Non sei un servo e non fai comodo, lo sai, perché tu porti in mezzo ai banchi la lotta che non si fa mai.
Quest’anno abbiamo visto gli effetti dell’attacco sferrato dal ministro della pubblica (D)istruzione nel 2008, che ha portato alla già spoglia e logora scuola pubblica tagli ai fondi per 8,3 miliardi di euro (siamo al penultimo posto della classifica dei paesi OCSE per i fondi destinati all’istruzione), imponendo l’eliminazio…ne di classi, corsi serali, laboratori, e il licenziamento di personale ATA e insegnanti.
I più colpiti sono gli istituti professionali e tecnici che si trovano in una grave situazione di disagio, con orari disumani e mancanza dei materiali indispensabili per lo svolgimento delle attività specifiche dell’indirizzo.
E’ in questo modo che da trent’anni l’alternarsi di governi sia di destra che di sinistra ha portato avanti una politica di tagli, tesa all’impoverimento della scuola pubblica a vantaggio di quella privata a cui vengono destinati 532 milioni di euro ogni anno.
Tutto ciò nell’ottica di limitare l’insegnamento all’apprendimento di sole nozioni, ostacolando lo sviluppo di una coscienza critica.
Riflesso di questo è la mancanza di spazi di confronto, aggregazione e dibattito, sia durante le ore di insegnamento sia nel pomeriggio, momento nel quale è negata ogni attività extrascolastica organizzata dagli studenti.
Non a caso la provincia rivaluta e promuove la creazione di associazioni apolitiche, che diventano l’unico mezzo per usufruire degli spazi scolastici: palese tentativo di eliminare i collettivi, ultimi baluardi della lotta politica nelle scuole.
Questo impoverimento culturale anestetizza noi futuri cittadini e ci rende indifferenti alle politiche e alle scelte dei pochi “governanti”, che di democratico mantengono solo l’apparenza, portandoci ad accettare ed adeguarci ad una società fondata su uno stereotipo di individualismo, competitività e culto del successo.
Di conseguenza siamo diventati impassibili di fronte al lavoratore precario e sfruttato che non arriva a fine mese, all’immigrato che viene rinchiuso in un CIE (veri e propri lager democratici), all’omosessuale discriminato e picchiato, alla tolleranza verso movimenti e politiche neofasciste e alla repressione nei confronti di chi si oppone.
Per cambiare e invertire questa tendenza dobbiamo partire da un nuovo concetto di scuola, basata sullo sviluppo della coscienza critica dello studente e non sul suo futuro lavorativo.
Non devono esistere scuole di serie A (i licei) e scuole di serie B (gli istituti tecnici e professionali).
Vogliamo l’abolizione dei fondi destinati alle scuole private, alla costruzione di nuovi CIE, alle spese militari, a favore di una nuova scuola pubblica.
Rilanciamo un nuovo anno di lotta, che si muova in modo autonomo a fianco di tutte le categorie che questa società, come noi, la subiscono!
CORTEO STUDENTESCO
VENERDI’ 8 OTTOBRE / ORE 9 / PIAZZA S.MARCO
Rete dei Collettivi * retecollettivi.noblogs.org
UDS Firenze * udsfirenze.it