Comunicato del Collettivo Machiavelli-Capponi sui fatti di stamattina (18/11)

Questa mattina, venerdì 18 novembre, all’entrata del Machiavelli-Capponi si sono presentati tre militanti di Casaggì (di cui uno interno alla scuola) a distribuire volantini che pubblicizzavano un’iniziativa nella loro sede. Come d’abitudine, i ragazzi del collettivo hanno preso i cestini in mano e si sono posizionati nell’atrio per invitare la gente a buttare via i volantini, in piena libertà.

Il motivo per cui il collettivo è solito comportarsi in questo modo è che Casaggì porta avanti idee xenofobe, sessiste, razziste, definisce il 25 aprile una “festa carica di odio e di morte”, parlando delle donne scrive “quanto pagheremmo per vedervi, fragili come tutti gli altri, nella vostra intimità di mogli, di amanti o di partner”, sostiene “se tu sei italiano ed europeo, cristiano e bianco non puoi essere uguale a chi possiede tutt’altre caratteristiche”. Noi studenti e studentesse non tolleriamo che nella nostra scuola vengano diffusi volantini firmati e scritti da un gruppo di neofascisti, perché l’antifascismo è un valore in cui crediamo pronfondamente e in nome del quale lottiamo ogni giorno.

Dopo qualche minuto che i ragazzi del collettivo avevano i cestini in mano, uno dei tre militanti di Casaggì è entrato nell’atrio (con la complicità di quello interno alla scuola, che pur essendo a conoscenza del regolamento d’istituto non ha fatto niente per impedirlo) e ha tirato un calcio al cestino, che un ragazzo di seconda stava tenendo in mano, colpendogliela. Lo ha poi preso a spinte, e, come se non bastasse, ha messo le mani addosso anche ad una ragazza di quinta, che stava suggerendo alle persone di buttare i volantini.

Sono già settimane che i ragazzi del collettivo subiscono minacce da questi personaggi: “veniamo in venti e finisci in sedia a rotelle”, “ti metto in orizzontale”, addirittura minacce di schiaffi. Oltretutto, quando si è provato a cercare un confronto  politico con loro, la risposta è stata “i partigiani stavano a farsi le pippe sulle montagne”.

Stamani Casaggì ha dimostrato perfettamente, sia nelle parole sia nei fatti, quali siano i metodi dei militanti di quest’organizzazione: spinte e calci, minacce di “venti contro uno” sempre in assenza di qualsiasi contenuto politico.

Noi studenti del collettivo siamo convinti che ognuno abbia il diritto di esprimere la propria opinione. Ma, proprio in nome della libertà, dell’uguaglianza e del rispetto, non tolleriamo che volantini del genere circolino all’interno della nostra scuola, luogo in cui viviamo ogni giorno, socializzando, imparando e crescendo insieme, tanto più se distribuiti con queste modalità.

Abbiamo deciso di diffondere questa notizia per mettere sotto gli occhi di tutti questi fatti e ribadire la nostra opinione in merito. Invitiamo tutti gli studenti della scuola, venuti a conoscenza di quanto accaduto, a pensarci due volte prima di legittimare questi contenuti e questi individui all’interno della nostra scuola.

Collettivo Machiavelli-Capponi

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2 risposte a Comunicato del Collettivo Machiavelli-Capponi sui fatti di stamattina (18/11)

  1. Vanni scrive:

    Purtroppo capita di avere a che fare con questi individui nella vita, a scuola, in università.
    Continuate a portare avanti il lavoro che state facendo e non dategliela vinta MAI: come avete ribadito più volte, le loro azioni sono prive di contenuti ed è questa la loro più grande debolezza perché non hanno alcuna legittimazione. Antifascisti SEMPRE!.

  2. Giù il cappello davanti a Casaggì: riunendo tutti gli aspiranti scaldapoltrone dell'”occidentalismo” fiorentino, quelli (per intenderci)che fanno i “dirigenti giovanili” fino a trentacinque anni compiuti -età in cui non si sono ancora laureati- Casaggì aiuta innanzitutto a contarli.
    In secondo luogo, la spettacolarità delle idiozie commesse dai giovani spaghetti boys di via Frus(t)a aggiunge un pizzico di divertimento alla routine quotidiana di molte persone. Con campioni di questo genere, il “centrodestra” fiorentino può perfino fare a meno dei nemici.

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