Nel pomeriggio di ieri a Firenze si è svolto un presidio solidale per Alexis
e per gli insorti greci.
La manifestazione è nata da un presidio di protesta chiamato piuttosto
alla svelta dal Collettivo Politico di scienze politiche. Intorno alle
5 e mezza varie individualità (studenti, anarchici, comunisti e cani
sciolti) si sono radunate di fronte al consolato greco di via Cavour.
Subito è nato un rabbioso blocco del traffico, che nel giro di un
quarto d’ora è partito in corteo, bloccando tutta la strada, quindi
l’incrocio di Piazza Duomo, via De’Cerretani fino alla stazione di
Santa Maria Novella, dove si è fermato in presidio all’ingresso, di
fronte a una decina di celerini schierati e l’immancabile Digos. Quindi
ha fatto il percorso inverso, è tornato di fronte al consolato e si è
sciolto in piazza S.Marco. Numerosi e rabbiosi gli slogan, in italiano
e in greco, contro la polizia, le galere, il capitale, gli stati.
Lasciate diverse scritte, lanciate uova contro la polizia (uno
sbirro-cameraman se n’è beccato uno in faccia) ed oscurati alcuni
bancomat.
Coscienti del livello comunque modesto della cosa (specie in relazione
a quanto succede in questo momento in Grecia), ci ha deliziato in ogni
caso la rabbia genuina dei compagni ed il clima di serena complicità
tra i presenti, senza pompieraggi nè cappelli politici di sorta.
[…azioni di soldiarietà nel resto del mondo…]
.
LA ROTTURA
Solidarietà agli insorti di Grecia!
Sabato scorso, nel quartiere di
Exarkia ad Atene, la pallottola di un poliziotto ha stroncato la vita
di Alexis Grigoropoulos, 15 anni. Contrariamente a quanto riportato dai
servi della cosiddetta Informazione, Alexis non è stato ucciso durante
un corteo di protesta o un attacco alla sbirraglia: è stato abbattuto
mentre trascorreva il sabato sera con gli amici. Uno sbirro,
indispettito da qualche parola forte partita da un capannello di gente
nella piazza, lo ha ammazzato a sangue freddo (pare che abbia
addirittura preso la mira dopo essersi allontanato).
Il resto è oramai
noto: l’ennesimo omicidio di Stato ha acceso la rabbia di un popolo mai
domato, già esasperato dall’aumento dei prezzi, dai tagli allo stato
sociale, dalla repressione del dissenso, dalle morti sul lavoro. Negli
ultimi anni, con l’ingresso nell’unione europea, la Grecia è stata
dilaniata da un processo di modernizzazione forzata, cui vengono
sacrificati l’ambiente naturale, le garanzie sindacali, l’occupazione,
l’accesso all’università. Il tutto nel delirio di Sicurezza che sta
investendo l’Europa dopo l’undici settembre, e sotto l’egida di un
governo (presieduto dal conservatore Kostas Karamanlis) che non ha
niente da invidiare a quello dell’immondo Berlusconi.
Quello che i
giornali non dicono è che in Grecia centinaia di migliaia di persone
non si stanno rivoltando semplicemente contro un governo corrotto, o
una riforma universitaria, o l’ennesimo libro bianco sul lavoro: nel
mirino degli insorti stanno il capitalismo mondiale e il suo servo
locale, lo Stato greco, riconosciuto, al pari di tutti gli altri,
nemico. Così gli insorti hanno attaccato negozi e auto di lusso,
caserme, banche, supermercati. Così hanno preso d’assalto il
parlamento, la Banca Nazionale e hanno occupato le università. Oggi, in
Grecia, è un’intera vita di miseria che viene presa d’assalto. Con una
lucidità che brilla quanto le fiamme che divampano ad Atene, Salonicco,
Patrasso, Corfù, Rodi, Volos, Creta, Ioannina…
Quello che i giornali
non dicono è che su questa Rivolta senza capi soffia il vento del più
forte movimento anarchico d’Europa, un movimento nato da quella
straordinaria onda antiautoritaria che tra il 1973 e il 1974 demolì il
fascismo a stelle e strisce dei Colonnelli, pagando con 44 morti,
migliaia di arrestati e torturati.
Quello che i giornali non dicono è
che la Grecia, mettendo in ginocchio il Governo e i suoi armati, sta
dando a tutta l’Europa un esempio luminoso di forza e determinazione,
dimostrando che nell’Occidente dominato dalla dittatura del mercato
(con la sua polizia ad ogni angolo di strada, col disprezzo per la vita
della gente sempre più ostentato dai politici di ogni colore) E’
POSSIBILE ATTACCARE, ROMPERE, DEMOLIRE LA GABBIA.
Non passa giorno, qui
in Italia, senza che delle persone muoiano sul lavoro, avvelenate da un
inceneritore o da una Grande Opera, rinchiuse in una galera o in una
questura, colpite da uno sbirro o da un fascista. E noi cosa facciamo?
Per quanto ancora ci limiteremo a tifare di fronte a una trasmissione
di Santoro, ad indignarci su un best-seller di Travaglio, a sperare nel
prossimo governo di centro-sinistra, a sfilare in parata con
l’autorizzazione della Questura o tutt’al più a bloccare qualche strada
o qualche ferrovia? Per quanto ancora continueremo a lamentarci, invece
di rivoltarci davvero?
SOLIDARIETA’ AGLI INSORTI DI GRECIA – LIBERTA’ PER GLI ARRESTATI
LA LORO LOTTA E’ LA NOSTRA – RIVOLTIAMOCI OVUNQUE
Anarchici