CORTEO STUDENTESCO 7 OTTOBRE – Il capitalismo E’ la crisi

Corteo Studentesco 7 ottobre da Piazza S.Marco, ore 9. A seguire GIORNATA IN PIAZZA , per una socialità alternativa. Cibo a prezzi popolari, musica e interventi.

IL CAPITALISMO NON E’ IN CRISI. IL CAPITALISMO E’ LA CRISI!

 

 

La base da cui partire è una coscienza collettiva, che possa fermare il processo di smantellamento dello stato sociale.
Processo che si sviluppa e si inasprisce per tutti gli aspetti della nostra vita, giustificato dalla crisi, ma che ha radici molto più profonde di quel che ci è detto.
A partire dal mondo dell’istruzione, il microclima nel quale siamo inseriti, ci sono molte riflessioni da fare, capaci poi di riflettere ciò che avviene sotto i nostri occhi. La bellezza del pensiero si manifesta nell’abilità di collegare e confrontare ciò che vediamo e conosciamo, ed è proprio questa abilità che dovrebbe essere coltivata all’interno della scuola ma, di fatto, è ostacolata da uno studio nozionistico e mnemonico. La curiosità innata che è dentro ognuno di noi è soffocata dal voto, metro di giudizio e di realizzazione dello studente, e dalla concorrenza, che nasce inevitabilmente con gli altri compagni.
L’unico modo per invertire questa tendenza è, da una parte, creare momenti di aggregazione, dibattito, confronto, coinvolgimento in esperienze pratiche e, dall’altra, instaurare un rapporto con la scuola che non sia frontale, ma di discussione reale.

Mentre queste sono le rivendicazioni degli studenti, il governo prende delle decisioni volute non dai cittadini, ma dal mercato internazionale, dai vertici dell’Unione Europea e dai proprietari del debito pubblico: le banche.
Negli anni, il mondo dell’istruzione, dalla materna fino all’università, è stato dilaniato da miliardi e miliardi di tagli e da riforme scritte dai ministri di turno, con il solo obiettivo di mascherare ciò che era dietro pagine e pagine di decreti legge: far affondare la scuola pubblica. E, con lei, tutto ciò che lo stato dovrebbe garantire, innanzitutto per giustificare la sua ragion d’essere: né quella di gendarme, né di specchio per le allodole.
Risalgono proprio a questa estate le manovre che sono state promulgate per calmare i mercati internazionali, allo scopo di ridurre drasticamente il debito pubblico accumulato in sessant’anni di storia.

Ma il capitalismo non può avere la cura, perché è la malattia.

Ci è stato detto che uscire dalla crisi sarà faticoso e che dobbiamo farlo. Come? Assistendo lobotomizzati ai tagli ai fondi pubblici e agli assegni per le famiglie e gli invalidi, all’aumento dell’IVA e dell’età pensionabile, a nuove guerre, alla privatizzazione di ciò che invece è di tutti, al congelamento per 10 anni dei contratti statali.
La chiamano manovra lacrime e sangue, quando questo non è che l’inizio. E’ solo la prima di una lunga lista, che vedrà la ristrutturazione dello stato sociale così come lo conosciamo.
Solo la seconda finanziaria prevede il taglio di 54 miliardi di euro, e queste sono le conseguenze. Vogliono farci pagare un debito su cui gli speculatori lucrano per accrescere i propri profitti:

NOI NON LO PAGHEREMO.

Come abbiamo visto susseguirsi, negli anni, la distruzione della scuola pubblica e della sanità, il peggioramento delle condizioni di lavoro dal modello Marchionne, ora tocca a tutti i settori dello stato sociale.

Quello che si è già delineato è un conflitto di cui noi dobbiamo essere i protagonisti, dalla scuola a tutti i contesti nei quali ci ritroviamo coinvolti. La coscienza che possediamo, che ci spinge ad analizzare la realtà e a reagire, si deve necessariamente massificare con il contributo di chiunque la senta propria e sia disposto a esprimersi in prima persona, convinto che la partita che stiamo giocando determinerà il nostro presente e il nostro futuro.

 

Rete dei Collettivi Fiorentini

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