanno a colpire gli operai avendo dalla propria l’arma della globalizzazione, che gli permette di ricattare i lavoratori per ottenere vantaggi economici a favore dei soliti potenti, dei soliti padroni, delle solite banche.
Nel mentre i COBAS, sindacato di base, proclamano uno sciopero generale raccogliendo le richieste che, durante l’autunno, sono state mosse dagli studenti in lotta in tutta Italia. Non a caso il diktat Marchionne porta avanti lo stesso tipo di “politica del profitto” che ci ha portato a dover manifestare per 3 anni contro la riforma Gelmini e i tagli al diritto allo studio, a imperversare nelle piazze e far esplodere la rabbia a Roma il 14 Dicembre.
La parola d’ordine del 28 deve essere “ribellarsi”, lo sciopero deve essere di tutti.
E’ solo se in questa data riusciremo a rendere lo sciopero davvero generale e generalizzato, a estenderlo a tutte quelle categorie, come studenti, lavoratori e immigrati, che subiscono sotto forme diverse questa politica di sfruttamento, che potremo incidere realmente sulla città e i suoi mezzi di produzione. Mentre gli operai scioperano nelle fabbriche tutti i posti di lavoro e tutte le scuole devono essere disertate: la lotta deve scendere per le strade, bloccare i profitti, bloccare tutto.
E’ solo dimostrando ovunque che le rivendicazioni che hanno spinto in piazza per mesi persone con situazioni ed età diverse, in realtà, sono le stesse, e che la determinazione non è diminuita ma può solo aumentare se siamo assieme… che possiamo fare paura.
Il 28 gennaio siamo tutti protagonisti… le danze sono aperte.
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Un blog di discussione sulla necessità di fare dello sciopero un comportamento senza limiti spaziali e temporali, un momento di rifiuto reale delle soggettivizzazioni imposte, una pratica collettiva di liberazione dal dominio capitalista. Uno strumento narrativo per chi agisce in questo senso.