Corteo eterogeneo, aperto dagli amici di nicola e chiuso dai partiti, mentre il resto del corteo era riempito da centri sociali e realtà di movimento di mezza italia e dallo "spezzone autorganizzato" composto da anarchici e antifascisti/e veronesi.
Più di 100 gli antifascisti arrivati da firenze con i vari pullman organizzati dalle realtà cittadine.
Qualche momento di tensione a corteo da poco partito, quando sono attaccate un paio di proprietà di banche e agenzie di lavoro interinale. Una grande quantità di sbirri si posiziona al lato del corteo in assetto anti-sommossa; inizia un breve tafferuglio, partono un paio di lacrimogeni (subito rispediti al mittente); il corteo si auto-difende e la situazione torna alla tranquillità. Fallisce quindi il tentativo delle forze dell’ordine di dividere il corteo tra "buoni" e "cattivi".
I cori e le scritte murali che hanno rotto il silenzio-complicità della città si sono scagliati principalmente, oltre che contro il fascismo e i fascisti, contro il sindaco leghista Tosi ("amico" di Forza Nuova e Fiamma Tricolore, ai cui cortei non fa mancare la sua presenza, e autore delle peggiori politiche e campagne razziste e securitarie) e contro i CPT (lager moderni e "democratici" per immigrati senza documenti).
Ogni tanto il pensiero va alla sfilata-farsa dei disobbedienti, partiti distintamente da piazza Brà (fallendo sia numericamente che nell’intento di egemonizzare in senso "soft" la protesta), e un "noi non siamo disobbedienti" viene intonato dai manifestanti.
Il corteo si conclude nella piazza in cui Nicola ha incontrato la morte, e i manifestanti arrivati da fuori danno vita a un altro corteo, questa volta in direzione opposta, per tornare alla stazione dove li attendono treni e pullman.
Tanti i Veronesi che dalle finestre o dalle strade hanno assistito curiosi alla manifestazione, e tanti quelli che vi si sono uniti.
Anche se pur solo per una manciata di ore, le strade di Verona sono state liberate da migliaia di antifascisti; e se, al ritorno in stazione, a qualche demente non era rimasto altro che provocare il corteo esibendosi in un saluto romano dall’interno della sua macchina per poi sfrecciare il più lontano possibile, qualcun’altro ha accostato per dirci:
"Ragazzi, grazie di essere venuti"
Fuori dal clima di intolleranza fascista e bigottismo, Verona ha potuto respirare finalmente un po di aria pulita.
Non può essere che solo l’inizio. L’antifascismo deve tornare ad essere una pratica quotidiana, e non un reperto da rispolverare dopo aver pianto l’ennesimo morto.