Solidarietà ai/lle compagn* indagat* per Associazione a Delinquere: difendersi e contrattaccare.

La Rete dei Collettivi esprime la sua piena solidarietà ai compagni e alle compagne fiorentini/e per le ridicole accuse di Associazione a Delinquere che sono state a loro rivolte, e ribadisce per l’ennesima volta che fin quando i padroni e lo stato continueranno ad attaccare, noi continueremo a rispondere con ogni mezzo a nostra disposizione. In casi come questi, la solidarietà umana, ma soprattutto la solidarietà attiva, è l’arma più efficace che abbiamo: la logica del colpirne sei per educarli tutti con noi non ha mai funzionato, anche se pare che non l’abbiano ancora capito. Ci saremo stavolta come ci siamo sempre stati e non smetteremo di esserci, come è importante che ci siano tutti per, una volta per tutte, rompere l’isolamento che provano a costruirci intorno. Di seguito, il comunicato dello Spazio Liberato 400 Colpi.

L’indifferenza è complice, la solidarietà è un’arma.

Sulle indagini per l’Associazione a Delinquere ad alcuni compagni fiorentini

Associazione a delinquere con finalità eversive. E’ questa l’accusa che, a partire da alcune informative della Digos, viene rivolta ad alcuni dei nostri compagni e non solo. L’indagine va avanti già da sei mesi, ma il PM Coletta ha chiesto la proroga di altri mesi per la conclusione delle indagini nei confronti di sei degli indagati. Associazione a delinquere, per dei reati specifici che non vanno oltre il danneggiamento, l’oltraggio a pubblico ufficiale e la manifestazione non autorizzata.

Di questo siamo venuti a conoscenza solo oggi, con la prima notifica della richiesta di proroga della indagini, accompagnata dal recapito di svariate denunce “creative”, in cui in più di un caso viene contestata la partecipazione a tafferugli semplicemente mai verificatisi nella date in questione.

Loro la chiamano associazione a delinquere, noi diciamo: montatura giudiziaria!
Montatura giudiziaria ridicola quanto preoccupante. Ridicola per l’evidente inconsistenza del capo d’accusa. Preoccupante perchè è con indagini del genere che, se da un lato si cercano forzate scorciatoie giudiziarie per colpire i compagni attivi in città, dall’altro si punta a formalizzare la criminalizzazione delle lotte politiche e sociali e di chi ne è protagonista nelle scuole, nelle università, in città.

Non possiamo non renderci conto di come indagini come queste non siano riducibili a mere trovate originali della Digos locale, ma rispondono ad un chiaro progetto nazionale che vuole stringere la morsa intorno ai movimenti. Non è semplicemente la “repressione” ad avanzare, ma il conflitto sociale che, purtroppo, da molto tempo continua a vedere stato e padroni all’attacco. E’ per questo che vogliamo denunciare la repressione, moltiplicare e rafforzare gli strumenti di autodifesa, ma soprattutto da subito ripensare e rilanciare un iniziativa politica autonoma che attorno all’oggettività dei bisogni ricomponga un opposizione sociale capace di resistere e passare al contro-attacco.

La crisi incalza, e i padroni, che seppure fino ad ora siano riusciti ad uscirne rafforzati sotto molti profili, usandola a pretesto per sacrifici e ancora sacrifici, iniziano ad aver paura che la Francia possa ben presto passare le alpi e la rabbia esploda anche da queste parti.
Ecco. Rilanciare l’iniziativa politica su questo terreno crediamo sia la prima necessaria e significativa risposta da dare!
Non c’è tempo per il vittimismo, né possiamo permetterci una “lotta alla repressione” come rapporto conflittuale, ma privato, con lo stato.
Rompere l’isolamento in cui vogliono ghettizzarci, riuscire a farsi interpreti di una realtà sociale che manifesta sempre più potenzialità conflittuale nei confronti di un economia devastatrice (socialmente ed ecologicamente) e di una casta politica fatta di bunga-bunga e unità generale di intenti da destra a sinistra: usare la crisi per buttarlo (ancora di più) a quel servizio ai lavoratori, agli studenti, ai proletari.

Questa è la sfida.

I/le compagni/e dello Spazio Liberato 400Colpi

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