volantino distribuito in piazza al corteo di ieri, 16 maggio 2009, contro la repressione…
CONTRO
LA REPRESSIONE
Nelle
cariche, nei pestaggi e nelle furiose caccie all’uomo di lunedì
contro gli studenti medi, tutta la violenza
dello Stato
è
venuta a galla,
mostrandosi chiaramente a tutta la città.
In
un momento in cui a livello nazionale assistiamo ad una sempre più
pericolosa deriva
autoritaria e neofascista;
in un momento in cui i padroni della terra si vogliono preparare un
terreno tranquillo
per il prossimo G8 a L’Aquila,
a Firenze la
repressione si è abbattuta con tutta la sua infame forza contro
quegli studenti che da ottobre sono tornati ad autorganizzarsi,
portando avanti all’interno delle scuole e delle università, e
all’esterno di partiti e sindacati, le proprie lotte: quella che
viene attaccata è un intera esperienza collettiva nata dalle
occupazioni di ottobre, che non ha visto nella fine dell’autunno la
fine della necessità
di lottare
e di autogestire i propri spazi.
E’
in questo senso che la violenza poliziesca non si è abbattuta contro
studenti “innocui”, ma al contrario contro degli
studenti che, per le stesse persone che assoldano, stipendiano e
aizzano i propri cani da guardi in divisa,
rappresentano
un pericolo reale dal momento in cui rifiutano il proprio ruolo di
automi obbedienti tra dei banchi sempre più stretti e con
determinazione decidono di riprendersi ciò che gli spetta
senza chiedere permessi o autorizzazioni e senza piegarsi al nuovo
dogma laico di legalità che serve a difendere ingiustizie e
sopraffazioni.
Non
è lunedì che gli studenti hanno scoperto la repressione: la vivono
tutti i giorni quando vanno a scuola, tra telecamere, autoritarismo
sistematico e 5 in condotta, ed hanno imparato a conoscerla nelle
decine di denunce che si sono susseguite negli ultimi mesi di lotta,
nel divieto a riunirsi nelle proprie scuole, nelle “visite”
forzate in questura e nei risvegli con la polizia dietro la porta di
casa alle 7 del mattino.
Allo
stesso modo non c’è bisogno di parlare della situazione degli
studenti per guardare al di là della maschera che con tanta cura
questo stato si è modellata sul proprio volto:
la
violenza di lunedì è la stessa che da sempre colpisce chinque porti
avanti in modo radicale le proprie lotte;
la
stessa con la quale ogni giorno i fratelli immigrati
devono fare i conti, perchè colpevoli di non avere un pezzo di carta
e condannati all’interno dei nuovi lager democratici chiamati
CPT/CIE.
NON
UN PASSO INDIETRO
Se
oggi siamo in piazza è per affermare questo. E’ per ribadire che
nonostante le manganellate, le denunce e le cacce all’uomo gli
studenti non si sono arresi.
E’ perchè come studenti siamo convinti che la risposta alla
repressione debba andare al di là della naturale indignazione e non
possa essere altro che il sempre maggiore rilancio della lotta stessa
che la repressione vuole andare a soffocare. Non
possiamo permetterci di cedere un solo metro,
nelle pratiche come nei contenuti, perchè è esattamente questo che
con le manganellate e le denunce vorrebbero ottenere. Dall’altra
parte, ogni
distinzione tra “buoni” e “cattivi” fa altrettanto il loro
gioco.
AUTORGANIZZARE
LA DIFESA
Con
le cariche di lunedì, agli studenti è stato negato l’ennesimo
spazio di agibilità politica, ovvero di quello di scendere nelle
strade e manifestare. E’ proprio di questo spazio fondamentale che
gli studenti oggi si vogliono riappropriare, scendendo di nuovo in
piazza e facendolo in modo auto-difeso. Ancora una volta
l’autorganizzazione si presenta come l’unica possibile risposta al
pesante attacco subito lunedì, nell’inutilità totale di affidarsi a
quella “bontà” che le stesse persone mandanti e/o esecutori
delle violenze di lunedì hanno già abbondantemente dimostrato di
non solo di non possedere, ma di esserne anzi l’antitesi per
eccellenza.
16
Maggio 2009, Firenze
gli
studenti e le studentesse della Rete dei Collettivi