COMUNICATO IN SOLIDARIETA’ A UN COMPAGNO ANTIRAZZISTA

Ieri 26 dicembre si è manifestata, ancora una volta, e ancora una volta nella sua forma peggiore, un vergognoso atto di repressione nei confronti di un ragazzo che ha avuto come unica colpa quella di “intromettersi” in un’operazione della municipale dedita alla persecuzione degli immigrati che ogni giorno popolano il centro guadagnandosi da vivere raccogliendo le briciole dei profitti della città-vetrina fiorentina. Dopo una discussione sul motivo dell’ingiustificato spauracchio che, si sa, piace oltremodo esercitare alle teste di gesso municipali, il ragazzo in questione viene portato in centrale e denunciato a piede libero per oltraggio a pubblico ufficiale solo per aver argomentato i suoi motivi con l’accusa di razzismo ai vigilotti in causa. Questa è l’ennesima prova dell’atmosfera razzista e repressiva che aleggia sulla nostra città, che continua a usare tutti i mezzi possibili per difendere il profitto a discapito delle fasce deboli della società. Ci auguriamo che atti come questo possano ripetersi fino a che la solidarietà antirazzista raggiunga chiunque anche opponendosi in maniera fisica alle quotidiane intimidazioni sbirresche ai migranti.

Rete dei Collettivi Fiorentini

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Corteo 22 dicembre

Mercoledì torniamo in piazza, nel giorno in cui riprovano ad approvare la riforma, con tutta la determinazione e la rabbia di questi giorni…

MERCOLEDI’ 22 DICEMBRE

CORTEO

H.16.30

PIAZZA S MARCO

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Contributo del collettivo 400Colpi – LONDON CALLING… ROMA RISPONDE

Grecia, Francia, Inghilterra, Spagna… Italia. La tempesta sociale che attraversa l’Europa della crisi è finalmente attraversato le Alpi e ha incendiato la capitale. Qualche piccolo fuoco aveva già iniziato a scaldarci durante queste settimane di mobilitazione studentesca, eppure nessuno se l’aspettava.

Doveva essere il solito corteo nazionale pieno di innocua indignazione. La grande manifestazione dei “berlusconi pezzo di merda!” su cui La Repubblica aspettava di scrivere un bel articolo per portare un po di acqua al mulino del PD. Il solito corteo da cui si torna frustrati pensando “eravamo così tanti e… porcodio non abbiamo fatto nulla”. La solita giornata da cui il massimo che ci si può aspettare è qualche azione simbolica e mediatica a uso e consumo di telecamere e giornalisti.

A migliaia invece, abbiamo imposto il nostro protagonismo. Abbiamo rifiutato un copione già scritto che ci voleva relegare a pure comparse in una battaglia tutta istituzionale da giocare all’interno delle aule parlamentari e decide quale sarà il prossimo governo a sfruttare e reprimere.

“Solo stati i Black block”, “erano tutti infiltrati”, “i soliti provocatori”. Tv e stampa fanno il loro mestiere: distorcere la realtà. Troppo fastidioso ammettere che ad attaccare banche e negozi di lusso e a scontrarsi con i reparti antisommossa sono stati migliaia tra studenti, precari, giovani e giovanissimi. Nessuna regia, nessuna premeditazione. Una rivolta spontanea che ha colto di sorpresa anche i rivoltosi. Un moto di dignità di una generazione fino ad ora abituata a subire che non aspettava che esplodere.

Mentre al Senato il parlamento otteneva la fiducia, noi eravamo in piazza a ritrovare la fiducia nelle nostre forze e a sperimere la forza della nostra determinazione. Roma è stata una grande rivincita morale di tutti i movimenti che in questi giorni, mesi, anni hanno assaggiato la violenza delle merde in divisa e dei loro manganelli. L’ordine delle cose per dei momenti si è finalmente ribaltato. Le camionette in fiamme, i poliziotti che scappano e i loro volti (non più sghignazzanti ma impauriti) ci hanno insegnato che difendersi e rispondere alla violenza di stato è possibile.

Quello di Roma è stato un gran giorno perchè abbiamo fatto paura, e non solo ai celerini schierati in piazza. Roma fa paura, perchè rimbomba come un monito nelle teste di governanti e padroni: il sogno post-moderno del cittadino docile sempre disponibile a calare le braghe potrebbero terminare.

Noi, la generazione di chi deve avere paura del proprio futuro. Noi che ogni giorno dobbiamo aver paura del professore e del suo giudizio, del 5 in condotta, del limite di assenze. Noi che ogni giorno dobbiamo aver paura di essere reputati merce difettata nelle fabbriche di precari che vanno sotto il nome di scuole ed università e scartati dalla selezione. Noi che dobbiamo aver paura di dire “A!” sul posto di lavoro perchè potrebbe costarci il licenziamento, noi che dobbiamo aver paura di non aver sorriso abbastanza e non aver fatto finta di essere abbastanza docili al colloquio di lavoro. Noi che dobbiamo aver paura del palazzinaio a cui se non paghiamo l’affitto ci fa sfrattare. Noi che dobbiamo aver paura ogni volta che la sera incrociamo una pattuglia, consapevoli che chiunque potrebbe essere il prossimo Cucchi o Aldrovandi. Noi che ogni volta che ci ribelliamo dobbiamo aver paura delle conseguenze fisiche e penali.

Noi, martedì, non abbiamo avuto paura.

Noi, martedì, abbiamo fatto paura. E continueremo a farla.

Noi, la generazione che i padroni volevano rassegnata a questo presente, isolata in un social-network, sorda con un i-pad nelle orecchie. Noi, la generazione a cui hanno raccontato che i tempi delle lotte sono finite, che le hanno fatte già i nostri genitori e meglio di noi. Ad Atene, Parigi, Madrid Londra, Roma, una nuova generazione di oppressi ha fatto irruzione in una storia da troppo tempo determinata solo dai padroni.

Roma si lascia alle spalle questa cesura irreversibile. Il campo delle possibilità da ora è aperto.

E la rivolta, si è visto, è contagiosa.

Firenze, 16/12/2010

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Croce Rossa Italiana: dietro le buone intenzioni solo torture e speculazioni

Sabato 18 Dicembre 2010
Piazza di Cestello ore 15.30
No ai centri di identificazione ed espulsione (CIE)
No alle deportazioni
No alla sanatoria truffa
Manifestazione a fianco degli immigrati in lotta

Con il Pacchetto Sicurezza il governo di destra ha deciso la costruzione di 12 nuovi CIE  in Italia, di cui uno nella nostra Regione, mentre il Ministro Maroni ha proposto di affidare la gestione di tutti i CIE presenti e futuri ad un ente unico: la Croce Rossa
Come realtà promotrici della campagna Toscana NO CIE, manifesteremo il 17 e 18 dicembre sotto le sedi della CRI in diverse città toscane per protestare proprio contro il ruolo che questo ente svolge nella gestione dei CIE in tutta Italia, tra cui Roma e Milano.
I CIE sono luoghi all’interno dei quali vengono rinchiusi, senza diritto di difesa, in attesa di essere espulsi, tutti gli immigrati fermati senza permesso di soggiorno e proprio per questo rappresentano un tassello fondamentale della condizione di clandestinità forzata cui gli immigrati sono costretti: quella clandestinità e quindi quella ricattabilità che sono l’anticamera dello sfruttamento.
Ma nonostante il clima di crescente razzismo e repressione, negli ultimi mesi sono però sempre più frequenti i momenti in cui gli immigrati si sono resi protagonisti di lotte e di rivolte, fuori e dentro i CIE: Rosarno e Castelvolturno, le proteste contro le sanatoria, per la rivendicazione dei propri diritti e della propria dignità di lavoratori.
l reati amministrativi e i provvedimenti extragiudiziali diventano quindi anche gli strumenti necessari per bloccare sul nascere le lotte degli immigrati e il loro protagonismo: le reclusioni nei CIE e le deportazioni avvenute per esempio dopo l’occupazione della gru a Brescia e della torretta in via Imbonati a Milano ne sono una prova tangibile.
La Croce Rossa, così come altri enti gestori, mascherandosi dietro la solidarietà e l’aiuto agli immigrati, dando una facciata di umanità a luoghi disumani, fa in realtà grandi affari garantiti dagli appalti indetti per la gestione di tali centri, ma lucrando su queste prigioni e sulla pelle degli immigranti svolgono di fatto il compito di controllori e secondini: somministrazione di psicofarmaci, violenze e pestaggi sono purtroppo all’ordine del giorno.
Il Commissario della CRI – che ricordiamo essere una struttura militare direttamente dipendente dal governo – Francesco Rocca, ha parlato più volte di regia, sia per le proteste all’interno dei CIE come per quelle dirette contro la Croce Rossa.
L’unica regia che ci muove è quella della solidarietà e della dignità che invece manca a chi non si vergogna di speculare sulle sofferenze di uomini e donne in fuga da miseria, guerra e povertà.
Sabato 18 Dicembre a Firenze saremo nuovamente sotto la sede della Croce Rossa per denunciarne il suo ruolo di complicità rispetto alla gestione repressiva messa in atto contro gli immigrati ai quali rivolgiamo l’appello perché siano presenti e allo stesso tempo protagonisti di questa nuova giornata di mobilitazione.

ToscanaNoCie – NO AI CIE/CPT.
Fermiamoli in Toscana, chiudiamoli ovunque!


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LONDON CALLING… ROMA RISPONDE!

Nella giornata di ieri, 14 dicembre, giorno in cui doveva essere votata la sfiducia al governo, una massa di studenti medi, universitari, precari e lavoratori ha invaso le strade di Roma con rabbia e determinazione. Il corteo, durante tutto il percorso, ha più volte tentato di invadere la “zona rossa” e arrivare a montecitorio dove, nel frattempo, discutevano la fiducia, cercando di forzare gli svariati posti di blocco senza purtroppo riuscirci. Non dandosi per vinto il corteo ha proseguito per le vie andando a colpire tutti i luoghi simbolo come banche che, con la loro folle gestione economica delle risorse e le loro speculazioni, ci fanno pagare la crisi e vivere in uno stato di precariato e disoccupazione. Terminato in Piazza del Popolo il corteo ha tentato poi di proseguire per via del Corso dove, trovandosi la strada sbarrata da svariati blindati ha fatto esplodere totalmente la sua rabbia. Cariche su cariche, condite di lacrimogeni, non hanno piegato il corteo per oltre 2 ore: barricate incendiate e tanta determinazione hanno tenuto la piazza in mano agli studenti  e, anche quando la polizia è riuscita a entrare nella piazza per disperdere (e malmenare) i manifestanti il corteo, pur diviso in 2, è riuscito a dimostrarsi ancora una volta forte e incazzato, facendo si, a discapito di qualche macchina e camionetta in fiamme, che la polizia non intervenisse più, per poter raggiungere la Sapienza o permettere ai compagni di tutta Italia di  tornare a casa con le metro senza troppi problemi. Nonostante ciò svariati compagni sono stati fermati (picchiati, come si vede dagli svariati video) e, alcuni arrestati (tra cui uno studente di firenze!), altri denunciati sul posto. Noi non crediamo, essendo stati in piazza, alle menzogne dei giornali, che parlano di “black block (o teppisti) spuntati alle 15 dal niente per creare disordini” bensì abbiamo potuto constatare tanta rabbia da parte di studenti, lavoratori e cittadini e tanta voglia di esplodere e di far esplodere, come unica risposta degna a questa politica di sfruttamento e corruzione. Per questo domani saremo in piazza a dimostrare la nostra solidarietà a tutti i compagni e le compagne arrestati e denunciati ieri (chiedendo la loro immediata scarcerazione) e a ribadire che la nostra lotta è risposta alle loro politiche e i nostri toni rispondono ai loro attacchi.
SOLIDERIETA’ AGLI ARRESTATI
LIBER* TUTT*

GIOVEDI 16 PRESIDIO ORE 14.30 IN PIAZZA SAN MARCO

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GIORNATA DI INFORMAZIONE + CORTEO NO CIE H. 15.30 PIAZZA SAN MARCO

BASTA MORTI NEI NOSTRI MARI, BASTA CIE E SFRUTTAMENTO

SOLIDARIETÀ AGLI IMMIGRATI IN LOTTA

Castel Volturno e Rosarno, le rivolte nei CIE sempre più numerose e organizzate, le lotte sul lavoro nelle cooperative del Nord Italia nonostante i rischi di licenziamento e di conseguenza il rischio di non veder rinnovato il permesso di soggiorno, le occupazioni prima della gru a Brescia durante lo sciopero generale e poi della Torretta in Via Imbonati a Milano: episodi che ci dicono quanto gli immigrati si stiano rendendo protagonisti diretti delle lotte!
Per il 12 dicembre lanciamo a Firenze una giornata di solidarietà e appoggio a tutti quegli immigrati che hanno scelto di lottare e non piegarsi al ricatto del CIE, della clandestinità forzata a cui sono costretti dai pacchetti sicurezza e dalla propaganda razzista che in un periodo di così forte crisi sociale, politica ed economica si alimenta di stereotipi, individua negli immigrati falsi nemici e fomenta la guerra tra poveri.
Per gli immigrati che fuggono da guerre, miseria e persecuzioni (il più delle volte prodotti proprio dai paesi nei quali emigrano) affrontando viaggi lunghissimi che spesso pagano con la vita, l’arrivo in Italia significa spesso clandestinità e sfruttamento.

Quella clandestinità che la legge Bossi-Fini e il pacchetto sicurezza hanno ulteriormente accentuato privando gli immigrati di diritti fondamentali: mobilità, lavoro, casa, residenza, pieno accesso al servizio sanitario e istruzione. Quella clandestinità che è l’anticamera dello sfruttamento. Gli immigrati, infatti, servono ai padroni sempre ricattabili, sempre sull’orlo della clandestinità. Vengono sfruttati nel lavoro nero in attesa di una sanatoria o di un decreto flussi che li regolarizzi. Ma anche quando questo avviene, se perdono il lavoro e vengono estromessi dal ciclo produttivo, ripiombano nella clandestinità.

I Cie sono uno degli strumenti principali di questo meccanismo. Nei Cie vengono rinchiusi gli immigrati che non hanno un regolare permesso di soggiorno. Si finisce in una realtà fatta di mura di cinta e sbarre senza diritto di difesa, senza un processo, per un reato amministrativo in una quotidianità fatta di privazioni, umiliazioni e pestaggi. Di tutto ciò si rendono complici associazioni e cooperative che speculano sulla paura come Misericordia, Croce Rossa Italiana e Lega Coop alle quali vengono appaltati i “servizi” di gestione dei CIE stessi. Proprio per denunciare questa complicità come ToscanaNOCIE già da adesso lanciamo la mobilitazione anche per il 17-18 dicembre che si svilupperà a livello regionale davanti alle sedi della Croce Rossa. Quella Croce Rossa che secondo il Ministro Maroni dovrebbe assumere la gestione di tutti i CIE d’Italia.

Le condizioni dei rifugiati, richiedenti asilo e titolari di protezione umanitaria non sono migliori. Arrivati in Italia, vengono rinchiusi nei Cara, centri d’accoglienza per i richiedenti asilo, che in molte città d’Italia sorgono accanto ai Cie e che con i lager per immigrati condividono il controllo poliziesco, gli enti gestori, la mensa: i rifugiati hanno diritto a qualche uscita in più, ma la sensazione di vivere in un carcere è la stessa.
Riteniamo inoltre che le lotte sviluppatesi in questi mesi, parte integrante della lotta di classe in questo paese, debbano necessariamente estendersi superando le richieste, giuste e legittime, ma pur sempre parziali di una sanatoria che rischia di essere uno strumento di ulteriore divisione e frammentazione oltre che di ricatto, proprio in funzione del suo legame con le condizioni di sfruttamento che questa società e questo modo di produrre impongono.

A questa realtà non corrispondono scorciatoie o facili scappatoie. L ’unica via d’uscita corrisponde ad una lotta organizzata e indipendente che sappia farsi carico di azioni solidali con le rivolte interne ai CIE fino alla loro chiusura e l’opposizione ai tentativi di espulsione e di deportazione, che si allarghi alle scuole, ai posti di lavoro e ai quartieri.
Per questo il 12 dicembre, in piazza Santissima Annunziate dalle ore 12,30 pranzo popolare, musica e interventi per dare la parola a chi direttamente si rende protagonista delle lotte.

Alle ore 15.30 corteo con partenza da Piazza S.Marco.


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