Morte al fascismo – Solidarietà agli studenti di Prato

Mercoledì 14 gennaio, a Prato, un compagno del Collettivo
Studentesco Autonomo
finisce in ospedale con quattro punti di sutura,
dopo aver subito un aggressione da parte di fascisti vicini a
Casapound.

Giovedì, un presidio nel centro della città,
partecipato anche da un modesta delegazione di studenti fiorentini
venuti a sapere poche ore prima dell’accaduto, ha pensato a dare una
prima risposta all’episodio.

L’assemblea antifascista riunitasi giovedì sera ha inoltre convocato un corteo antifascista per sabato 24.

A presto più informazioni. 

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Sabato 10: Manifestazione Regionale al fianco del popolo palestinese

La Guerra di Israele contro un intero popolo


7 giorni di bombardamenti da guerra con 60 F16 e decine di elicotteri
Apache che scaricano tonnellate di bombe contro il territorio più
densamente popolato al mondo. Dopo l’attacco dal cielo, l’invasione
terrestre. Oltre 650 morti e migliaia di feriti, cui è impossibile
anche fornire le cure necessarie.
Tg e media, governi occidentali parlano di guerra contro Hamas e di
rappresaglia; condannano l’uso sproporzionato della forza e si
indignano per i troppi morti civili palestinesi a fronte di pochi morti
israeliani.
Ma quale guerra contro Hamas, quale rappresaglia!!!! Un attacco di uno
degli stati più potenti al mondo militarmente contro i diritti di un
intero popolo; un attacco preparato da mesi e che proseguirà via terra
per giorni; preparato durante una tregua in cui il governo israeliano
ha fatto di tutto per perpetuare l’isolamento e la miseria di Gaza, per
sconfiggere la resistenza palestinese, mantenendo l’embargo alla
fornitura di elettricità, materiale sanitario e beni primari,
continuando a stringere Gaza in un assedio criminale.
Un attacco che mira a rafforzare sul piano militare la politica di
genocidio, apartheid, di distruzione totale delle legittime aspirazioni
alla libertà del popolo palestinese. Un attacco che vuole influire
nelle prossime lezioni israeliane del febbraio 2009.
Un attacco che mira ad alzare la tensione in Medio Oriente, per far
pesare ancor di più a governi e media occidentali l’importanza della
democratica Israele contro i cattivissimi iraniani, libanesi,
arabi…….
Altro che rappresaglia o rottura della tregua!!!!
Da parte nostra crediamo importante denunciare con forza le relazioni
economiche e militari dell’Europa e dell’Italia con lo stato israeliano
ed il Trattato militare segreto di cooperazione tra Italia ed Israele.
Denunciare con chiarezza il finanziamento al Progetto SAVING CHILDREN,
attraverso il quale la Regione Toscana finanzia il Centro Peres,
proprio quello del presidente israeliano in prima fila nei massacri.
Attraverso questo progetto 1 milione e centomila € sono andati nelle
strutture sanitarie israeliane per………….curare i bambini palestinesi,
proprio quelli che Peres sta bombardando. Si legittima così di fatto la
dipendenza del popolo palestinese dalle elemosina israeliane e non
viene d’altra parte rafforzata la sanità palestinese. Oltre al danno la
beffa. E tutto questo con i nostri soldi per fare uno spot
pubblicitario per Israele e per l’assessore Toschi. In questi giorni
altri 100.000 €, inizialmente destinati per Gaza, sono stati girati
invece al Centro Peres, continuando nel vergognoso comportamento che
vede preferire la propaganda e la mistificazione alla giustizia. Ben
altri sarebbero gli aiuti e le relazioni da costruire.

Raccogliamo l’appello della Comunità Palestinese Toscana ed invitiamo tutti i compagni e le compagne toscane per una grande

MANIFESTAZIONE REGIONALE

SABATO 10 GENNAIO ORE 16.00 PIAZZA SAN MARCO

Sabato 10 gennaio dalle 21.00 al Cpa Fi sud in via Villamagna 27/a
Serata di finanziamento per la Palestina con cena e concerto

Sabato 17 gennaio manifestazione nazionale a Roma – per info 0556580479

Centro Popolare Autogestito Firenze sud
Cantiere Sociale K100 Fuegos
Collettivo Politico Scienze Politiche
Rete dei Collettivi Studenteschi fiorentini

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Presidio e corteo spontaneo: inauguriamo un altro anno di lotte!

 

Si è concluso ieri l’iter parlamentare del decreto Gelmini
sull’università
. Nel primo pomeriggio, un presidio di circa 200
persone
, tra studenti medi ed universitari, si è concentrato in piazza
San Marco per poi partire in un corteo spontaneo verso via Cavour,
attraversando rumorosamente diverse strade e piazze del centro. Con
questa pronta risposta, gli studenti fiorentini hanno dimostrato di
essere ancora in prima linea nella lotta alla riforma Gelmini e
all’idea di scuola ed università che questa come tutte le precedenti
riforme si portano dietro.

NON CI AVETE FERMATO

… NON CI SIAMO ARRESI !

INAUGURIAMO UN ALTRO ANNO DI LOTTE !

vedi anche: http://toscana.indymedia.org/article/4496

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Guerra al povero, pace al potente!

 
e hanno anche il coraggio di parlare di emergenza freddo…

(da La Nazione)

Immobili occupati abusivamente
Un arresto e tre espulsioni

Gli
uffici operativi, investigativi ed amministrativi della Questura, con
il concorso del Comando Provinciale dei Carabinieri, hanno condotto
un’indagine per verificare le condizioni degli immobili occupati
abusivamente, tra i quali l’ex Meyer. Il bilancio: 1 arresto, 3
espulsioni e emessione di sette provvedimenti di allontanamento dal
territorio nazionale

Firenze, 5 gennaio 2009 Numerosi gli immobili occupati abusivamente a Firenze. E’
stata effettuata una operazione di controllo da parte di uffici
operativi, investigativi ed amministrativi della Questura, con il
concorso del Comando Provinciale dei Carabinieri.

L’indagine è stata svolta per verificare le condizioni ed i
requisiti soggettivi degli occupanti abusivi dei locali ubicati nella
vecchia sede dell’ospedale Meyer,
di quelli sgomberati da via Mariti, nonché nei confronti di altri soggetti che, approfittando dell’esigenza di liberare l’immobile di via Circondaria, che sarà oggetto di demolizione, si sono aggiunti al gruppo dei vecchi occupanti.

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Atene – Hanno pagato caro, ma ci devono ancora tanto

Segue il testo di un volantino distribuito in questi giorni ad Atene

 

CON IL SANGUE ANCORA NEGLI OCCHI…
CON LA RABBIA ANCORA TRA LE MANI…
HANNO PAGATO CARO MA CI DEVONO ANCORA TANTO

Il dicembre del 2008 vale come se fossero anni. L’ uccisione del
compagno quindicenne Alexis Grigoropoulos, da parte dell’ assassino di
stato Epaminondas Korkoneas nel quartiere di Exarchia il 6.12.08, e’
stata la fiamma attraverso la quale il dolore e’ diventato rabbia, e la
rabbia rivolta
. Dalla stessa notte e per molti giorni e notti, la
controviolenza sociale e di classe e’ dilagata nelle strade di Atene,
di Salonicco e di decine di altre citta’ e cittadine elleniche per
restituire al potere una parte di vendetta
. Una vendetta che ha trovato
i modi per esprimersi collettivamente con vari mezzi, in massa e
individualmente, sia spontaneamente che in maniera organizzata.

I cortei e gli scontri con i cani da guardia della democrazia greca,
le decine di manifestazioni e gli attacchi ai covi della polizia greca,
gli incendi e le devastazioni di centinaia di banche ed esercizi
commerciali, le distruzioni e gli espropri delle merci, l’albero di
natale bruciato nella piazza del parlamento sono state alcune delle
negazioni alzate dinanzi al dilemma che esiste da quando esiste il
potere: inginocchiato o rivoltoso, cittadino pacificato o uomo. 
 

Era la prima volta dopo la caduta della dittatura, in tempi di
democrazia, che cosi’ tanti e tante, diversi e diverse, uguali tra
uguali, donne e uomini, ragazzi e ragazze, indigeni e indigene,
immigrati ed immigrate hanno negato i ruoli che gli ha imposto il
potere
ed hanno contestato con la pratica il privilegio dello stato ,
quello di uccidere impunito.

Le occupazioni dei consolati greci cosi’ come gli attacchi che hanno
subito, le manifestazioni, che in alcuni casi hanno avuto come esito
arresti e detenzioni preventive in decine di città in tutto il mondo
hanno dimostrato che gli esclusi della terra sanno condividere la
lingua della strada e della solidarietà.

Le lavatrici dei cervelli tramite gli schermi televisivi, la rete,
le prime pagine e le trasmissioni radiofoniche hanno avuto fretta di ‘
spiegare’ e di dividere
tra studenti medi ‘buoni’ ed incappucciati
‘cattivi’, tra manifestanti ‘pacifici’ ed immigrati ‘ladri’. Hanno
tentato di seminare il terrore e la confusione. Ma e’ stato inutile. La
rivolta e’ stata una e indivisibile
. Quelli e quelle che si trovano
nelle strade conoscono i motivi e le ragioni che l’hanno innescata.

L’unica divisione che esiste in una società classista di
sfruttamento ed oppressione e’ venuta fuori fin dalle prime ore
successive all’ assassinio di Alexis. Da una parte delle barricate si
trovavano le moltitudini agitate degli insorti
. Dall’altra i loro
nemici:
lo stato per proteggere il suo potere, i suoi sbirri per
picchiare ed arrestare, gli alti gradi dell’esercito per dichiarare l’
allarme giallo, i neonazi parastatali per aiutare le forze repressive,
i pm e i giudici per imprigionare, i partiti per avere -ognuno con i
suoi modi- consenso politico, i costruttori dell’ opinione pubblica per
diffamare coscienze, i preti ladri per scomunicare, i piccoli e grandi
commercianti
per piangere le loro ricchezze, i benpensanti per
pretendere ordine e sicurezza, per pretendere quindi la realizzazione
delle ideologie che hanno armato le mani di decine di assassini, come
Korkoneas, per rubare la vita a decine di insubordinati come Alexis.

 Le vetrine fragili si sono fatte a pezzi e con esse tutte le
illusioni di un benessere dato dalla schiavitu’ volontaria
, un
benessere che non puo’ essere ormai promesso e garantito da nessuno. I
bancomat non sputavano piu’ soldi, ma fuoco. 

Nessuna propaganda puo’ nascondere la verita’ che ha illuminato le
strade. Nessuna guerra chimica, nessuna repressione puo’ imporre un
silenzio da cimitero. Niente sara’ come prima.

In queste settimane, durante le quali e’ stata messa in atto quella
che sarebbe potuta diventare una guerra civile, tutte le coscienze
hanno dovuto fare una scelta: con la vita o con la morte, con la
rivolta o con il potere.

La lingua mediatica e intellettualoide del recupero piange
ininterrottamente: ‘non hanno fatto richieste, e’ stata solo un’
esplosione, si tratta di violenza cieca’.
Allora si’, signori e
signore, non chiediamo niente, perche’ vogliamo tutto, perche’ in
questo mondo preferiamo nascondere i nostri volti ed attaccare. Piu’
non capite quello che diciamo e quello che facciamo, piu’ siamo sicuri
che siamo sulla strada giusta, sulla strada della negazione di questo
mondo-galera.
Inutilmente cercate di spingerci al dialogo, noi non
abbiamo richieste da fare, solo rivendicazioni che non elemosiniamo, ma
proviamo ad ottenere con la pratica dei nostri gesti: autorganizzazione
e solidarietà, complicità e rispetto reciproco tra gli/le oppressi/e,
odio infinito per il potere e azione diretta per la sua distruzione.

Decine di occupazioni di università , di scuole e di edifici statali
e comunali
sia in centro sia nei quartieri di Atene e di tante altre
città del paese. L’autogestione del quotidiano all’interno di queste,
basata sull’ eguaglianza e orizzontalità. Le mense e i caffe’
autorganizzati con i prodotti espropriati. I volantini, le riviste, i
manifesti, le radio e i siti autogestiti come mezzi di
controinformazione. Le iniziative e i concerti di solidarietà e di
sostegno economico per gli arrestati. Le occupazioni di emittenti
radiotelevisive
pubbliche e private. Le irruzioni durante spettacoli
teatrali. Le assemblee molto partecipate con le loro decisioni senza
presidenti e votazioni
. L’ interesse dell’uno per l’altro contro la
logica dell’indifferenza. La condivisione, e non l’atomizzazione. Il
sentimento vitale della comunità che resiste a dispetto della gabbia
invisibile che e’ la famiglia.
Queste sono le nostre rivendicazioni!
Questi sono i segni tangibili del mondo che sognamo!

Sappiamo bene che per rendere questo mondo veramente reale dobbiamo
prima demolire una volta per tutte il mattatoio che chiamate stato,
democrazia e libero mercato
. Una pallottola statale ha fatto sporcare
le mutande di seta dei padroni di questo mondo
. Lo sanno bene che
niente è finito e niente finirà. Lo sappiamo anche noi. Perchè lo
dobbiamo prima di tutto a noi stessi. Perchè non ci appartiene il
ritorno alla miseria della ‘normalità’
. Perchè lo dobbiamo ad Alexis
Grigoropoulos e non solo. Lo dobbiamo a Michalis Kaltezas, a Stamatina
Kanellopoulou, a Iakovos Koumis. Lo dobbiamo a Tony Onoua, ad Edison
Giaxai e alle decine di fratelli e sorelle di classe che sono caduti
nelle strade, nei confini, nei commissariati, nelle galere e nei luoghi
della schiavitu’ salariata. Lo dobbiamo a Konstantina Kuneva, la
sindacalista combattiva che dal 23.12.08 si trova in ospedale a lottare
per la sua vita, dopo aver subito un attaco vigliacco da parte degli
scagnozzi del padronato socialdemocratico di oik.o.me.t ( azienda di
pulizie per la quale la donna lavorava nella metropolitana di Atene) ,
perche’ ha scelto di lottare per i diritti suoi e delle sue colleghe.
Lo dobbiamo alle centinaia di inquisiti/e, alle decine di prigionieri/e
di questa rivolta che non lasceremo soli/e nelle mani dell’ affamata
giustizia greca…

I PRIGIONIERI DELLA RIVOLTA NON SONO SOLI!

NIENTE E’ FINITO, NIENTE FINIRA’!

TUTTO CONTINUA, TUTTO…

Anarchici ed Anarchiche dal Deserto del Reale Atene, gennaio 2009

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[03-01-2009] Anno nuovo… stessa Rabbia!

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