Contro la Repressione, non un passo indietro: Autorganizzare la difesa!

volantino distribuito in piazza al corteo di ieri, 16 maggio 2009, contro la repressione…


 

CONTRO
LA REPRESSIONE

Nelle
cariche, nei pestaggi e nelle furiose caccie all’uomo di lunedì
contro gli studenti medi, tutta la
violenza
dello Stato

è
venuta a galla
,
mostrandosi chiaramente a tutta la città.

In
un momento in cui a livello nazionale assistiamo ad una sempre più
pericolosa
deriva
autoritaria e neofascista
;
in un momento in cui i padroni della terra si vogliono preparare un
terreno tranquillo

per il prossimo G8 a L’Aquila
,
a Firenze
la
repressione si è abbattuta con tutta la sua infame forza contro
quegli studenti che da ottobre sono tornati ad autorganizzarsi
,
portando avanti all’interno delle scuole e delle università, e
all’esterno di partiti e sindacati, le proprie lotte: quella che
viene attaccata è un intera esperienza collettiva nata dalle
occupazioni di ottobre, che non ha visto nella fine dell’autunno la
fine della
necessità
di lottare

e di autogestire i propri spazi.

E’
in questo senso che la violenza poliziesca non si è abbattuta contro
studenti “innocui”, ma al contrario contro
degli
studenti che, per le stesse persone che assoldano, stipendiano e
aizzano i propri cani da guardi in divisa,

rappresentano
un pericolo reale dal momento in cui rifiutano il proprio ruolo di
automi obbedienti tra dei banchi sempre più stretti e con
determinazione decidono di riprendersi ciò che gli spetta

senza chiedere permessi o autorizzazioni e senza piegarsi al nuovo
dogma laico di legalità che serve a difendere ingiustizie e
sopraffazioni.

Non
è lunedì che gli studenti hanno scoperto la repressione: la vivono
tutti i giorni quando vanno a scuola, tra telecamere, autoritarismo
sistematico e 5 in condotta, ed hanno imparato a conoscerla nelle
decine di denunce che si sono susseguite negli ultimi mesi di lotta,
nel divieto a riunirsi nelle proprie scuole, nelle “visite”
forzate in questura e nei risvegli con la polizia dietro la porta di
casa alle 7 del mattino.

Allo
stesso modo non c’è bisogno di parlare della situazione degli
studenti per guardare al di là della maschera che con tanta cura
questo stato si è modellata sul proprio volto
:
la
violenza di lunedì è la stessa che da sempre colpisce chinque porti
avanti in modo radicale le proprie lotte
;
la
stessa con la quale ogni giorno i fratelli immigrati

devono fare i conti, perchè colpevoli di non avere un pezzo di carta
e condannati all’interno dei nuovi lager democratici chiamati
CPT/CIE.

NON
UN PASSO INDIETRO

Se
oggi siamo in piazza è per affermare questo. E’ per ribadire che
nonostante le manganellate, le denunce e le cacce all’uomo gli
studenti non si sono arresi
.
E’ perchè come studenti siamo convinti che la risposta alla
repressione debba andare al di là della naturale indignazione e non
possa essere altro che il sempre maggiore rilancio della lotta stessa
che la repressione vuole andare a soffocare.
Non
possiamo permetterci di cedere un solo metro
,
nelle pratiche come nei contenuti, perchè è esattamente questo che
con le manganellate e le denunce vorrebbero ottenere. Dall’altra
parte,
ogni
distinzione tra “buoni” e “cattivi” fa altrettanto il loro
gioco.

AUTORGANIZZARE
LA DIFESA

Con
le cariche di lunedì, agli studenti è stato negato l’ennesimo
spazio di agibilità politica, ovvero di quello di scendere nelle
strade e manifestare. E’ proprio di questo spazio fondamentale che
gli studenti oggi si vogliono riappropriare, scendendo di nuovo in
piazza e facendolo in modo auto-difeso. Ancora una volta
l’autorganizzazione si presenta come l’unica possibile risposta al
pesante attacco subito lunedì, nell’inutilità totale di affidarsi a
quella “bontà” che le stesse persone mandanti e/o esecutori
delle violenze di lunedì hanno già abbondantemente dimostrato di
non solo di non possedere, ma di esserne anzi l’antitesi per
eccellenza.


16
Maggio 2009, Firenze

gli
studenti e le studentesse della Rete dei Collettivi

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15 risposte a Contro la Repressione, non un passo indietro: Autorganizzare la difesa!

  1. pausamerda scrive:

    Ciao… ancora qui??? non sei a dare un senso alla tua vita??

  2. l'amico di Enis scrive:

    per fortuna siete così pochi che a stento rappresentate voi stessi!
    Fate pure, finchè lo troverete divertente (o in grado di dare un senso alla vostra vita). Ci vediamo al vostro risveglio…

  3. uno scrive:

    enis…
    cosa cazzo centra la democrazia con questo blog, con internet.
    democrazia a che fare con le istituzioni, parlamenti, camere,stati etc. o mi sbaglio? non rapporti privati tra le persone ( a maggior ragione se virtuali………..)non confonderti.
    anche perchè ,qui ti si dice stai zitto, ma siamo su internet e tu puoi scrivere quello che vuoi, nessuno ti può materialmente impedire di farlo, al max si possono cancellare i commenti ma nn mi sembra che sia stato fatto…….
    non è questione di fastidio, ma semplicemente i tuoi commenti sono fuori luogo.

    antidemocratici? incivili? anche si, posso capire a cosa ti riferisci.
    ma parli della vostra democrazia, della vostra civiltà .
    è ovvio che chi vuole rovesciare l’attuale sistema , non usi gli stessi metodi politici (anche quelli ”violenti” sono metodi politici si!) di chi invece, il sistema al massimo lo vuole riformare leggermente ma non cambiarne le fondamenta . qui nessuno vuole discutere con i fascisti, nessuno vuole giungere a compromessi con la politica istituzionale . non si vuole collaborare con chi ha ruoli di potere e mi sembra abbastanza chiaro.
    questo non ci porterà a ottenere risultati tangibili?
    forse, probabilmente si, ma è la nostra lotta e la stiamo portando avanti.( …e manco in maniera così radicale e ”violenta” .. se conosci un pò la storia non credo che tu mi possa contraddire)

    terroristi?
    terrore a chi? con quali armi?

    che i giornalisti sono servi nessuno crede di averlo scoperto ora… il servilismo dei giornalisti è una cosa nota e anche normale (se per normale intendi che di norma succede così). ma tutto ciò non è giusto e nanche coerente con uno stato democratico e liberale (tuo punto di vista):
    hanno una deontologia i giornalisti e non credo che ne faccia parte la prescrizione lecca il culo del padrone tuo…..o inventa notizie per compiacere il tuo capo.

    enis.. nessuno qui vuole avere dialoghi costruttivi con gente come te perchè con gente come te non si vuole costruire niente, chiaro il concetto? o proprio non ti entra in quella testolina di cazzo lobotomizzata che c’è gente che ci crede nel conflitto? che odia ,che prova rabbia . e che NON COLLABORA .
    comunque quello che fai tu non ha niente di costruttivo , perchè continui ad insistere su punti che caratterizzano in maniera inalienabile un certo modo di fare politica da una prospettiva totalmente opposta. ergo dillo una volta- aspetti la risposta- non rompi più i coglioni.

    enis…tu non parli di niente, tu provochi . che senso ha?

  4. liberté scrive:

    http://www.gennarocarotenuto.it/…la-repressione/

    Innanzitutto riassumiamo gli eventi della scorsa settimana hanno portato numerose realtà fiorentine e toscane ad indire il corteo “contro la repressione” di sabato.

    Lo scorso 25 Aprile, durante una manifestazione indetta dai collettivi studenteschi per le strade di Firenze, un gazebo di militanti del Popolo della Libertà rimasto ai margini del corteo, nonostante l’invito delle forze dell’ordine a spostarsi, è stato colpito da alcuni petardi.

    In seguito alle violente polemiche scatenate da alcuni giornalisti de “Il Giornale”, fondate su una presunta rivendicazione dell’azione da parte dei collettivi stessi, il preside del Liceo Michelangelo, Primerano (candidato alle comunali nella lista di Matteo Renzi) ha deciso di negare l’aula autogestita concessa fino ad oggi agli studenti per le riunioni del collettivo.

    In seguito a questa decisione, lunedì scorso una sessantina di studenti e studentesse del Liceo hanno deciso di riunirsi fuori dalla scuola per una “merenda autogestita” e un sit-in di protesta; dopo un corteo improvvisato per le strade del centro, al ritorno di fronte al Liceo alcuni manifestanti hanno avuto un diverbio con un agente in borghese della Digos che stava filmando i partecipanti alla manifestazione.

    Nel giro di pochi attimi è partita la prima carica della celere che, sempre secondo la versione dei collettivi e di alcuni residenti della zona scesi a soccorrere i manifestanti, ha utilizzato “manganelli impugnati al contrario per fare più male e i caschi per picchiare”.

    Da queste premesse è nato il partecipato corteo di ieri che ha visto scendere in piazza più di 3mila fra studenti, militanti dei centri sociali, genitori e semplici cittadini.

    Le forze dell’ordine messe in campo dalla Questura sono state invisibili per tutta la durata del corteo, rimanendo nei vicoli paralleli, evitando così, grazie anche all’ottima autorganizzazione del servizio d’ordine dei manifestanti, qualsiasi occasione di tensione o possibilità di scontro.

    Varrebbe quindi la pena di andare oltre il solito teatrino politico volto a idolatrare l’operato delle forze dell’ordine, sempre e comunque, finendo per penalizzare le forze dell’ordine stesse.

    Bisognerebbe chiedersi come si può pretendere che si rafforzi la fiducia della società nei confronti delle forze dell’ordine, quando si decide di impiegarle per mandare all’ospedale con la testa rotta ragazzini di quindici anni o per andare ad arrestare gli extracomunitari mentre magari si stanno curando in qualche struttura pubblica. Come si può pensare di permettersi delle forze dell’ordine che dal ’45 ad oggi non sono ancora stati sottoposti alla dovuta riforma, senza estirpare i metodi di raccomandazione che finiscono per mettere in campo, come dirigenti, personaggi provenienti sempre dai soliti “filoni”?
    Come si può ignorare volutamente che coloro che escono da anni di “scuola di Polizia”, hanno regalato, nel corso degli anni, perle di saggezza come “intanto uno di meno (riferito a Carlo Giuliani)”, “sporche zecche”, “faccetta nera… ”, “sporca comunista ti facciamo passare la voglia”, “l’Italia non è uno stivale, è un anfibio di celerino”, “VI reparto mobile. Tanto orgoglio, tanta rabbia!”, “Sieg Heil”, “Stuprare un’antagonista? Stuprare una capra malata”.

    Come si può ignorare che esistono diversi corpi militari che quando scendono in piazza insieme rischiano persino di ostacolarsi a vicenda?
    Io voglio poter credere nelle forze dell’ordine. Voglio un Paese dove le forze dell’ordine siano un punto di riferimento per garantire la giustizia. La giustizia contro la criminalità organizzata, la giustizia contro la corruzione, la giustizia contro chi prende a sprangate un nero, un omosessuale o un diverso, la giustizia per garantire i diritti dei più deboli.
    Essere poliziotti è un onore e un onere. I reparti della celere non possono avere delle zone franche per picchiatori repressi o per ragazzi frustrati dalla vita utilizzati dai soliti dirigenti per portare a termine operazioni su cui, se non spuntasse il Gasparri o il Di Pietro di turno, sarebbe indispensabile indagare.
    La questione dell’operatività delle forze dell’ordine deve essere fondamentale per un paese civile e sviluppato: è una lotta per la democrazia.
    Ricordiamoci solo che, come insegnava Pasolini, i responsabili di tutto questo stanno nei palazzi e non nelle strade. E ricordiamoci che, negli anni settanta, c’erano poliziotti e carabinieri che prendevano i permessi per scendere in piazza fianco a fianco con gli studenti e gli operai.
    Ricordiamo che le cose possono cambiare, sempre.
    Nel frattempo possiamo ripartire da qui, dai 3mila di Firenze.

  5. Enis scrive:

    mio carissimo cacciatore… se non volete che io scriva sul vostro blog mi va benissimo, smetto. ma si riconferma la vostra idea di democrazia: ovvero sopprimere qualsiasi altro pensiero a parte il vostro… Poi un conto è sfogare delle frustrazioni, un altro è cercare uno scontro strettamente verbale e magari costruttivo per entrambe attraverso un mezzo di comunicazione che voi avete creato! forse vi da noia che ci siano commenti che non inneggiano alla lotta? bè non penso dal momento che non li avete cancellati! allora cosa!?
    Poi: che ci sia un piccolo gruppo di poveri disperati nostalgici fascisti ci posso anche stare, ed è giusto combatterli IN MODO CIVILE! Ma da li, a dire che Galli o Primerano siano fascisti mi sembra che di acqua sotto i ponti ne scorra parecchia!! oltre al fatto che, se per voi tutti quelli che non la pensano alla vostra maniera sono fascisti o schiavi e voi siete gli unici eroi, be allora mi sembra che abbiate un problema. Non riuscite ad accettare l’esistenza di un’altra idea politica, maggioritaria alla vostra nei consensi, e alla fine cercate in tutti i modi che conoscete di esprimervi e di imporre la vostra idea. Quello che io vi contesto non è tanto il fatto che consideriate che ne Galli ne Renzi siano degni di essere chiamati politici etc. etc., vi contesto il modo con cui esprimete il vostro dissenso, modo che va in contraddizione con il rispetto e l’accettazione che esigete dalla società, il vostro modo di protestare è incivile oltre che antidemocratico. Se poi vi professate incivili e antidemocratici e volete imporre la vostra idea politica allora siete dei terroristi! E sapete bene che non serve per forza mettere delle bombe per diventare tali…
    Poi un’altra piccola cosa, chiamare servo un giornalista mi sembra un po’ una cosa ovvia, siete arrivati tardi, che i giornalisti, che lavorano per delle direzioni editoriali e che quindi devono sottostare un pensiero, con qui quasi sempre concordano, della loro testata giornalistica, mi sembra cosa normale non chè nota!
    con affetto

  6. Nazis Hunter scrive:

    Enis inanzitutto smettila di sfogare le tue frustrazioni attraverso il nostro blog, secondo, quella che esprimiamo, talvolta attraverso scritte sul muro, si chiama rabbia e non violenza carissimo, sentimento che sarebbe bene provare in certe situazioni, al contrario di vivere anestetizzato di fronte a cio che ti passa sotto al naso.
    Rabbia verso la polizia come istituzione e verso i suoi metodi, Rabbia verso i politicanti che spendono milioni di euri tentando di convincerci sulla loro buona fede salvo comportarsi come sempre una volta eletti, ovvero disattendendo ogni promessa e buon intento (o meno buono) sbandierato in periodo elettorale.. Rabbia verso i fascisti, in periodo di crisi sempre più al soldo dei potenti e del capitale…. eccetera eccetera….
    Ultimo punto: io, in cio che diciamo, incoerenza non la colgo, se vuoi essere più preciso…
    Cmq, si…. abbiam fatto di peggio!!!

    NON UN PASSO INDIETRO!

  7. enis scrive:

    allora vantatevi di aver fatto di peggio… e il bello è che vorreste pure avere ragione!!! non siete ne carne ne pesce… volete avere ragione ma fate parlare di voi con la violenza, perchè è violenza quella contro galli e quella che avete espresso sui muri di mezza città… come fate a predicare la libertà e l’autogestione quando reputate superiore il vostro pensiero!?!? siete incoerenti oltre che dannosi per la vera libertà…

  8. mammamia scrive:

    DIGOS..
    NEMMENO IL FASCINO DELLA DIVISA!

  9. A.C.A.B. scrive:

    AVANTI COSI’!

    NON VOTARE
    VIVI LE STRADE

  10. l'anazione scrive:

    ATTO VANDALICO
    Imbrattata la targa del Pd

    Un altro episodio di vandalismo, ancora ai danni della politica e dei suoi simboli in città. E’ stata appunto scoperto che la targa del Pd, affissa davanti la sede regionale del partito toscano, in via Martelli a Firenze, è stata imbrattata con uno spray nero
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    prec

    Firenze, 18 maggio 2009 – Un altro episodio di vandalismo, ancora ai danni della politica e dei suoi simboli in città. Stamani è stata appunto scoperto che la targa del Pd, affissa davanti la sede regionale del partito toscano, in via Martelli a Firenze, è stata imbrattata con uno spray nero. Due settimane fa, la stessa targa era stata colorata con uno spray rosso, utilizzato poi per scrivere, sul muro dell’edificio: Pd=servi.

    Dell’episodio scoperto stamani sono state informate le forze dell’ordine. Ieri, in via degli Artisti a Firenze, era comparsa la scritta ‘vergogna’, vergata con spray nero sulla targa del comitato elettorale del sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, candidato del Pd alle elezioni europee.

  11. per enis scrive:

    s’è fatto di peggio…

  12. enis scrive:

    contenti di aver imbrattato mezza città???

  13. Sempre Presenti scrive:

    Preso da Repubblica.it

    Tra ironia e minacce 2.500 in piazza
    Slogan duri ma anche ironici. Balli, canti e momenti di tensione. Il corteo dei 2.500 tra studenti, genitori e professori indetto per protestare contro le violenze dell´11 maggio davanti al Michelangelo si è dipanato per il centro e si è concluso senza incidenti
    di Maurizio Bologni
    La violenza degli slogan contro un dirigente della Digos e il preside del Miche, la polizia, i carabinieri, lo Stato, Berlusconi e le camice nere, urlati dai militanti dei centri sociali e dagli anarchici. Ma anche l´ironia degli studenti: «Coi caschi e i manganelli vu´ sembrate playmobil». I volti coperti dai passamontagna e gli ombelichi scoperti delle più carine della classe. Gli striscioni minacciosi e le magliette viola stampate per sbeffeggiare gli avversari di turno della Fiorentina al Franchi: «Quanti vu´ siete». Gli ex ragazzi invecchiati al Cpa e i loro coetanei genitori.

    La rabbia della prima linea e i balli allegri ispirati in retrovia dalla banda con molti fiati dolci e poche percussioni dure. Sono i due volti del corteo che, nel pomeriggio di ieri, sfila per protestare contro le violenze che gli studenti dei collettivi denunciano di aver subito dalla polizia l´11 maggio. Si temevano incidenti e vandalismi, che invece si limitano a poca cosa: una manciata di petardoni esplosi lungo il percorso, uova colorate lanciate contro prefettura e tribunale, scritte spray lasciate sui muri del tragitto e l´assalto finale al portone del Miche per imbrattarlo di vernice rossa e affumicarlo di fumogeni.

    Da piazza San Marco, alle 15.30 partono in 2.500, secondo la stima degli organizzatori e della questura che per una volta coincidono. Dall´inizio alla fine non si vede divisa di poliziotti o carabinieri, che, nascosti, restano a presidiare le strade intorno a quelle del percorso. Il corteo è aperto da uno striscione giallo su fondo rosso: «Contro la repressione estendere la solidarietà, rilanciare la lotta». E da un centinaio di esponenti del cpa Firenze sud e del centro sociale Next Emerson, che marciano su sei file, spalla a spalla, saldati dai bastoni, i cosiddetti Stalin, delle bandiere rosse arrotolate. Da loro arrivano gli slogan più duri.

    Poi un gruppo di studenti, un altro striscione («Contro lo Stato resistenza attiva») e una cinquantina di anarchici, infine il grosso del corteo, altri studenti dei collettivi studenteschi, genitori, profughi somali, la banda, militanti di Rifondazione Comunista e del comitato per la difesa della Costituzione. Alla partenza si fa vedere Ornella De Zordo, intorno a Palazzo Vecchio marcia per un po´ Eros Cruccolini. Via Cavour, via Calzaiuoli, piazza della Signoria, via dei Neri, via Verdi, via Sant´Egidio, via Ricasoli, piazza Sant´Annunziata prima del gran finale in via della Colonna, con l´assalto al portone del Miche sul quale vengono affissi striscioni, e dalle 17.30 l´happening improvvisato in piazza D’Azeglio.
    (16 maggio 2009)

  14. GIORNALISTA SERVO scrive:

    Vernice, bastoni e slogan anni ’70
    al corteo di protesta degli studenti
    Le forze dell’ordine hanno seguito tutto da lontano. Pochi momenti di tensione. Più di duemila in piazza, ma in testa c’erano i centri sociali

    L’ordine era quello di non ri­spondere alle provocazioni. Ma soprattutto di rimanere invisibi­li. E così è stato. Non si è vista una sola divisa in giro per la cit­tà durante il corteo organizzato dalla rete dei collettivi studente­schi per protestare contro gli scontri di lunedì scorso. In com­penso gli slogan contro la poli­zia si sono sprecati. Dal generi­co «mestiere assassino è il cele­rino », al «carabiniere non lo di­menticare abbiamo un compa­gno da vendicare», passando per le minacce contro gli uomi­ni della digos, chiamati per no­me, «poliziotto boia speriamo che tu muoia» e «poliziotto fa­scista sei il primo della lista». Sono spuntati bastoni e teste in­cappucciate durante il corteo che annuncia «la lotta sempre più dura» e canta «avanti popo­lo alla riscossa, bandiera rossa trionferà». Bastoni, dice Matteo del collettivo di Scienze politi­che alla fine della manifestazio­ne, per «autodifenderci dopo quello che è accaduto».

    2.500 PERSONE IN PIAZZA SAN MARCO – Arrivano in 2.500 in piazza San Marco — sono 4 mila per gli organizzatori — ma appare subito evidente che la manife­stazione degli studenti verrà monopolizzata dal Cpa. Alla te­sta del corteo una cinquantina del centro sociale. Sono divisi in cordoni, fianco a fianco, ognuno ha un bastone, proprio come nei servizi d’ordine delle foto in bianco e nero che risal­gono agli anni di piombo. Stes­si slogan, stesse mani alzate a indicare la pistola che spara. Il «cordone di protezione» del Cpa in alcuni casi serve ad evita­re che qualche testa calda crei problemi. Come accade in via Calzaioli, quando il corteo pas­sa all’altezza della sede del Po­polo della Libertà e quelli del Cpa sbarrano l’ingresso di via degli Speziali. Dietro i volti noti dei centri sociali, un centinaio di anarchi­ci, con i tradizionali vessilli ros­si e neri e la rabbia contro le forze dell’ordi­ne. Solo dietro gli studenti delle scuole superiori, apparsi quasi come intrusi nel corteo. In coda anche i politici come Ornella De Zordo, Eros Cruccolini, Marzia Monciatti, lo stendardo del­l’Anpi, l’associazione partigiani, e la banda «Fiati sprecati». Vi­sto da qui il resto del corteo che inveisce contro la polizia sem­bra lontano. C’è tensione alla partenza da piazza San Marco quando uno del Cpa avverte giornalisti e fo­tografi di tenersi lontani dal cor­teo.

    STRISCIONI E SLOGAN – Alla testa lo striscione «con­tro la repressione estendere la solidarietà rilanciare la lotta». Partono gli slogan minacciosi contro la polizia che continua a restare invisibile, proprio come nel novembre 2002 in occasio­ne del Social Forum. Lungo il percorso però gli «uomini invi­sibili » riescono lo stesso a filma­re i manifestanti, riescono a da­re un nome anche a quelli che si coprono il volto. Il questore Francesco Tagliente segue la manifestazione minuto per mi­nuto dalla sala radio. In piazza Duomo qualche turi­sta incuriosito prova a scattare foto-ricordo ma dal corteo vola­no insulti anche contro di loro. Un americano allarga le braccia e sorridendo dice «it’s free­dom ». In via dei Calzaioli e da­vanti a Palazzo Vecchio partono fumogeni e petardi. In piazza San Firenze vengono lanciate uova di vernice rossa contro la facciata del tribunale, «simbolo chiaro della repressione», dice Matteo del Collettivo di Scienze politiche. In via Sant’Egidio una ragazza dai capelli rossi scrive con una bomboletta spray «assi­curati la pensione, rapina una banca».

    LO STUDENTE-EROE – Viene imbrattata un’au­to dei carabinieri davanti al­l’ospedale Santa Maria Nuova. Arriva lo studente ferito lunedì negli scontri. È l’eroe da acco­gliere con applausi e abbracci. Davanti al Michelangiolo al­tri fumogeni e altra vernice ros­sa contro il portone. Viene attac­cata una sagoma di cartone che rappresenta un poliziotto inten­to a manganellare studenti. Nel mirino finisce anche il preside del liceo classico. In via della Co­lonna il corteo si lascia dietro una lunga serie di scritte offensi­ve contro forze dell’ordine e giornalisti. Compaiono altri no­mi di poliziotti. Una mano scri­ve «Calabresi assassino». Il cor­teo si chiude in piazza D’Azeglio tra mamme e bambini. E qualcu­no coglie l’occasione per insulta­re anche i giornalisti. «Siete ser­vi, vergognatevi, non scrivete mai la verità».

    Antonella Mollica
    17 maggio 2009

  15. giornalista primo della lista scrive:

    DOMANI RETE AL DAVINCI ALLE 3
    FATE GIRARE!

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