Giovedì 27 due studenti universitari di origine sarda residenti a Firenze stavano tornando a casa dopo una serata passata fuori con amici. Ma si sa, spesso sbagliamo a immaginarci il volto della sicurezza, e se noi la pensavamo soldiarietà e comunitarismo nelle strade, il comune e i giornali ci insegnano che quello si chiama "degrado" e che il vero volto della sicurezza si chiama CONTROLLO e fiato sul collo. Così non si può passeggiare per il centro senza essere fermati da sbirri intontiti, ma anche un po’ troppo esaltati e machisti rispetto alle marziali ma amorevoli pose delle foto mostrate alla "rispettevole cittadinanza".
In via Valfonda i due vengono bloccati da 4 volanti. Uno dei due viene identificato come "persona già conosciuta" e gli viene notificata una denuncia per ubriachezza molesta. E’ il momento in cui emergono particolari inquietanti. La DIGOS di Firenze si sarebbe chiesta, nei mesi in cui il ragazzo era tornato in Sardegna dai suoi, dove fosse finito, arrovellandosi sulla sua scomparsa. Avrebbe quindi inviato un fax alla questura di Nuoro (luogo di nascista del ragazzo) chiedendo di sapere i suoi spostamenti. I tecnologicissimi spioni non sarebbero riusciti nel loro intento, vendicandosi, con una simpatica denuncia, appena ritrovato materialmente il ragazzo. A questo sono seguite due ore di sequestro in questura e poi il rilascio con tanto di sbeffeggi.
SOLIDARIETA’ CONCRETA
ORA E SEMPRE CONTRO LO STATO DI POLIZIA