GIOVEDI 17 NOVEMBRE CORTEO STUDENTESCO ORE 9 PIAZZA SAN MARCO

Perchè il 17 Novembre

Da oltre mezzo secolo, il 17 novembre è una giornata di grande rilevanza simbolica per gli studenti: il 17 novembre 1939 10 di studenti cecoslovacchi vennero uccisi ed altri 1200 deportati dall’esercito nazista a seguito di una manifestazione contro la guerra; lo stesso giorno del 1973, ad Atene, veniva sgomberato con la forza il Politecnico occupato (punto focale della protesta contro il governo fascista dei colonnelli), mentre all’esterno venivano assassinati 24 civili. Questa data è un’occasione per ricordare il sacrificio di coloro che hanno lottato per le proprie idee e per rilanciare le mobilitazioni studentesche.

Il 17 Novembre oggi

Oggi i diritti conquistati in anni di lotte studentesche (massificazione dell’istruzione, liberalizzazione dell’accesso all’università, istituzione di borse di studio…) ci vengono espropriati uno dopo l’altro, da ben prima della ratifica del Processo di Bologna, già dalla riforma Zecchino-Berlinguer fino a quella Gelmini, il diritto allo studio è sempre più trasformato in privilegio, in servizio da erogare sotto pagamento di tasse costantemente in aumento, a fronte di tagli che vedono scuole ed università ridotte a pezzi, sia per quanto riguarda l’offerta formativa che lo stato delle strutture stesse.

Per questo motivo oggi scendiamo in piazza: per ribadire che i diritti dobbiamo conquistarli giorno per giorno, per una scuola ed un’università pubbliche, gratuite, libere e di massa!

Privatizzazione dei beni comuni e tagli alla spesa sociale

Nonostante oltre il 50% degli italiani si sia espresso contro la privatizzazione dei beni comuni, nella fattispecie il 12 e 13 giugno contro quella dell’acqua, l’ondata di privatizzazioni prosegue: dall’ingresso delle S.p.a. nella gestione degli Atenei, fino alla privatizzazione di A.t.a.f., contro la quale oggi i lavoratori si stanno battendo.

La privatizzazione di A.t.a.f., voluta dal sindaco Renzi e dal presidente Bonaccorsi, si inserisce in un progressivo attacco ai servizi pubblici locali che fanno ricadere i costi su chi usufruisce ogni giorno dei mezzi pubblici (studenti, lavoratori e  pensionati) con l’aumento del biglietto, tagli alle linee periferiche e licenziamenti. Il tentativo di chiudere la casa di riposo per anziani Le Civette (con conseguente licenziamento di 73 lavoratrici), legato agli intenti speculativi sull’area pubblica di San Salvi, è un altro dei tanti esempi.

Studenti e lavoratori, un’unica lotta!

Vogliamo che la gestione di A.t.a.f., come di tutti i beni e servizi della comunità, escano dalle logiche e dalle dinamiche del mercato per essere gestiti nell’interesse di tutti, non di pochi. Per tutto ciò abbiamo deciso di legare le nostre lotte con quelle dei lavoratori nel giorno dello sciopero generale  indetto da COBAS e CUB (rimanendo in ogni caso, come studenti, fuori da qualsiasi controversia interna al sindacalismo di base): vista la drasticità della situazione, è quindi necessario fare fronte comune contro il massacro sociale imposto dall’Unione Europea e avallato dai governi nazionali.

Infatti la situazione alla quale assistiamo è questa: il salvataggio di banche private con fondi pubblici ha portato alla crisi dei debiti sovrani, costringendoci a subire pesanti misure di austerity per far pagare alle classi meno abbienti un debito che non è il loro; tagli che colpiscono ogni ambito dalla scuola al lavoro, dalla sanità al welfare (drastica riduzione dell’insegnamento di sostegno, privatizzazione dei nidi, ecc..); peggioramento delle condizioni di vita, repressione del dissenso.Recentemente il governo, ormai caduto e sostituito da un esecutivo con a capo Mario Monti (rettore alla Bocconi, uomo dei mercati e della banca U.S.A. Goldman Sachs) ha inviato una lettera d’intenti a Bruxelles, giudicata comunque insoddisfacente dai “mercati”, contenente numerosi provvedimenti antisociali quali:

  • Privatizzazione dell’Università, aumento delle tasse universitarie e introduzione dei prestiti d’onore (meccanismo col quale gli studenti meno abbienti si indebiteranno per migliaia di euro)
  • Divisione delle scuole in meritevoli ed immeritevoli attraverso l’estensione delle prove INVALSI come  strumento di valutazione
  • Innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni
  • Privatizzazione delle aziende controllate da enti territoriali e totale precarizzazione della condizione del lavoratore, reso ricattabile da licenziamenti facilitati e trasferimenti obbligati

Vogliamo davvero vivere in un mondo in cui tutto quel che conta è il profitto e dove i rapporti interpersonali sono fondati su competizione e sfruttamento?

 

 Abbiamo già pagato abbastanza, adesso presentiamo il conto!

 

Rete dei Collettivi Studenteschi Fiorentini, Collettivo Politico di Scienze Politiche, Collettivo di Lettere e Filosofia, Collettivo Nosmet, Collettivo d’Ingegneria Filodatorcere, Collettivo d’Agraria, ARK Collettivo di Architettura, Collettivo Rossomalpolo, Collettivo di Scienze, Collettivo di Medicina Codice Rosso, Studenti di Sinistra

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!TOMA LA CALLE! IL 15 OTTOBRE SCENDIAMO IN PIAZZA! [info pullman]

!TOMA LA CALLE!
IL 15 OTTOBRE SCENDIAMO IN PIAZZA!

Il 15 ottobre, raccogliendo il semplice appello dei movimenti spagnoli !TOMA LA CALLE! – Prendi la piazza, nelle principali città europee vi saranno manifestazioni e cortei contro le politiche economiche europee di tagli e sacrifici: diminuzione dei salari, licenziamenti e precarietà, tagli alle spese sociali e alle pensioni, alla sanità e all’istruzione, privatizzazioni e, dulcis in fundo, guerre e repressione. Queste sono le soluzioni che padroni, banche e governi vogliono imporre in questa crisi profonda del capitalismo, in Europa come nel resto del mondo.
Ma ovunque, mobilitazioni, iniziative e rivolte cercano di opporsi e resistere a queste ricette, rivendicando giustizia sociale, diritti ed autodeterminazione. Dalla resistenza tenace del popolo greco sotto attacco ormai da oltre due anni, alle rivolte in Egitto e Tunisia, dai movimenti spagnoli che dal maggio 2011 occupano le piazze, alle manifestazioni di New York e delle altre città negli USA, milioni di persone dicono BASTA alle guerre e un sistema economico in crisi che produce sempre più povertà e sfruttamento e impone sacrifici per quasi tutti e ricchezza per pochi.
Non ci sono le banche e gli speculatori finanziari cattivi a fronte di un sistema sano: è ormai, con tutta evidenza, il sistema stesso che va cambiato; non ci sono riforme possibili, compatibilità da accettare, responsabilità da prendersi nella gestione della crisi e delle politiche di sacrifici.
La nostra responsabilità, adesso, è proprio quella di rifiutare queste politiche, di indicare strade diverse, appunto incompatibili, rifiutare la socializzazione delle perdite mentre i principali responsabili della gestione di questo sistema continuano ad arricchirsi invocando misure drastiche a danno dei lavoratori. Le nostre risposte sono nelle strade, nelle scuole e sui luoghi di lavoro, fatte di mutuo soccorso, solidarietà e condivisione, coscienti che non esistono soluzioni individuali o falsi nemici su cui scaricare rabbia e frustrazioni come gli immigrati.
Le risposte dei padroni e dei governi sono invece sempre le stesse: la GUERRA per cercare di frenare la crisi in una pericolosa logica competitiva tra stati imperialisti; la REPRESSIONE per fermare la rabbia dei giovani, dei lavoratori e di tutti coloro che non ne vogliono più sapere di farsi sfruttare. I tanti arresti denunce in Italia, passando da quanto successo a Firenze la scorsa primavera, sono solo la rappresentazione interna di quello che accade a New York, con 700 fermi dei manifestanti contro Wall Street nella giornata del 2 ottobre o in Spagna, dove 12 attivisti del Movimento15M, protagonista delle mobilitazioni recenti, sono stati arrestati a Barcellona.
Il 15 ottobre anche noi saremo in piazza a Roma con altre migliaia  e migliaia di lavoratori, studenti e pensionati.

Saremo in piazza contro l’osceno governo Berlusconi ma anche contro le finte opposizioni, già allineate alle letterine ed alle imposizioni dettate dalla Banca Centrale Europea; saremo in piazza per denunciare il ruolo dei sindacati concertativi, che oggi scioperano e domani firmano i peggiori accordi con Confindustria, come quello del 28 giugno.
Saremo in piazza per dire che non è questa l’Europa che vogliamo e, uniti con tutti coloro che nel mondo lottano per una società diversa, a rappresentare la volontà di resistere e di costruire un’alternativa radicale ad un sistema marcio.
Il 15 ottobre scendiamo in piazza, raccogliamo l’appello per prendersi le piazze dei movimenti spagnoli, raccogliamo l’appello dei manifestanti greci a sollevarsi!

CONTRO IL CAPITALISMO PER UN MONDO SENZA PADRONI

Centro Popolare Autogestito fi-sud, Collettivo Politico Scienze Politiche,
Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos, Rete dei Collettivi, Fondo Comunista

 

——> PER CHI FOSSE INTERESSATO A VENIRE A ROMA

Il costo del pullman si aggira intorno a 10/15€, mandare un’email a rete@stronzi.org col vostro nome per prenotare un posto. Per favore, lo faccia solo chi è davvero intenzionato a venire, altrimenti rischiano di rimanere fuori altre persone.

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CORTEO STUDENTESCO 7 OTTOBRE – Il capitalismo E’ la crisi

Corteo Studentesco 7 ottobre da Piazza S.Marco, ore 9. A seguire GIORNATA IN PIAZZA , per una socialità alternativa. Cibo a prezzi popolari, musica e interventi.

IL CAPITALISMO NON E’ IN CRISI. IL CAPITALISMO E’ LA CRISI!

 

 

La base da cui partire è una coscienza collettiva, che possa fermare il processo di smantellamento dello stato sociale.
Processo che si sviluppa e si inasprisce per tutti gli aspetti della nostra vita, giustificato dalla crisi, ma che ha radici molto più profonde di quel che ci è detto.
A partire dal mondo dell’istruzione, il microclima nel quale siamo inseriti, ci sono molte riflessioni da fare, capaci poi di riflettere ciò che avviene sotto i nostri occhi. La bellezza del pensiero si manifesta nell’abilità di collegare e confrontare ciò che vediamo e conosciamo, ed è proprio questa abilità che dovrebbe essere coltivata all’interno della scuola ma, di fatto, è ostacolata da uno studio nozionistico e mnemonico. La curiosità innata che è dentro ognuno di noi è soffocata dal voto, metro di giudizio e di realizzazione dello studente, e dalla concorrenza, che nasce inevitabilmente con gli altri compagni.
L’unico modo per invertire questa tendenza è, da una parte, creare momenti di aggregazione, dibattito, confronto, coinvolgimento in esperienze pratiche e, dall’altra, instaurare un rapporto con la scuola che non sia frontale, ma di discussione reale.

Mentre queste sono le rivendicazioni degli studenti, il governo prende delle decisioni volute non dai cittadini, ma dal mercato internazionale, dai vertici dell’Unione Europea e dai proprietari del debito pubblico: le banche.
Negli anni, il mondo dell’istruzione, dalla materna fino all’università, è stato dilaniato da miliardi e miliardi di tagli e da riforme scritte dai ministri di turno, con il solo obiettivo di mascherare ciò che era dietro pagine e pagine di decreti legge: far affondare la scuola pubblica. E, con lei, tutto ciò che lo stato dovrebbe garantire, innanzitutto per giustificare la sua ragion d’essere: né quella di gendarme, né di specchio per le allodole.
Risalgono proprio a questa estate le manovre che sono state promulgate per calmare i mercati internazionali, allo scopo di ridurre drasticamente il debito pubblico accumulato in sessant’anni di storia.

Ma il capitalismo non può avere la cura, perché è la malattia.

Ci è stato detto che uscire dalla crisi sarà faticoso e che dobbiamo farlo. Come? Assistendo lobotomizzati ai tagli ai fondi pubblici e agli assegni per le famiglie e gli invalidi, all’aumento dell’IVA e dell’età pensionabile, a nuove guerre, alla privatizzazione di ciò che invece è di tutti, al congelamento per 10 anni dei contratti statali.
La chiamano manovra lacrime e sangue, quando questo non è che l’inizio. E’ solo la prima di una lunga lista, che vedrà la ristrutturazione dello stato sociale così come lo conosciamo.
Solo la seconda finanziaria prevede il taglio di 54 miliardi di euro, e queste sono le conseguenze. Vogliono farci pagare un debito su cui gli speculatori lucrano per accrescere i propri profitti:

NOI NON LO PAGHEREMO.

Come abbiamo visto susseguirsi, negli anni, la distruzione della scuola pubblica e della sanità, il peggioramento delle condizioni di lavoro dal modello Marchionne, ora tocca a tutti i settori dello stato sociale.

Quello che si è già delineato è un conflitto di cui noi dobbiamo essere i protagonisti, dalla scuola a tutti i contesti nei quali ci ritroviamo coinvolti. La coscienza che possediamo, che ci spinge ad analizzare la realtà e a reagire, si deve necessariamente massificare con il contributo di chiunque la senta propria e sia disposto a esprimersi in prima persona, convinto che la partita che stiamo giocando determinerà il nostro presente e il nostro futuro.

 

Rete dei Collettivi Fiorentini

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Due parole sulla polizia nelle strade…

Ore 22:30 circa, in una piazzetta vicino alla stazione centrale, accanto a uno dei mille pub di Firenze che festeggia il suo quarto compleanno…
Arrivano tre camionette della polizia, scortate da digos e altro personale, che obbligano decine di persone, sedute sugli scalini a sorseggiare la loro birra, a spostarsi dal sagrato della chiesa, “di proprietà del Vaticano”. La gente prova a spostarsi in piazza, ma nemmeno lì si può stare: è DEGRADO.
La piazza si svuota.
In un clima che già è pesante, con sgomberi continui, forze “dell’ordine” ovunque, tagli ai servizi pubblici, grandi negozi di multinazionali che spuntano come funghi… La polizia di Renzi ha introdotto un nuovo reato: sedersi per strada, chiacchierando e stando insieme, che da oggi prende ufficialmente il nome di degrado ed è vietato dalla legge.
A buon intenditor poche parole…
A chi ci vieta di condividere e collettivizzare, di goderci la nostra città in santa pace, rispondiamo una sola cosa: noi siamo Vivi, e ogni giorno resisteremo, per rendere Vivo tutto ciò che ci appartiene. Strade, e Piazze, in primis.

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SCIOPERO GENERALE: Spezzone Anticapitalista

SPEZZONE ANTICAPITALISTA AL CORTEO DEI SINDACATI DI BASE. ORE 9 P.ZZA SS.ANNUNZIATA

C’è crisi? Il capitalismo non può avere la cura, perché è la malattia

Sono mesi che sentiamo parlare di “crisi”, della “necessità di tornare a crescere”, di “modernizzazione”, di “sacrifici nell’interesse della nazione”. Concetti che ci parlano di problemi da risolvere sulla base di un fantomatico “interesse comune”. E’, però, chiaro che quando la coperta è troppa corta, se copri da una parte, scopri dall’altra e governanti, padroni e media tentano sempre di coprire sé stessi.

La ricetta è semplice: privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite.

Con la scusa dell’urgenza e dell’instabilità, industriali e banchieri ne approfittano per proseguire nell’opera di privatizzazione delle imprese statali e di svendita dei beni pubblici, per cancellare lo Statuto dei Lavoratori, per derogare al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (applicando, di fatto, il “modello FIAT” di Marchionne a tutti i settori), per licenziare più facilmente (abolendo per decreto l’art.18), per innalzare l’età pensionabile e, con la scusa di un finto rilancio della produttività, abolire le festività nazionali non religiose come il 25 aprile, il 1 maggio e il 2 giugno. Si tenta di distruggere per sempre diritti acquisiti con anni di dure lotte, smantellando quel che resta dello stato sociale.
Il problema non risiede nella crisi, ma nel sistema economico da cui scaturisce.
Non sarà un mutamento di governo che cambierà la situazione: chi sfrutta in nome del profitto, delocalizza in cerca di manodopera ricattabile a minor costo, reprime, scatena guerre, specula e inquina in nome del mercato e della concorrenza, appartiene, infatti, ad entrambi gli schieramenti.

Non sono Lorsignori che devono spiegarci la crisi e farcela vivere dalle colonne dei loro giornali o dalle immagini dei loro programmi televisivi.
Sappiamo benissimo quali sono i luoghi dove subiamo lo sfruttamento, che siano l’ufficio, il cantiere o la fabbrica e conosciamo per nome e cognome i nostri aguzzini, pronti oggi a chiederci lo straordinario e domani a darci il ben servito.
Sappiamo che è all’interno della scuola e dell’università che veniamo progressivamente privati della coscienza critica e “formati” in modo tecnico e nozionistico, abituati all’egoismo e alla concorrenza, privati degli spazi di socialità e collettivizzazione.
Sappiamo quali sono i servizi di cui è privo il nostro quartiere o quelli che ieri c’erano e oggi non ci sono più.
Lavoro, Scuola, Università e Territorio: spazi all’interno dei quali rilanciare il nostro protagonismo perché solo così saremo capaci di far fronte comune all’attacco che stiamo subendo.
In questo contesto non è un caso che il taglio dei 28 miliardi delle spese militari non sia argomento di discussione: la guerra, domani più di quanto non sia stata in passato, sarà la logica prosecuzione della politica, non solo nei teatri di guerra dove sfrecciano i caccia e avanzano i carri armati, ma anche sui nostri territori.
In quest’ottica è necessario riallacciare quei legami che stanno tentando in ogni modo di distruggere: esprimiamo quindi la nostra solidarietà al CoBas della Richard-Ginori ed in particolare ai tre lavoratori colpiti da provvedimento disciplinare con la sospensione dal lavoro, “rei” di aver messo in cattiva luce l’azienda, così come a tutti coloro che sono colpiti dalla repressione. Nella fase attuale, ancor più di prima, è necessario, infatti, diffondere ed organizzare la solidarietà.
Non saremo al fianco né dell’industriale che lavora per accrescere il suo profitto, né di governi che chiamano al sacrificio nazionale, né del sindacato accondiscendente al padrone.
Saremo al fianco di chi lotta per cambiare questa realtà, di chi subisce questa crisi in ogni aspetto della sua vita, di chi questo sistema non lo vuole riformare, ma abbattere.

Centro Popolare Autogestito Firenze Sud, Collettivo Politico Scienze Politiche, Rete dei Collettivi Fiorentini, Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos, Fondo Comunista

 

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APERICENA RCF * 18ESIMO SCUP&PINZA * BENEFIT ARRESTI

informazioni
In occasione del 18esimo di una delle Zingare del Deserto e di un compagno del Collettivo SIL Michelangiolo, la Rete dei Collettivi ha l’onore di presentare:

APERICENA AL CPA FI-SUD, prezzi popolari e buona musica!

Ci delizieranno:
YOUTHMAN SELECTOR NYABINGHI PON DI MIC (dj set reggae)
LE ZINGARE DEL DESERTO (dj set trash)

I soldi della serata saranno utilizzati per le spese legali riguardanti i fatti del 4 maggio e del 13 giugno, per maggiori (contro)informazioni: retecollettivi.noblogs.org

DON’T MISS!

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