Venerdì 9 Ottobre Corteo Ore 9 In Piazza San Marco…Fuori Dalle Scuole-Invadiamo Nuovamente La Città!

UN ANNO DOPO SIAMO ANCORA QUI!

Lo scorso autunno studenti medi ed universitari si sono mobilitati per mesi contro i provvedimenti previsti dalla legge 169 e i tagli all’intero mondo dell’istruzione (e non solo) stabiliti dalla legge 133. Ad un anno di distanza se ne sentono in tutta la loro gravità gli effetti: licenziamenti, contratti non rinnovati, chiusura di laboratori e biblioteche, accorpamento di sedi decentrate e corsi universitari. Non pensiamo, però, che queste riforme siano mele marce cresciute su un albero rigoglioso; è tutta la pianta ad essere malata! Esse rappresentano, infatti, l’acutizzarsi di un processo di ristrutturazione della scuola e dell’Università iniziato negli anni ’80, grazie alla spinta di Confindustria, e finalizzato a modellare sulle esigenze delle imprese tanto icontenuti della didattica e della ricerca quanto la struttura piramidale di
tutto il percorso formativo, nel tentativo di farci pagare l’estrema
ingordigia di profitto propria di un modo di produzione in fase di crisi
acuta.

La ristrutturazione del sistema formativo

Le riforme Bassanini, Berlinguer, Moratti e Fioroni, e in ultimo il Ddl Aprea, hanno portato a una separazione sempre più netta tra formazione liceale e formazione professionale, all’entrata dei privati nei Consigli d’Istituto (che diventeranno Consigli d’Amministrazione), alla possibilità per ogni scuola di assumere insegnanti senza un bando pubblico, quindi come una vera e propria azienda. Parallelamente le riforme dell’Università, il cui punto culminante è stato il Processo di Bologna, hanno portato all’introduzione del 3+2, come strumento di selezione nei confronti delle
classi subalterne, e del sistema del credito formativo, come strumento di quantificazione/mercificazione del sapere. L’università si candida, in questo modo, a sfornare lavoratori disciplinati alla produttività, divisi e gerarchizzati in base alla "quantità" di "competenze" assorbite (più o meno utili ad assicurarsi un lavoro a seconda della cifra pagata dallo studente per il master, il corso di formazione, la lezione privata, ecc.).

Non continueremo a pagare la loro crisi!

La consapevolezza che il sistema della formazione non sia un mondo a sé stante ma sia parte integrante di questa società basata sullo sfruttamento ci spinge a non fermarci a rivendicazioni meramente studentiste o categoriali, ma a formulare una critica che unisca tutti i soggetti che vivono questa crisi (lavoratori precari o meno, immigrati). Parallelamente ai tagli e alle privatizzazioni di scuole e università, assistiamo infatti a licenziamenti di massa e cassaintegrazioni nelle fabbriche e ai mancati rinnovi dei contratti precari.

In un contesto di crisi sempre più acuta, diventa indispensabile per il Governo sviare l’attenzione dai problemi reali e dividere le classi più colpite, creando nemici ad hoc come l’immigrato, introducendo il reato di clandestinità (che comporta l’impossibilità di sposarsi e di iscrivere i figli all’anagrafe, l’impossibilità di "regolarizzarsi" e la detenzione nei CIE solo per il fatto di non avere un documento) e proponendo un tetto del 30% alla presenza di immigrati nelle classi.
Per contrastare chiunque denunci le conseguenze di questo sistema si va ad accentuare il controllo sociale: telecamere "amiche" per strada, telecamere di sorveglianza a scuola; denunce per i cortei, 5 in condotta agli studenti "indisciplinati", per finire pattugliamenti selvaggi, militari nelle città e ronde squadriste.

La scuola, l’università, la società si cambiano ribaltando le logiche classiste e autoritarie che le governano, attraverso l’autorganizzazione, senza affidarsi alle rivendicazioni riformistiche di partiti o sindacati concertativi.

NO ALLA FORMAZIONE CLASSISTA E AUTORITARIA!
NO A XENOFOBIA E MILITARIZZAZIONE!
NO ALLE POLITICHE PADRONALI CONTRO I LAVORATORI!
NO ALLA CONCERTAZIONE SINDACALE!

MANIFESTAZIONE STUDENTESCA VENERDÌ 9 OTTOBRE P.ZZA SAN MARCO H 9

Studenti Medi Antifascisti Fiorentini

Universitari Autorganizzati

Pubblicato in Generale | 28 commenti

Sabato 26 Settembre Serata Di Autofinanziamento Del Collettivo Universitario Cani Sciolti

 
 

SABATO 26 SETTEMBRE

serata di autofinanziamento Cani Sciolti*Universitari Autorganizzati

 

Bettola DjSet

REGGAE – Pinnacle Sound

HIPHOP – Renault from France

ELETTRONICA

 

a Villa Panico 

nel parco di San Salvi – autobus 6, 32, 24

Pubblicato in Generale | Commenti disabilitati su Sabato 26 Settembre Serata Di Autofinanziamento Del Collettivo Universitario Cani Sciolti

Siamo Usciti Di Classe… Dal Sito Del Collettivo Autonomo Davinci


Siamo usciti di classe durante il minuto di silenzio. Mentre la nazione
intera si sprecava nel minuto dell’ipocrisia imperialista e della
riverenza al padrone a stelle strisce siamo andati in bagno. O in
cortile a fumare. L’abbiamo fatto perchè non sentiamo il bisogno di
commemorare i nuovi crociati, che come mille anni fa (la storia, si sa,
si ripete) andavano a "cacciare il nemico islamico".

La guerra in Afghanistan è solo una delle ultime delle tante guerre
imperialiste che i governi occidentali (non ultima l’italia) hanno
perpetrato dal dopoguerra ad oggi (se proprio vogliamo escludere la
seconda guerra mondiale..). Una delle tante guerre in cui i padroni di
turno, di centro-destra o di centro-sinistra, repubblicani o
democratici, bianchi o neri, individuano la fonte di tutti i mali nel
"terrorismo islamico", nell’arabo cattivo, che va scacciato dalle
nostre terre e saccheggiato nelle loro. Come se anche in europa e in
america non esistessero i maltrattamenti sulle donne, le violenze
dettate da nazionalismo e religione. Mentre migliaia di lavoratori sono
lasciati in mezzo alla strada, mentre muoiono centinaia di persone sul
lavoro, mentre squadristi esaltati si agitano per le nostre strade,
mentre preti con smanie di potere si intromettono nella sanità e nella
formazione, mentre le città si militarizzano per proteggere padroni
sfruttatori e un po’ troppo compromessi, media e governo si impegnano a
costruire e sostenere il teatrino del cordoglio. E’ di qualche mese fa
la notizia (come tante altre) dei 150 civili afghani morti per un
bombardamento NATO, ma poco importa. E allora tricolori sventolati,
funerali di stato, servizi strappalacrime, ferme volontà di non
ritirare le truppe. I governi occidentali liberisti continuano a
volersi conquistare il mussoliniano posto al sole in medioriente e
marciano su Iraq, Afghanistan, Palestina…

Abbiamo capito che la patria, la nazione, non è altro che un modo
per far sostenere le politiche classiste e imperialiste dei governi dei
padroni. Abbiamo capito il giochino di puntare il dito sul diverso per
poter giustificare le proprie nefandezze. Abbiamo capito che quei
militari, mercenari, non sono eroi, ma esaltati che combattevano quella
violenta crociata del dollaro, forse anche un po’ personale, che
rafforza il potere di chi ci comanda. Abbiamo capito che le nostre
scuole anche su questo devono plagiare individui senza opinioni,che
silenziosamente si rendono complici della violenza della guerra.


L’abbiamo capito, per questo siamo usciti di classe durante il minuto di silenzio.


Il Da Vinci Antimilitarista

Pubblicato in Generale | 4 commenti

La Terra Comincia A Tremare…Sono Gli Studenti Pronti A Tornare

C’hanno fatto credere che avremmo potuto cambiare le cose con un voto.
C’hanno fatto credere che il problema del paese fosse l’immigrazione e
che centinaia di persone per il bene dell’Italia dovessero essere
rinchiuse, pestate e umiliate in un carcere "per identificazioni".
C’hanno fatto credere che con il dialogo con le istituzioni fosse possibile migliorare la nostra scuola e la nostra università.
Hanno continuato il loro modellamento della scuola del futuro, una
fabbrica di automi non pensanti con l’unico fine di raggiungere il voto
che potesse definirci all’interno della società.
C’hanno imposto l’insegnamento della religione – che d’ora in poi
permetterà di aumentare i propri crediti – e hanno trasformato i
consigli d’istituto delle nostre scuole in consigli d’amministrazione
rendendo finalmente la scuola una vera e propria azienda.
C’hanno convinto che, in tempo di crisi e instabilità, l’unica
sicurezza  possibile sia quella di ronde e sbirri. scagliandosi contro
il più povero e lo straniero.
C’hanno imposto i militari nelle città, nel quadro di un progetto
mondiale che vuole entro il 2020 tutte le città completamente
militarizzate e sotto l’occhio vigile di telecamere e polizia in un
Grande Fratello reale.
C’hanno messo gli uni contro gli altri, buoni contro cattivi,
manifestanti contro "facinorosi", convincendoci che ci saremmo potuti
affermare solo umiliando chi stava peggio di noi.
C’hanno caricato, pestato, rincorso, a Firenze come a Torino, a Roma come a Milano.
C’hanno denunciato per ogni accenno di dissenso, hanno iniziato a
perseguitare ogni singolo studente che da ottobre a oggi si fosse reso
un pò “troppo” partecipe al movimento studentesco.
C’hanno sequestrato e c’hanno tenuto 12 ore in questura con la colpa di voler partecipare a un corteo nazionale contro il G8.
Ci sono entrati in casa davanti alle facce sbigottite di genitori e
parenti a cercare le pericolosi armi con cui avremmo condotto la nostra
protesta studentesca, accontentandosi di sequestrare foglietti, 
appunti e qualche casco usato per resistere alle loro manganellate.
Hanno tentato – senza successo – di sgomberare alcuni degli spazi
occupati rimasti in città (Riottosa e Villa Panico) ultimi luoghi dove
sia possibile condividere festa e lotta fuori dalle logiche economiche
cittadine.
Nelle prigioni i detenuti continuano a essere ammassati e trattati come
maiali; nei C.i.e. gli immigrati vengono ogni giorno pestati, torturati
e uccisi; nelle fabbriche si continua a spargere sangue; l’esercito
italiano distribuisce democrazia a suon di bombe in più 20 zone del
mondo…
Sempre più lavoratori, insegnanti, e precari si trovano per stada senza
un lavoro e nelle città il grigiore e l’alienazione stanno trasformando
gli uomini in robot.
Tutto questo nel silenzio della popolazione "per bene" che, stordita
dalla televisione e dalla propaganda di regime, è troppo impegnata a
dispensare giudizi, morali e chiacchere verso chi a queste condizioni
non vuole starci.

Eppure qualcosa si sta iniziando a muovere: nei lager per immigrati
come nelle carceri, i prigionieri in tutto il paese si stanno muovendo
per rispondere alla violenza dello stato con continue rivolte e
evasioni; in sempre più citta sfrattati e famiglie oppresse da mutui e
affitti riscoprono la via dell’occupazione; dalle fabbriche il grido e
le mobilitazioni degli operai tornano a far paura ai padroni e ai loro
servi.

E’ dalle scuole, dalle università, dalle piazze, dagli studenti che
deve ripartire la mobilitazione, la protesta, la rivolta. E’ in noi,
nella nostra generazione, la speranza della nascita di qualcosa di
diverso.
Non è più il tempo delle balle e delle belle parole, è tempo di
ribaltare le cose, è tempo di azione, di condivisione e di lotta.

E’ tempo che gli studenti rinizino a autorganizzarsi, a informarsi e a comunicare.
E’ tempo che nelle scuole e nelle facoltà rispuntino collettivi, giornalini, elementi di disturbo.
E’ tempo di festa, di gioia e di aggregazione.
un lungo e caldo autunno ci aspetta: organizziamoci per renderlo infinito.

Pubblicato in Generale | 9 commenti

Ancora su Piazza D’Azeglio – Storie di studenti, telecamere e 007

Nel pomeriggio di ieri, gli spioni
della Digos
hanno ben pensato di portare la loro (mal)celta presenza
in piazza D’Azeglio, dove intanto si teneva la prima assemblea della
Rete dei Collettivi
dall’inizio dell’anno scolastico. Armati di
telecamere e delle loro solite facce di ca***, i nostri maldestri
imitatori di 007 iniziano la propria operazione segreta filmando
l’assemblea.

Ma qualcosa va storto per gli agenti:
qualcuno deve aver notato la telecamera (oltre che la faccia di ca***
abbinata)!

Basta fare due più due, e così gli
studenti si alzano in piedi e si dirigono verso il nostro James Bond
dei Poveri che, come suggerito dai migliori film di Hollywood, per
non dare alito ad alcun sospetto, si allontana fischiettando: un
mito!

Gli studenti lo seguono, finchè,
allarmati probabilmente dalla rabbia visibile sul loro volto, dai
cespugli della piazza escono tre colleghi del Nostro a portargli il
proprio eroico e virile sostegno.

“Quattro… erano quattro!”, direte
voi… ma altri tre agenti si fanno notare dal lato opposto della
piazza: erano Sette (come i nani! Ma decisamente meno simpatici).

Agli studenti, a cui è proibito
ritrovarsi a scuola
, e che dopo essersi ritrovati in piazza si sono
ritrovati circondati e spiati
, non è rimasto altro che spostarsi in
luoghi (forse) più sicuri, tra la rabbia e lo sforzo di mantenere i
nervi saldi…

Dall’altra parte i Nostri Prodi avranno
fatto il loro rientro in Questura con la coda tra le gambe, e questo
non può che portare su i nostri animi: amici cari,

MISSIONE FALLITA
!

Pubblicato in Generale | 11 commenti

SGAMATI! – Vietato parlare su una panchina di D’Azeglio –

Dopo averci cacciato a suon di manganellate e divieti dalla scuola dove ci riunivamo, i nostri vecchi e cari tutori dell’ordine c’hanno di fatto vietato di FARE UNA CAZZO DI CHIACCHERATA IN SANTA PACE su una panchina di D’Azeglio.

Infatti nel pomeriggio di oggi appena usciti da scuola abbiamo deciso di fare la nostra assemblea nella Piazza del centro, ed è così che intorno alle 3 del pomeriggio ci troviamo, chi seduto su una panchina chi in terra su un casco, a ragionare di possibili volantini e progetti per il nuovo anno scolastico.

Peccato che dopo qualche minuto viene notato a una notevole distanza un sospetto figuro con telecamera alla mano puntata verso di noi, il quale con fare molto ma molto losco inizia ad allontanarsi e ad abbassare la telecamera  non appena ci accorgiamo della sua presenza.

Inutile dire che come qualcuno di noi si avvicina per chiedere spiegazioni, spuntano, nascosti dietro alberi e fraschi, altri 4-5 digossini con atteggiamenti minacciosi, e che solo un affrettato allontanamento, che mostra poi la presenza di altri 3 digossini in un altro punto della piazza, evita il fermo degli studenti presenti all’assemblea.

Questo è uno dei casi in cui le parole sono difficili da esprimere; è invece molto più facile provare una strana sensazione dentro di sè, di stupore, ormai sempre meno in realtà, di assurdità, (8 persone pagate – da noi – per guardare quanti siamo belli e ascoltare i cazzi nostri!), di rabbia, perchè ormai viviamo in un paese dove non è più possibile trovarsi un pomeriggio in una panchina di una piazza in più di 3 persone e parlare di quello che ci succede attorno, senza gli aguzzini del regime che cercano di spiarci pronti per colpirci e eliminarci.

Pubblicato in Generale | 6 commenti