Lunedì 19 mattina verso le 9 i genitori più reazionari, alcuni
professori e il preside aiutavano la digos a penetrare all’interno del
Da Vinci Occupato. Venivano forzati i blocchi e chiesti i documenti
agli occupanti. In seguito a questo è caduta l’occupazione. Purtroppo
per le persone ignoranti che, in nome della legalità, invece di capire
il perchè delle lotte e cercare di entrarci non hanno fatto altro che
correre dalla polizia, si è voluto mettere il bastone tra le
ruote all’occupazione più forte di Firenze, che ha mantenuto il blocco
della didattica per una settimana organizzando assemblee con maestre,
universitari, genitori, proiezioni di film e che per questo tempo era
riuscita a creare, in un quartiere come quello di novoli, un luogo
liberato di aggregazione, contro-informazione e lotta. Noi occupanti
siamo quindi ancora presenti, sul campo, a lottare. Le minacce e le
intimidazioni non ci fermeranno e siamo ancora pronti a dare del filo
da torcere a chi ci vuole usare, reprimere e togliere diritti.
Scendiamo in piazza Venerdì 23 ottobre per ribadire il nostro no a tagli, privatizzazione, autoritarismo e classismo.
Sempre vigili e attenti, altro che minoranza…
no aspetta non è un problema riguardante la domanda e il concetto in sè…
è un problema riguardante la ripetitività con cui iononstoconoriana scrive ovunque in qualsiasi intervento sempre questa domanda, dando un immagine abbastanza autistica, senza offesa, di sè…
premetto che non sono studente medio- nè universitario da un pò di anni…purtroppo o per fortuna, io, in questo momento non ho la fortuna (?) di averlo un lavoro…
Devo dichiararmi molto deluso dell’intervento di “Benzina”, in un luogo come questo. E non per “difendere d’ufficio” Iononstoconoriana, che del resto non ne ha nessun bisogno. Semplicemente, perché si preferisce esprimere una generica “rottura di palle” di fronte ad una richiesta sia pur monotona, ma che nasconde sempre, di fronte a personaggini di infimo spessore umano, politico e culturale come tale “Enis”, un retro che è sempre interessante analizzare.
Non sono peraltro, a differenza di Iononstoconoriana, un “fan” del lavoro. In questo luogo di studenti medi, li inviterei tutti a leggere e diffondere il “Manifesto contro il lavoro” del gruppo Krisis, e a combattere la società della schiavitù del lavoro alla quali le scuole di lorsignori li stanno “preparando” inculcando nelle loro teste che non esiste e non può esistere alcuna alternativa.
Ma di fronte a un Iononstoconoriana che chiede a tutti questi minus habens televisionizzati “che lavoro fai?”, riecheggiano tante cose. Riecheggia il “buon vecchio” grido “VAI A LAVORARE” che tali figuri emettono davanti al rom, davanti al disoccupato, e persino anche davanti a voi, cari studenti. Cosa vi credete di essere, voi, per un “Enis”? Uno come lui ha l’immagine stereotipata dello “studente fannullone”, di quello che “fa la bella vita a spese di babbo e mamma”, e via discorrendo. E’ questa l’immagine che gli Enis hanno di voi, sapete. Chiaro che, poi, stanno di default con chi vi vuole sempre al vostro posto, inquadrati, ubbidienti, in scuole somiglianti sempre di più a galere.
Non vogliono assolutamente che cresciate come esseri umani e soggetti politici autonomi e pensanti, ma come bravi bambini cui debbono pensare dio, la patria, la famiglia, il preside e il professore.
E, allora, a questi veri parassiti, che “lavorino” o meno, una domanda monotona, sprezzante, martellante come quella di Iononstoconoriana ha la sua funzione. Declineranno poi tutte le loro attività di piccoli automi, di pippibaudi cerebrali, di morti viventi; non meritano che disprezzo.
Quindi, inviterei Benzina e chiunque altro ad evitare “utterances” banali. Casomai, la domanda rivolta a “Enis” e ad altri ectoplasmi consimilari, potrebbe essere così meglio formulata: “DI CHI SEI SCHIAVO?”
Il mio augurio è che qui siano presenti persone libere, invece. Saluti.
Enis non si stancherà mai; io neppure!
Quello del LAVORO è un argomento-discrimine: serve a dirigere immediatamente la discussione su un punto fermo comune a buona parte della popolazione attiva e soprattutto ha rappresentato per decenni una delle carte preferite dalla marmaglia conformista e benpensante che ha sempre qualcosa da insegnare, sempre un buon motivo per osservare con supponente sufficienza chiunque non voglia saperne di mogliaccàsa figliascuola e il resto tuttolavoro, secondo il miglior cliché della normalità suicidiaria.
Bene: cominciamo dunque dal LAVORO, e vediamo un po’ come sono messi gli Enis della situazione!
basta io non sto con oriana…
da compagno..da lettore di questo blog.. da uno che condivide spesso quello e come lo scrivi…
hai rotto le palle con sto Tu che lavoro fai… sei monotono.
scusa la franchezza ma non se ne può più.
No, Enis: sono vent’anni che ci gioco e non mi sono ancora stancato.
Ora ti saluto perché non ho tempo: sono A LAVORARE.
Tu che lavoro fai?
altro che minoranza… siete una parte minoritaria nella minoranza extraparlamentare… PENSA UN PO’….
come state??? finito di giocare a guardia e ladri?
Pare che finalmente la ripetizione ecoica ed ossessiva della volontà di quelli che governano a Roma, che infarcisce tutti i mass media a più alta fruibilità ridotti ormai a colossali macchine per la diffusione della menzogna, sia riuscita a far interiorizzare con efficacia il fatto che gli unici comportamenti incoraggiati e desiderabili sono quelli di consumo.
Il resto dell’esistente? Feccia da eliminare, o materia per poeti in pensione e memorialisti ormai innocui.
La contromisura? Non consumare. Odiare esplicitamente chiunque ostenti più del necessario. Disprezzare, segnare a dito chi si indebita per beni non necessari.
Fare oggetto di dileggio i benvestiti, i conformi, i capellini fatti.
I nove decimi di quello che vedete in giro non merita un istante di attenzione. E’ di oggi la notizia di un enorme pubblicità di chissà che, che ricopre il Ponte Vecchio: e se invece che una pubblicità (che non ho visto, ma sicuramente vi abbondano foto di femmine con poca roba addosso) ci fosse stato uno striscione con qualche slogan come si deve? Quanto sarebbe durato?
Il denaro è diventato l’unico metro di un’esistenza spregevole.
Non usate droghe di nessun genere: mai. Lasciate che le adoperino in piazza Strozzi: avanti di questo passo, dàtegli altra corda e quelli si impiccheranno da soli, prima di quanto crediate.
Le droghe ed i consumi producono il conformismo nel quale siamo -tutti- costretti a dibatterci per non soffocare. Disprezzateli. E disprezzate, odiate, calpestate la sedicente “informazione” che altro non cerca se non individui da distruggere.