COSA VOGLIAMO? VOGLIAMO TUTTO

La prospettiva da cui si osservano le cose è tutto, è capace di far apparire ciò che guardiamo sotto aspetti compleamente differenti. E questo potrebbe non piacere a chi dedica la vita ad appiattire tutte le prospettive che possiamo immaginare, così da farle coincidere, così da creare un pensiero unico. Quelle che ci sono offerte sono propinate dai… politici come dagli industriali, dai giornali come dai programmi televisivi. L’uomo è socialmente determinato, e loro cercano di determinarci il meglio possibile.
Le posizioni politiche, i partiti, i dibattiti e le istituzioni cosa significano realmente per noi?
C’è chi potrebbe sostenere che costituisconi le basi della vita democratica, le sue fondamenta. In televisione idee e scelte differenti sono oggetto di dibattito, i politici si confrontano e ci permettono di cogliere l’essenza di ciò che propongono, la loro ideologia. I partiti si schierano e si scannano in parlamento, passano ore a discutere, a insultarsi.
Portano avanti la loro propaganda in ogni modo possibile perchè ciò che vogliono da un cittadino non è altro che il suo voto. Scelgono i propri nomi, i propri simboli e le proprie parole d’ordine in base all’impatto che vogliono avere sulle persone. Popolo Delle Libertà, Partito Democratico, Italia Dei Valori, Unione Di Centro, Lega Nord, con slogan e promesse simili o differenti che siano, propongono un modello politico che è quello che vediamo ogni giorno. La democrazia funziona così. La maggior parte delle persone ne è convinta. Finchè c’è il diritto di voto, la libertà è garantita,del resto chiunque può scegliere di candidarsi.
Questa è la realtà apparente, costruita a tavolino,così che questa propsettiva possa colpire la retina di ognuno di noi, così che chiunque possa decidere per quale partito fare il tifo. Possiamo accettare questa prospettiva e comportarci di conseguenza oppure distruggerla, e crearne altre completamente diverse. Se la necessità è quella di mettere bene a fuoco e di comprendere, questa è la strada da percorrere.
Per quanto se ne dica il pensiero è unico, quello neoliberale, a sinistra come a destra, in ogni nazione, in ogni continente. Prevede la liberazione dell’economia dallo stato e di ogni settore strategico, la privatizzazione dei servizi pubblici e la fine di ogni chiusura doganale. Stiamo forse assistendo a qualcosa che non rispecchi il neoliberismo?
La politica appare come un teatrino, una buffonata per manterere un’apparenza indispensabile per la democrazia. Tutti recitano,e il regista,da dietro le quinte, controlla che tutto si svolga come previsto dal copione.
Il primo CPT( Centro di Permanenza Temporanea,oggi CIE: Centro di Identificazione ed Espulsione) è stato costruito da una coalizione di centro-sinistra, nonostante a portare avanti la politica anti-immigrazione sia la destra. Lo stesso vale per il primo barcone di extracomunitari diretto verso le coste italiane, che è stato intercettato e rispedito ai boia libici. Proprio la sinistra che si dichiara per la pace, ha agito esattamente come avrebbe fatto la destra, nel partecipare alla guerra in Libano, lasciando da parte l’immagine che ha, di fronte alle direttive NATO e al business della guerra. L’intero mondo politico non si divide più tra capitalista e anticapitalista, ma è per il libero mercato ed ha accettato le condizioni U.E., privatizzando ogni tipo di servizio pubblico,per entrarvi. L’unico presidente del consiglio eletto in venti anni che non fosse Berlusconi è stato Romano Prodi, membro del Club Bildenberg, gruppo di circa 130 persone tra le più potenti al mondo,costituito da politici e proprietari di banche e multinazionali, ma anche da giornalisti. Nessuno che gli appartenga può, secondo il regolamento, rilasciare informazioni su quanto discusso nei quattro giorni di meeting. E’ evidente quanto ciò sia anomalo e sospetto, soprattutto per la sua riservata segretezza.
E’ fondamentale capire che il problema della nostra democrazia non è Berlusconi, non rappresenta la malattia ma uno dei suoi sintomi. Se è possibile per il terzo uomo più ricco d’Italia, che possiede Mediaset, aziende immobiliari, Mondadori, Einaudi, Medusa Film, numerose riviste,periodici e giornali, catene di supermercati ed il MIlan, diventare presidente del consiglio per tre volte, nonostante abbia a carico oltre venti processi, compiendo leggi per essere impunibile e per difendere il suo patrimonio, comprando donne ed i loro corpi, comprese minorenni, mantenendo fino ad oggi la maggioranza, allora la democrazia si deve interrogare e capire, inevitabilmente, che ha fallito.
Chi oggi sostiene l’antiberlusconismo gioca sul fatto che comunque questo ragionamento è diffuso e condiviso da pochi, senza rivelare che dietro ai discorsi “L’italia si merita qualcosa di meglio”, si nascondono scelte che ha preso,prende e prenderà che magari non sembreranno le stesse della destra,ma che sono molto simili. E’ sufficiente pensare che il PD, nelle ultime elezioni, aveva 9 punti su 10 del programma elettorale riconducibili a quelli del PDL.
Non è inquietante?
La democrazia è tristemente deceduta, la post democrazia traballa reggendosi su cariatidi che fanno politica da quarant’anni. La scelta è solo vostra, lo scontro sarà inevitabile,da quale parte della barricata volete stare? volete mettere una X ogni 5 anni per il resto della vostra patetica vita o reagire?
Il nostro cervello è continuamente aggredito,e non dall’erba, ma da chi, chiamateli giornalisti, politici o imprenditori, continua a ingannarci. Il pensiero unico non ci piace e neanche ci sembra neanche molto democratico, ma piuttosto umiliante ,come è umiliante ingrassare e legittimare tutte queste persone per l’intera vita, come accendere il televisore e capire cosa hanno fatto,in che modo ci hanno ridotti.

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Le Lotte della gioventù e degli studenti in Euskal Herria

16 FEBBRAIO @POLO DI NOVOLI EDIFICIO D5

ORE 16:30 LE LOTTE DELLA GIOVENTU’ E DEGLI STDUDENTI IN EUSKAL HERRIA, ne parliamo con i compagni del movimento studentesco basco.

A SEGUIRE APERICENA E PROIEZIONE DEL FILM:” SAGARREN DENBORA. 25 URTE DESERRITIK ITZULTZEN” (il tempo delle mele. 25 anni di esilio)

Da alcuni anni, ma negli ultimi mesi in particolare, in tutta Europa sono nati e si sono sviluppati ampi e forti movimenti studenteschi che hanno fatto tremare i palazzi del potere. In Austria le università sono state occupate per diverse settimane, così come in tutto lo stato spagnolo, in Gran Bretagna gli studenti hanno ripetutamente assediato il parlamento e la sede del Partito Conservatore. In Italia la mobilitazione di fine 2010 contro il DDL Gelmini ha visto il blocco di strade, autostrade e stazioni, con culmine il 14 dicembre in Piazza del Popolo a Roma in occasione del rinnovo della fiducia al governo Berlusconi.

I movimenti, che nei vari paesi europei hanno avuto le loro specificità ( contro il DDL Gemini in Italia e il triplicamento delle tasse universitarie in Gran Bretagna, ad esempio ), hanno però individuato obiettivi e controparti comuni: l’abbattimento del Processo di Bologna, voluto dall’UE e in particolare dall’ERT ( European Round Table of Industrialist, ovvero la Confindustria di tutta Europa ). Di qui la necessità di conoscersi, socializzare contenuti e metodi di lotta e coordinarsi: in questo senso sono andati i controvertici di Vienna e Madrid, così come il meeting di Parigi del 12 e 13 febbraio. In questo senso vuole andare questo incontro con i compagni del movimento studentesco e giovanile basco, protagonisti di lotte che non toccano solo scuole e università ma che riguardano anche la difesa del territorio e, soprattutto, la questione indipendentista. Approfittiamo della settimana di solidarietà con il Paese Basco per confrontarci con loro su tutto questo, con particolare accenno alla repressione che continua ad abbattersi su chiunque lotti per un sistema educativo e sociale più giusto e per il diritto del popolo basco ad autodeterminarsi.

COLLETTIVO POLITICO * SCIENZE POLITICHE

RETE DEI COLLETTIVI STUDENTESCHI FIORENTINI

EHL-EUSKAL HERRIAREN LAGUNAK  FIRENZE

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IERI PARTIGIANI OGGI ANTIFASCISTI

In questi giorni stiamo assistendo alla solita campagna pubblicitaria per il corteo sulle foibe, organizzato, come ogni anno, da PDL, Giovane Italia e Casaggì -formazioni politiche dichiaratamente neofasciste-; unicamente in questa occasione i fascisti escono dalle fogne e fanno la loro passeggiatina in città, scortati da centinaia di agenti.

Loro parlano di foibe e di crimini del comunismo, dimenticandosi delle uccisioni e delle barbarie che precedentemente i fascisti italiani e jugoslavi hanno commesso nel ventennio contro le popolazioni slave, scordano spesso che i partigiani non sono equiparabili ai repubblichini, i primi morirono per la libertà, gli altri per la dittatura e per il fascismo; adesso, pur non rivendicando i morti e gli esuli dei territori friulani e sloveni, è bene ribadire che i partigiani titine combattevano contro le truppe fasciste e naziste, la sconfitta delle quali ha permesso l’abbattimento (almeno ufficialmente) della dittatura e che chiunque utilizzi questo avvenimento storico per legittimare politiche razziste e nostalgiche del ventennio fa del puro revisionismo storico.

Noi rifiutiamo queste logiche e continueremo a ribadire il valore dell’antifascismo in ogni nostro gesto quotidiano, non vogliamo delegare questa pratica a nessuno ma estenderla, continuando a lottare contro il fascismo.

Quest’anno inoltre abbiamo la “gioia” di accogliere anche il ministro della Gioventù, Giorgia Meloni, esponente del governo Berlusconi di un fascismo ormai istituzionalizzato.

Scenderemo in piazza il 5 febbraio a ribadire che l’antifascismo non è un valore perduto ma esiste e si inserisce nella nostra quotidianità; manifesteremo in strada contro questo governo che non ci rappresenta, contro il revisionismo storico e contro il fascismo che adesso ritroviamo nelle azioni squadriste contro i “diversi”, nella propaganda falsa e ingannevole e nei provvedimenti governativi.

CONTRO IL REVISIONISMO STORICO

CONTRO IL FASCISMO CON OGNI MEZZO NECESSARIO

CORTEO SABATO 5 FEBBRAIO

H 15.30 PIAZZA SAN MARCO

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28 GENNAIO SCIOPERO GENERALE – CORTEO


Il 28 gennaio la FIOM, branca metalmeccanica della CGIL, ha indetto uno sciopero di 8 ore. Sono mesi ormai che gli operai della fabbriche FIAT di Mirafiori e Pomigliano si stanno muovendo contro l’accordo-diktat di Marchionne, perfetto esempio di padrone “moderno”, quinto manager italiano, che li ha messi di fronte a un subdolo ricatto democratico: poter votare per decidere se sottostare a condizioni di lavoro inumane accettando il nuovo contratto, o perdere il posto a causa della delocalizzazione all’estero delle fabbriche.
Non c’è da stupirsi: dopo l’eliminazione dei diritti dei lavoratori (spesso giovani e ancora studenti) con il precariato, il lavoro a nero e altri contratti atipici, i vari Marchionne vanno a colpire gli operai avendo dalla propria l’arma della globalizzazione, che gli permette di ricattare i lavoratori per ottenere vantaggi economici a favore dei soliti potenti, dei soliti padroni, delle solite banche.
Nel mentre i COBAS, sindacato di base, proclamano uno sciopero generale raccogliendo le richieste che, durante l’autunno, sono state mosse dagli studenti in lotta in tutta Italia. Non a caso il diktat Marchionne porta avanti lo stesso tipo di “politica del profitto” che ci ha portato a dover manifestare per 3 anni contro la riforma Gelmini e i tagli al diritto allo studio, a imperversare nelle piazze e far esplodere la rabbia a Roma il 14 Dicembre.
La parola d’ordine del 28 deve essere “ribellarsi”, lo sciopero deve essere di tutti.
E’ solo se in questa data riusciremo a rendere lo sciopero davvero generale e generalizzato, a estenderlo a tutte quelle categorie, come studenti, lavoratori e immigrati, che subiscono sotto forme diverse questa politica di sfruttamento, che potremo incidere realmente sulla città e i suoi mezzi di produzione. Mentre gli operai scioperano nelle fabbriche tutti i posti di lavoro e tutte le scuole devono essere disertate: la lotta deve scendere per le strade, bloccare i profitti, bloccare tutto.
E’ solo dimostrando ovunque che le rivendicazioni che hanno spinto in piazza per mesi persone con situazioni ed età diverse, in realtà, sono le stesse, e che la determinazione non è diminuita ma può solo aumentare se siamo assieme… che possiamo fare paura.
Il 28 gennaio siamo tutti protagonisti… le danze sono aperte.

CORTEO ORE 9 PIAZZA SAN MARCO, FIRENZE

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Assemblea pubblica: organizziamo lo sciopero

28 Gennaio giornata di sciopero generale

Organizziamoci perché sia l’occasione di far emergere la potenzialità di questo conflitto reale.
Facciamo in modo che la rabbia esplosa negli ultimi mesi arrivi in ogni angolo della città.
Costruiamo una giornata di mobilitazione che generalizzi davvero le lotte.
Costruiamo lo sciopero generale (sciopero generale generalizzato generalizzante) del 28 gennaio.

Scioperiamo tutto, riprendiamoci la vita

Assemblea pubblica

lunedì 17 gennaio ore 15 alla facoltà di lettere

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SABATO 15 GENNAIO CORTEO IN SOLIDARIETA’ AI PRIGIONIERI POLITICI BASCHI


Oggi sono più di 700 i prigionieri politici baschi rinchiusi nelle carceri spagnole e francesi, e migliaia i militanti indipendentisti in attesa di giudizio.

A finire davanti ai giudici della Audiencia National sono i militanti di ETA, delle organizzazioni giovanili, dei partiti della sinistra indipendentista e più in generale coloro che condividono la lotta per Euskal Herria libera, indipendente e socialista. Le condizioni cui i prigionieri e le prigioniere basche sono costretti dallo stato spagnolo e da quello francese possono essere lette solo come il tentativo di aumentare la sofferenza del popolo basco attraverso la vendetta politica.

Basta pensare al fatto che i prigionieri con malattie gravi o incurabili continuano a esser detenuti, all’applicazione di fatto dell’ergastolo, alla tortura, alla dispersione e cioè l’allontanamento a centinaia di chilometri dei prigionieri da Euskal Herria, alla spirale in cui vengono coinvolti familiari e amici dei prigionieri obbligati ad accollarsi viaggi lunghissimi per vedere i loro cari duranti colloqui brevi per accedere ai quali sono obbligati a subire trattamenti umilianti.

Nel Paese Basco la solidarietà verso i prigionieri è parte integrante della lotta di liberazione nazionale e si sviluppa nella quotidianità: in ogni città e in ogni paese di Euskal Herria vi sono bandiere appese alle finestre e ai balconi che rivendicano il ritorno a casa dei prigionieri – “Euskal Presoak Etxera” – e in ogni taverna sono esposte le foto dei prigionieri, vengono organizzati momenti di socialità come pranzi popolari e concerti, manifestazioni locali o nazionali come per esempio in occasione delle ultime retate contro Segi o Askapena, oppure appuntamenti fissi come nel caso di Etxerat che ogni venerdì in ogni paese nel tardo pomeriggio promuove un presidio durante il quale familiari, amici e compagni dei prigionieri si ritrovano in un luogo simbolico del proprio territorio esponendone ancora una volta le foto.

Quando un prigioniero fa finalmente ritorno a casa solitamente si usa rendergli omaggio con un concentramento, un saluto da parte di tutte organizzazioni basche e un ballo tradizionale. Non è un caso che i prigionieri, qualsiasi sia la fase politica in atto in Euskla Herria, siano considerati una voce autorevole all’interno del movimento di liberazione nazionale. La Spagna oggi sta “completando” questo quadro alzando il livello repressivo proprio contro la solidarietà.

In molti casi la Audiencia National ha vietato le iniziative durante le quali si sarebbe dovuto tenere l’omaggio ai prigionieri e la polizia in alcuni casi è arrivata addirittura a caricare chi spontaneamente si era concentrato sotto casa di un prigioniero che stava facendo ritorno alla sua abitazione dopo essere uscito dal carcere.

Diversi militanti baschi sono invece finiti davanti ai giudici della Audiencia National con l’accusa di “apologia di terrorismo” per aver mostrato le foto di alcuni prigionieri, mentre in alcuni casi la polizia ha rimosso fisicamente le foto esposte in alcune taverne o strappando alcuni striscioni esposti per strada.

Sabato 15 gennaio alle ore 15.00 saremo in piazza SS. Annunziata per un corteo che vuole esprimere la propria solidarietà ai prigionieri politici baschi, ai loro familiari e amici.

Durante il corteo esporremo le loro foto per mostrare la nostra totale condanna di quelle azioni repressive messe in atto da Madrid che hanno il fine di rimuovere i simboli della solidarietà nel Paese Basco: se loro pensano in questo modo di affievolire l’appoggio che la popolazione basca mostra verso i propri prigionieri, noi dimostreremo che questa solidarietà si è estesa oltre i confini di Euskal Herria.

Facciamo appello affinchè questa mobilitazione viva di un’ampia partecipazione perché pensiamo che la solidarietà internazionalista sia un elemento da valorizzare e perché, se Euskal Herria negli anni si è dimostrato un laboratorio repressivo, pensiamo che sia una questione che riguarda tutti coloro che nella vita hanno scelto di lottare come dimostra anche l’aumento della sorveglianza a livello europeo attraverso la nascita di un apposito organo di controllo “della radicalizzazione del pensiero”, approvato dal consiglio e dalla commissione europea nell’aprile 2010, non a caso sotto la presidenza spagnola.

SABATO 15 GENNAIO 2011

MANIFESTAZIONE

PIAZZA SS. ANNUNZIATA ORE 15.00

Euskal Herriaren Lagunak – Firenze

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