Riguardo alla domanda "cosa c’entra l’anifascismo in una manifestazione studentesca?"
Riteniamo
che l’anitifascismo sia un valore che debba essere condiviso da tutti,
non ci sono momenti per l’antifascismo, L’ANTIFASCISMO E’ SEMPRE. In
una manifestazione di questo tipo troviamo più che legittimo ribadire
questo concetto. E cosa sarebbero poi le classi divise per italiani e
stranieri, la videosorveglianza, il controllo elettronico, la
repressione sempre maggiore all’interno delle nostre scuole se non
espressioni di fascismo?
Altre piccole osservazioni su quanto scritto sui giornali:
Non
vi era nessuna bandiera del cpa (??) alla testa del corteo bensì una
bandiera rossa con disegnato il simbolo dell’autorganizzazione, presente in tutte le
manifestazioni precedenti come del resto l’uso di fumogeni e petardi…
perchè solo questa volta hanno destato tanto scalpore?
azioni non hanno partecipato i famosi "centri sociali" e CPA che tanto
invocano la stampa, ma semplicemente ragazzi e studenti.
Che le pagine dei giornali travisino e criminalizzino i fatti effettuando la solita divisione tra “buoni” e “cattivi” non ci stupisce certo nemmeno un po. Che invece l’Uds, pseudo-sindacato studentesco vicino alla sinistra istituzionale,
pubblichi sul proprio blog questa carta da cesso piena di falsità, da
loro definita “un buon riassunto di come sono andate le cose”, per
precisare la propria estraneità dei fatti, ci lascia invece un po a
bocca aperta: nessuna parola sulle denunce, sulla polizia che non
vuole far partire il corteo, sui cordoni davanti alle scuole e la
“caccia al manifestante” per le identificazioni di fine corteo, nemmeno
il buon gusto di scrivere un proprio comunicato di dissociazione.
L’importante è tirarsi fuori e salvare la faccia da democratici bravi
ragazzi. Se qualcuno ha superato per infamità la stampa, quello è l’Uds.
Ribadiamo, come scritto nel comunicato:
tale gravità non fa altro che stare al gioco di chi ci vuole zitti ed
obbedienti.
Lunedì 17 novembre, un migliaio di studenti hanno partecipato al corteo indetto nella giornata di mobilitazione studentesca mondiale, disertando le lezioni e portando nelle piazze quella che è la nostra idea di scuola, anni luce distante da quella imposta dalle leggi del mercato e dall’autoritarismo. Vista l’opera di falsificazione e criminalizzazione dei fatti messa in atto dai giornali, e le probabili denunce contro alcuni manifestanti già annunciate dalla questura, sentiamo la necessità di chiarire ciò che realmente accaduto ed il suo significato.
Fin dalla prima mattinata, la sbirraglia si è contraddistinta per il suo atteggiamento particolarmente provocatorio: il corteo, che la questura si era rifiutata nei giorni precedenti di autorizzare, una volta partito da piazza D’Azeglio, seguito da uno spropositato numero di mezzi ed uomini blu, viene bloccato in piazza San Marco, dove dei nutriti cordoni di poliziotti bloccavano l’imbocco di via Lamarmora. Con l’uso dell’antisommossa la Digos cerca di costringere la manifestazione a prendere via Cavour, facendola scadere nel solito breve corteo per il centro, non incisivo nè fastidioso alla sfrenata circolazione cittadina.
Come è sempre stato in queste giornate, abbiamo reputato necessario non ridurre le nostre dimostrazione ad atti puramente simbolici, ma trasformarle in azioni reali di lotta, capaci di alterare la normalità ed incidere in città: con determinazione non ci siamo dati per vinti, fino a che la stessa polizia s’è vista costretta a permettere il proseguimento del corteo.
Degno di nota anche il cordone di poliziotti davanti all’ingresso del liceo Michelangiolo… probabilmente il ricordo di quel 10 ottobre in cui gli studenti dello Spezzone Autorganizzato deviavano il corteo e occupavano la scuola continua a fargli paura!
Lo striscione d’apertura "Per una scuola autogestita: autorganizzazione, antifascismo, lotta!" ha pensato ad esplicitare quelle che sono le nostre chiare, determinate e irrevocabili parole d’ordine. Le azioni realizzate durante il corteo, invece, hanno pensato a concretizzare quest’ultime.
Arrivati sotto il liceo Castelnuovo, ignoti facinorosi "appartenenti all’ala dura del movimento" (da repubblica), oscuravano le telecamere all’ingresso della scuola, e lasciavano sul muro la scritta "videosorvegliateci sto c***o!": abbiamo espresso così la nostra opposizione a tutte le politiche securitarie e repressive che rendono le nostre scuole sempre più simili a dei penitenziari. La scuola che vogliamo è un luogo di cultura, e non certo di controllo.
A quel punto il corteo occupa i "viali" e arriva in piazza della Libertà, passando accanto al Caffè Decò, che ospita l’associazione pseudo-culturale Giorgio Almirante (vicino alla Nuova Destra Sociale), oltre che numerose iniziative di chiaro stampo fascista ( non è certo un caso se, come apprendiamo dai giornali, in quel momento di trovava al suo interno il coordinatore regionale del Lazio della Nuova Destra Sociale). Proprio sabato scorso si svolgeva nel bar il concerto del gruppo musicale neonazista "Hobbit", che ha richiamato a Firenze naziskin e infami di mezz’italia: quella che abbiamo sentito è stata la necessità di chiarire che a Firenze non c’è posto per queste merde. E’ così che i soliti ignoti “bersagliavano” il bar con dei fumogeni, e lo abbellivano con la scritta "Fasci Infami!" (senza nessuna stella a cinque punte, come riferisce La Nazione, che pur si contraddice pubblicando la stessa foto del muro…).
Il corteo prosegue su Viale Don Minzoni, e incrocia via Maruffi, dove ha sede quello che Azione Giovani spaccia per “centro sociale” (di destra): Casaggì. Lì una decina di fasci, protetti dalla polizia (!) e a debita distanza dai manifestanti, provocano il corteo e si impostano in ridicole pose da “machi italici” dell’ultima ora e filmano tutto a mò di Digos. A fatti accaduti, non contenti della figuraccia, gridano allo scandalo per un fantomatico “tentato assalto contro la sede di Azione Giovani […] con tanto di nuovo lancio di petardi, fumogeni, bottiglie e lattine di birra” e chiedendo di nuovo l’intervento di chi come loro da sempre svolge il ruolo di servo dei servi: la polizia. Ma com’è che quelli che tanto amano definirsi ribelli e non-conformi ora si appellano alla legalità?
E’ questa la nostra risposta a chi crede che a Firenze possano esistere zone franche per gli antifascisti e a chi dietro “nè rossi né neri” nasconde un piano di sdoganamento dei nuovi fascismi, che oggi riescono a far passare i propri contenuti razzisti anche nell’istruzione scolastica, che da quest’anno si macchierà della vergogna della classi divise per italiani e stranieri.
Al termine della manifestazione, conclusasi in piazza Savonarola, diverse persone sono state fermate da Digos e polizia, confermando l’accanimento della questura contro questa giornata e le lotte studentesche.
CONTINUIAMO PERCHE’ NON ABBIAMO PAURA!