Lavorare gratis? Basta tirocini non retribuiti!

stageQuante volte vi siete trovati davanti a un datore di lavoro che vi offriva uno stage gratuito, o un posto non retribuito? Quante volte avete ascoltato il professore parlare dell’opportunità dei tirocini e di quanto dovremmo esserne grati? E’ il momento di fare qualcosa! Non fraintendiamo, non mettiamo in dubbio l’importanza (soprattutto in alcuni ambiti) di un’esperienza pratica ma non per questo dobbiamo essere sfruttati ancor prima del tempo. Finalizzata “alla valorizzazione del momento di orientamento, favorendo un primo contatto fra giovani e aziende”, con carattere “conoscitivo e di affiancamento”, la proposta è partita dai Ministeri di Istruzione e Lavoro, esplicitando come queste due realtà siano strettamente collegate. Loro lo chiamano “affiancamento”, ma è di lavoro che dobbiamo parlare. Le aziende (o strutture ospitanti) gioiscono della nostra presenza perchè ottengono lavoratori a costo zero. Per molte indirizzi scolastici, finalizzati all’inserimento lavorativo in strutture sociali (es.: istituti per IPSS e OSS), e in quelli per i cosìddetti lavori manuali (es.: meccanica, elettronica, moda), o ancora negli istituti che indirizzano verso un lavoro di logistica (es.: grafici pubblicitari, alberghieri), l’esperienza pratica rappresenta per uno studente un’importante opportunità di crescita personale. Ma qui si verifica spesso un altro punto a sfavore: ogni tirocinante è affidato a un tutor scolastico e uno della struttura. E’ frequente che quello della struttura ignori o malgestisca il proprio compito: non sono pochi i casi dove ai tirocinanti venivano affidate mansioni noiose che il tutor non aveva voglia di fare o che il tirocinante non poteva/doveva svolgere. Succede spesso che il tirocinante si viva quest’esprienza nel peggiore dei modi, tornando in classe senza aver appreso niente di quello che si aspettava. Il tirocinio, dove proposto, è obbligatorio, e spesso (quasi sempre) una buona valutazione è fondamentale per l’ammissione alla classe successiva, è quindi molto forte il ricatto alla quale siamo sottoposti. Esiste un altro tipo di tirocinio: il tirocinio estivo di orientamento, della durata massima di tre mesi e da svolgersi tra la fine dell’anno scolastico/accademico e l’inizio del nuovo. In questo caso sono previste eventuali “borse di lavoro” per il tirocinante, con importo non superiore ai 600 euro mensili. A differenza dei tirocini che abbiamo già visto, non vi sono percentuali massime per l’impiego di studenti, salvo una previsione diversa della contrattazione collettiva. Questo avvantaggia molte strutture che nel periodo estivo vedono l’incremento della propria attività, potendo assumere personale a costo zero o a retribuzione minima: un bel risparmio per il padrone. In Italia i tirocini sono circa 500mila l’anno e, di questi, solamente il 5% diventa contratto. Il nuovo ministro dell’Istruzione Carrozza ha affermato che noi giovani italiani non abbiamo voglia di far niente, e per questo progetta l’inserimento dei tirocini nel POF di ogni scuola. Ma se tutti rifiutassimo uno stage gratuito, se tutti insieme richiedessimo una retribuzione per il lavoro svolto?

LAVORARE GRATIS? BASTA TIROCINI NON RETRIBUITI

Rete dei Collettivi Fiorentini

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