ven 5/11 PRESIDIO CONTRO LA REPRESSIONE AL LICEO MICHELANGIOLO

dal collettivo SIL:

RIMPIANTI FORSE,

MA IN OGNI CASO NESSUN RIMORSO

Tutto è cominciato il bel pomeriggio del 18 ottobre quando in una assemblea pomeridiana il Michelangiolo ha deciso di occupare; sebbene gli studenti presenti fossero una minoranza, la decisione presa è stata questa.
Il giorno dopo abbiamo tentato di bloccare la didattica ma pur di avere accesso alla scuola preside, professori e personale ATA in sede sono entrati dalla porta della scuola elementare,mentre in succursale è stata presa a picconate una finestra. Lo stesso giorno Primerano ha provato ad intimidire i suoi studenti. Chi avesse partecipato, fosse stato identificato, avrebbe subito una denuncia.
Queste minacce sono state fatte in moltissime occasioni, in una delle quali gli è stato detto chiaramente che è un buffone e un bugiardo, sorpreso ad intimidire delle ragazze di quarta.
Ci hanno accusato di aver devastato la scuola ma non sono stati fatti danni ed ora ci ritroviamo a dovere affrontare denunce per interruzione di pubblico servizio,reato che ci è stato impedito di commettere, visto che le lezioni nei due giorni di occupazione si sono svolte regolarmente.
È la prima volta che in una scuola accade una cosa del genere,per cui gli studenti si troveranno a subire denunce penali per un blocco della didattica che non è mai avvenuto, richiedendo nelle classi i nomi degli occupanti ai loro amici.
Fin dall’inizio dell’anno ci è apparso chiaro come il preside la pensasse visto che,vorremmo capire con quale legittimità, è andato nelle quarte ginnasio a dire di stare attenti a quelli del collettivo e che potrebbero essere male influenzati.
È chiaro che persone con una coscienza critica e che portano avanti una lotta auto-organizzata non sono bene accette, ce le ricordiamo ancora le sospensioni di due anni fa. Naturalmente l’obiettivo di queste denunce è di frenare e reprimere chi ha provato a esprimere una voce fuori dal coro visto che l’autogestione di quest’anno,si può definire in tutti i modi tranne che come una pratica di lotta.
Gli studenti denunciati sono 22 e possiamo garantire che non saranno certo delle accuse infondate a fermarci, ma anzi siamo ancora più arrabbiati di prima, di fronte ad una società che non fa altro che reprimere ed emarginare chi lotta. Non accettiamo che vengano presi provvedimenti penali nei confronti di 22 persone che non rappresentano gli occupanti ma i soggetti più in vista e più attivi,che in questa occupazione ci hanno creduto e continueranno a crederci

LA VOSTRA REPRESSIONE NON CI FA PAURA

LA NOSTRA LOTTA SARA’ SEMPRE PIU’ DURA

PRESIDIO VENERDÌ 5 NOVEMBRE

ORE 15.00 DAVANTI AL LICEO MICHELANGIOLO

VIA DELLA COLONNA 9

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…E ORA? / riflessioni di fine ottobre verso un momento comune

Quest’anno è stato strano. L’8 ottobre eravamo tantissimi. Eravamo tantissimi e ci siamo riversati nelle strade, nelle piazze, al di là di ogni controllo e di ogni limite, spontaneamente, gioiosi e incazzati, con l’unico obiettivo di ripartire più forti di sempre e manifestando la nostra rabbia per prenderci una volta per tutte il nostro futuro.
Il grande afflusso di studenti al corteo ci ha poi trasmesso il coraggio, e la voglia di occupare le scuole. Le prime quattro che hanno dato il via, e poi un continuo riflusso di blocchi, sgomberi e rioccupazioni, attaccati con le unghie e con i denti a quattro mura che sentiamo nostre e che volevamo lo diventassero realmente.
Quest’anno è stato strano. Eravamo in pochi, ma c’eravamo. Eravamo cinquanta, settanta, cento, centocinquanta. Ma c’eravamo. E c’eravamo noi, non c’erano purtroppo tutti gli altri; sebbene la maggior parte condividesse i contenuti e le motivazioni che ci animano, erano in totale disaccordo con la nostra pratica di lotta, finendo, magari loro malgrado, per ostacolarci con “metodi di protesta alternativi”, vanificando il concetto di lotta stessa. Ci dicono che facciamo “cose illegali” per il puro gusto di farle, ma il punto è che quello che per noi è giusto fare l’hanno reso “illegale”. Sono attaccati a parole come “legalità” e “diritto allo studio”, quando sono gli stessi contro cui lottiamo tutti a determinare i limiti e il significato di questi termini. Hanno continuato per giorni a vagheggiare un’ipotetica collaborazione con presidi e professori: professori che sono sempre buoni a dirti “lottiamo insieme”, ma che si sono scordati che cosa vuol dire lottare. Vuol dire metterci la faccia e il culo per il nostro presente e il nostro futuro, riappropriandoci di spazi che sentiamo ci spettino di diritto, dove stare insieme e formarci insieme, dove quello che facciamo e il modo in cui scegliamo di muoverci non è approvato da nessuno se non da noi. Noi i professori li volevamo: li volevamo con noi più di tutto, perché se lottiamo insieme siamo più forti, li volevamo a fare assemblee nelle scuole occupate e a darci una mano per organizzarci al meglio, ma soprattutto a cercare di capirci, e a chiedersi “e se fossi stato al loro posto?”. Invece purtroppo, per la maggior parte, ci hanno dimostrato che l’unico posto che sanno ricoprire è il loro. Che non sono disposti a liberarsi una volta per tutte degli schemi a cui siamo abituati, ad arricchirsi e ad arricchirci.
Queste occupazioni sono state una sconfitta? Non è questo il punto su cui dobbiamo fermarci a riflettere. L’occupazione di per sé è la vittoria più grande. Perché si impara a convivere in situazioni di pura e semplice uguaglianza, in una comunità formata, gestita e organizzata da noi. Perché si ha il tempo di fermarci un attimo, di riflettere, di confrontarci, di volerci bene e sentirci veramente compagni. Compagni di viaggio, di lotta, di arrembaggio alla vita.
C’è da dire che tutti questi problemi ci hanno fatto rimanere chiusi nelle nostre piccole comunità, a cercare con tutte le forze di tenerle in piedi. Questo ha fatto sì che, a partire dal corteo di mercoledì mattina, tutte le iniziative cittadine non avessero la risonanza e la partecipazione che potenzialmente avevano, esponendoci a rischi di repressione maggiori (non a caso 22 studenti del Miche sono stati denunciati dal preside Primerano e in piazza sono scattate tante intimidazioni e tante denunce). Come se non bastasse, poi, il nuovo prefetto Padoin decide di impedire il passaggio dei cortei da San Marco, fulcro delle lotte, studentesche e non, da decine di anni, rendendo così “illegale” l’ennesimo luogo di aggregazione e limitando la nostra libertà.
Ora è arrivato il momento di una boccata d’aria. Respiriamo, fermiamoci a riflettere, prendiamoci i nostri tempi. Siamo riusciti a bloccarlo, il tempo, per quanto possibile, nei momenti in cui eravamo insieme a occupare. Ora c’è bisogno di un altro momento, di acquistare capacità di coordinarci, di moltiplicare i momenti di socialità e aggregazione e di tornare a vivere e a esplodere come sappiamo di essere capaci di fare.
Diamoci un obiettivo e costruiamo un percorso insieme, fatto di assemblee, di momenti comuni per strutturare in modo completo e arricchire di contenuti la data di mobilitazione generalizzata del 17 Novembre, giornata mondiale di mobilitazione studentesca. Prepariamoci a un momento di sciopero generale, arriviamoci carichi e convinti, lasciamo che i nostri corpi e i nostri pensieri circolino liberi!

Questo percorso inizieremo a costruirlo, nelle parole e nei fatti, ogni lunedì alle 3 alla facoltà di Lettere, in piazza Brunelleschi.

Rete dei Collettivi Fiorentini

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la bottiglieria resiste! solidarietà ai compagni di milano

Da Firenze per chi resiste a Milano!

Dalla parte giusta

Da più di 24 ore, sette compagni e compagne resistono sul tetto della Bottiglieria occupata di Via Savona 18 a Milano. Li assediano centinaia di celerini e il freddo di inizio autunno.

http://labottiglieria.noblogs.org/

In strada tanti altri ed altre complici con la loro volontà di resistenza hanno creato blocchi del traffico, cortei improvvisati, scontrandosi con le guardie e movimentando la notte milanese. L’avevano detto, nessuno sgombero senza resistenza e lo stanno facendo.

Vogliamo esprimere la nostra solidarietà e la nostra complicità con questi compagni che stanno difendendo un bene prezioso: l’autogestione, la libertà di determinare percorsi di vita in comune nelle metropoli di questo paese.

I questurini ed i politicanti blaterano altri sgomberi da fare, ma la nostra impressione è che di questo passo la rabbia e la determinazione stiano crescendo nelle strade tra i molti che non vogliono più concedere un metro agli sfruttatori, ai palazzinari, agli sceriffi.

La partita è ancora aperta. A Milano come a Firenze come ovunque esista una forma di vita non mercificata, comune, liberata. Dalle case occupate, dalle comuni, dai centri sociali fino ai posti di lavoro precario: noi siamo dalla parte dell’autogestione e dell’autonomia, dalla parte di chi resiste.

Firenze 15 ottobre 2010

Movimento di Lotta per la Casa di Firenze

Insicuri – Firenze

CSOA Next Emerson

GSA Cecco Rivolta

Rete dei Collettivi di Firenze

Spazio Liberato 400 colpi

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Comunicato di solidarietà agli studenti fiorentini

Contro le leggi speciali del nuovo questore solidarietà al movimento studentesco

Dopo la grande manifestazione di venerdi scorso in città si è aperto un dibattito tra le forze politiche di “centrosinistra” sull’opportunità di vietare cortei e manifestazioni sui viali ed in alcune piazze, tra queste piazza San Marco, luogo storico del concentramento delle manifestazioni fiorentine.
A scatenare questa discussione è stato l’intervento dell’assessore alla mobiltà Mattei, il quale sabato ha dichiarato che la polizia doveva intervenire (caricando i manifestanti??) per impedire il passaggio della manifestazione sui viali, seguito poi dalla destra cittadina e dai suoi organi di stampa (Nazione, Corriere di Firenze, Giornale della Toscana) in una campagna di linciaggio indecente contro gli studenti.
Il nuovo questore ha preso la palla al balzo e già sabato pomeriggio, con un ingente schieramento di polizia, ha impedito alla pacifica manifestazione dei NoTav di entrare in piazza Signoria relegando la chiusura del corteo in una stradina secondaria dietro Palazzo Vecchio. Questa mattina ci sarebbe dovuto essere il corteo del movimento studentesco con concentramento in piazza San Marco, ma al loro arrivo gli studenti hanno trovato la piazza occupata dalle camionette della polizia, che hanno di fatto impedito lo svolgimento della manifestazione.
Riteniamo molto grave che la polizia impedisca una manifestazione studentesca. Il clima che si sta respirando nel nostro paese è sempre più pesante: basta lanciare un uovo contro qualche sindacalista venduto al padrone di turno per essere accusati di terrorismo o peggio ancora di squadrismo, si impediscono le manifestazioni, si manganellano i lavoratori, si intimoriscono i compagni più giovani con denunce e perquisizioni.
Probabilmente alla borghesia italiana ed ai suoi partiti (PD-PDL) fa paura il possibile risveglio delle lotte che potrebbero far tornare ad un autunno molto caldo.
Il Partito Comunista dei Lavoratori esprime la propria incondizionata solidarietà agli studenti fiorentini ai quali è stato impedito di manifestare contro la riforma del ministro Gelmini ed invita tutti i giovani, disoccupati, studenti o precari, a scendere in piazza contro questo governo reazionario.
Partito Comunista dei Lavoratori Firenze
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Sul comunicato post-corteo di casaggì… e sugli sbirri

“Firenze, tensioni al corteo studentesco. La manifestazione della sinistra radicale incontra un gruppetto di ragazzi vicini a casaggì. Parte la “caccia al fascista”. I ragazzi di destra, attaccati, si sono difesi.”

Questo è l’incipit con il quale i fascisti di casaggì hanno aperto il loro comunicato-farsa sulla presunta aggressione avvenuta nel corteo di oggi (venerdì).
Secondo la ricostruzione dei ggiòvani “dai megafoni partono gli ordini di scuderia, che incitano i manifestanti a scagliarsi contro di loro”, manifestanti che, “in centinaia” e “a volto coperto”, avrebbero “aggredito i militanti inneggiando all’odio”.
Questa è una favola mal costruita che fa acqua da tutte le parti, la verità è ben diversa: i militanti in questione (in realtà solo uno) si sono presentati alla testa del corteo con l’intento, realizzatosi, di provocazione. Dai megafoni si è richiamato l’ordine, invitando a calmare i bollenti spiriti. Nessuno studente di destra è stato toccato, anzi alcuni manifestanti sono rimasti coinvolti mentre cercavano di sedare lo scontro.
Ma non vogliamo dilungarci sulle loro strategie provocatorie, volte a distogliere l’attenzione, almeno quella dei mass media, dai contenuti della mobilitazione. Vogliamo focalizzare la nostra attenzione su questi ultimi.
In più di diecimila, oggi, abbiamo rivendicato il diritto ad una scuola pubblica, laica e di massa.
Abbiamo opposto ai tagli della finanziaria 2010 la richiesta di destinare tutti i soldi che finanziano la scuola privata (532 milioni di euro l’anno), la spesa militare e la costruzione di nuovi CIE, per risanare realmente la scuola pubblica.
Abbiamo voluto portare in piazza anche la piena consapevolezza che l’attacco alla scuola è inserito in un contesto di distruzione di ogni tipo di diritto, di repressione, che il governo italiano e i suoi affiliati (vedi confindustria) attuano in ogni ambito della società.
Siamo riusciti a bloccare la città, anche grazie a quattro cortei spontanei che si sono diramati non appena siamo giunti in Piazza della Libertà.

Rete dei Collettivi Fiorentini
UDS Firenze

(E ci teniamo anche a ricordare  come per l’ennesima volta i fasci si nascondano nel loro ridicolo vittimismo, riportando la memoria, per esempio, agli stravolti fatti del “blitz in consulta” dell’aprile dell’anno scorso, quando urlarono all’aggressione ancora una volta inventandosi tutto di sana pianta… Ci viene da chiederci chi sia più scemo, loro o gli sbirri di merda, che continuano imperterriti a mostrare la loro vera faccia in maniera fin troppo smascherabile, portando via e picchiando un ragazzo di diciott’anni che aveva partecipato al corteo e ritrovandosi dieci minuti dopo cento manifestanti che bloccano per l’ennesima volta i viali raccontando dai megafoni quanto sono bravi e buoni questi poveri padri di famiglia in divisa… le nostre forze dell’ordine si nascondono dietro l’angolo a minacciare e picchiare manifestanti diciottenni e quando i giornalisti fotografano prendono le macchine e buttano via i rullini… un bell’applauso ai tutori dell’ordine, per favore! …Ancora una volta gli studenti sono riusciti a palesare davanti ai cittadini di Firenze la doppia faccia di queste merde!)

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FESTA BENEFIT Spese Legali * Cassa Contro La Repressione

Dopo il corteo dell’8… ridiamo vita alla Cassa con una serata di baldoria!

dalle 20:30 a oltranza…

cena sociale 5€ (lasagne veg, alette di pollo e patate!)
…concerto 3€
Doomed Humanity (punkins existencial crustcore assalt)
The Drunken Nights (street punk)
Soul Rebel (dj set reggae)
Tullosaicomesono (dj set disco*trash)

MUSICA, DJ SET E BEUTE A PREZZI POPOLARISSIMI PER TUTTA LA NOTTE…
RILANCIAMO LA SOLIDARIETA’!

Cos’è la Cassa?
E’ un idea nata dopo le cariche al corteo studentesco dell’11 maggio scorso, alla quale seguì una caccia all’uomo conclusa con 10 studenti portati in questura e 19 denunciati. Proprio quel corteo stava manifestando contro la repressione che, da ottobre 2008 a questa parte, non ha smesso di colpire a vari livelli gli studenti in lotta tra denunce, divieti e sospensioni.
Per rendere l’idea di come e quanto la repressione si sia abbattuta sugli studenti qui a Firenze: per le occupazioni e le varie mobilitazioni dell’ultimo anno scolastico, decine di studenti e studentesse, molti/e di quali minorenni, si troveranno presto a sostenere processi perchè colpevoli di non abbassare la testa e continuare a lottare in un movimento, quello delle scuole e delle università, che sta diventando troppo fastidioso per le istituzioni e i suoi cani da guardia (Digos in testa). Se così pensano di farci tornare zitti e buoni tra i nostri banchi, infondendo terrore da un lato e criminalizzando gli studenti entrati nel loro mirino dall’altro, da parte nostra non possiamo che rilanciare la nostra SOLIDARIETA’ (oltre che le nostre lotte): il sostegno economico alle spese legali che saranno costretti/e ad affrontare i compagni costretti a processo rientra in questa volontà.

Non si tratta di “beneficenza” ma, per l’appunto, di solidarietà concreta: un arma di auto-difesa dalla repressione in mano agli studenti.

Come funziona?
La Cassa si (auto)finanzia tramite una serie di iniziative di solidarietà svolte in città: aperitivi, cene, serate. Lo scopo di queste iniziative non vuole essere solo quello di “arricchire” la cassa, ma anche di tenere vivo in città un discorso di opposizione alla repressione. Il ricavato servirà di volta in volta a sostenere il processo (o i processi) in corso.

SE HAI AVUTO PROBLEMI LEGALI PER UN CORTEO, UN OCCUPAZIONE O QUALSIASI ALTRA COSA CONTATTA LA CASSA CONTRO LA REPRESSIONE, inviando un’email a rete@stronzi.org

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