Nella notte di Sabato 27 ottobre, a Cusago nella periferia di Milano è successo un fatto a dir poco sconcertante. Durante un rave party in un capannone dismesso lontano dal centro abitato, le forze dell’ordine in tenuta antisommossa hanno fatto irruzione all’interno della struttura occupata da circa 2000 persone caricando con manganellate e lacrimogeni le persone che ballavano. Ma andiamo un po’ indietro nell’arco della giornata di sabato per capire cosa sia successo realmente. Sabato alle prime luci dell’alba, Hazard Unitz, Teknomotive e Mechanika Crew (tre sound system da anni attivi nella scena underground italiana) hanno iniziato a montare il sound all’interno di un capannone di Cusago. Nella mattinata, quando già c’erano parecchie persone alla festa, una pattuglia della polizia capita nei pressi della location, e chiama rinforzi. Alcuni poliziotti e digos entrano nel capannone, e parlando con gli organizzatori decidono di chiamare il questore di Milano, che autorizza la continuazione della festa fino a Domenica alle 12. Questo può succedere perché il proprietario del capannone non aveva nessuna intenzione di sporgere denuncia, anzi era divertito dal fatto che ci fosse una festa nella sua vecchia struttura e ha richiesto solo che il posto fosse pulito alla fine dell’evento. A questo punto, cominciano ad arrivare sempre più persone, e nonostante all’interno dell’area della festa ci fosse abbondante posto perché tutti potessero parcheggiare, la polizia non fa entrare nessuna macchina, facendogli parcheggiare al di fuori dell’area, ossia sulla statale. Intanto, il proprietario del posto viene contattato dalla questura, e un funzionario gli dice che se non avesse denunciato l’occupazione temporanea in atto sarebbe stato perseguibile penalmente e denunciato a sua volta. Chiaramente, dopo queste minacce, il proprietario sporge denuncia verso gli organizzatori. La festa intanto era in pieno svolgimento, con migliaia di persone giunte da diverse parti d’Italia e Francia intente a ballare e a godersi la serata. Nella notte di sabato, alcune camionette della celere adibite al controllo della sicurezza negli stadi vengono fatte confluire all’entrata della festa. Un gruppo di 150 poliziotti in tenuta antisommossa entra nel capannone, e intima agli organizzatori di spegnere la musica ed andarsene. Dopo alcuni minuti in cui gli organizzatori cercano di accordarsi invano con le forze dell’ordine, scoppia l’inferno.
Apparentemente in seguito ad una bottiglia lanciata da qualche ragazzo, la polizia reagisce, e partono le cariche all’interno del capannone. La celere inizia a manganellare qualunque cosa o persona veda, distruggendo il chiosco delle bibite, picchiando ragazzi inermi e arrivando anche ad uccidere un cane. All’esterno della struttura si crea una vera e propria guerriglia, con i ragazzi che cercano di resistere al brutale attacco delle forze dell’ordine. A fine serata, il bilancio è di circa 50 feriti, tra cui una ragazza di 22 anni grave, tutt’ora in coma. I sound vengono sequestrati, gli organizzatori denunciati per occupazione abusiva, quattro arrestati per resistenza.
In seguito a questi fatti, Mercoledì 31 c’è stata un assemblea delle varie realtà underground toscane all’ex caserma occupata di Livorno. Quello che è emerso, è l’intollerabilità di questa azione da parte della polizia, che invece di mettere in pratica un azione di sgombero come tante altre ha preferito, con brutalità da macellai e tramite minacce di ritorsioni, dimostrare la sua forza, e tagliare le gambe ad un intero movimento. L’azione di repressione messa in atto Sabato sera non interessa solo i partecipanti a quella festa, poiché anche un’altra TAZ (Zona Temporaneamente Autonoma) è stata sgomberata nella stessa serata a Torino, e nei giorni seguenti abbiamo assistito allo sgombero del CSO Verdi a Torino e del CSO Lambretta a Milano. Diventa sempre più chiaro l’intento di reprimere un movimento, più che di sistemare questioni di ordine pubblico. Dall’assemblea del 31 abbiamo individuato due date di mobilitazione locale e nazionale: la prima il 10 novembre, dove tutte le realtà implicate nella vicenda si sono date appuntamento a Milano, la seconda è il 13 novembre, quando le varie realtà locali toscane si incontreranno per una protesta sul territorio. Protesteremo anche per l’oscurantismo dei media, che continuano a distorcere verità a favore delle forze di repressione, e per il diritto di informazione che ci sta venendo negato (in quanto molti video, foto, testimonianze dell’accaduto sta venendo censurato e tolto dalla rete).
Tutti dovranno venire a questi appuntamenti, indipendentemente se festaioli, squatters, marxisti o filopidiellini, in quanto in questo momento stanno mettendo in atto un sistema di repressione senza precedenti, sostenuto moralmente e finanziariamente dalle masse terrorizzate dalla scia di terrore che questo Sistema si trascina dietro.
A breve ulteriori informazioni sulle mobilitazioni.
Solidarietà ai sound
NONEM, HZD UNITZ, MECHANIKA, TEKNOMOTIVE, SONO PIRATE, EPSYLONN, OTOKTONE
e agli spazi sgomberati
Verdi 15 Occupata e Lambretta.
Support your local underground scene.