Enrico ha attraversato una malattia lunga anni animato da un ottimismo addirittura contagioso e si è arreso soltanto il trenta d’ottobre, all’ennesima complicazione che gli ha fatto lo sgambetto per vincere come sempre vincono i vigliacchi.
Gli anni dell’occupazione di via Villamagna Enrico se li è fatti da protagonista. Le manifestazioni, i cortei, i presidi dell’antifascismo militante; e soprattutto il suo impegno sul tema del carcere e della detenzione, che nei primi anni del decennio contribuì in maniera determinante perché anche a Firenze si portassero all’attenzione le enormi ingiustizie e le storture folli che sono la manifestazione quotidiana della repressione.
Ma Enrico non è stato soltanto questo. Chi arrivava in via Villamagna in certe seratacce da lupi, dopo certi mercoledi di fine gennaio passati a lavorare lontano o al freddo o tutt’e due le cose, lo trovava il più delle volte indaffaratissimo, di solito in cucina perché quando agguantava mestolo e teglia andava lasciato fare. Il lavoro quotidiano e costante e faticoso e pesante e ingrato e noioso, la base prosaica e indispensabile della politica militante di cui nessuno parla mai. Una cosa in cui si è adoperato fino all’ultimo, ma all’ultimo sul serio, con l’impegno, la costanza e la dedizione che costituiscono forse il suo esempio più importante.
Abbiamo salutato Enrico con una commemorazione civile sabato 1 novembre al CPAFiSud, in via Villamagna 27A, dalle 13.30 alle 15.00.
da: http://www.cpafisud.org/default.php