Tav, sequestrata la talpa per la costruzione del sottoattraversamento di Firenze

notavfi2PRESIDIO GIOVEDì 24 GENNAIO ALLE 16.30 IN VIA CAVOUR SOTTO PREFETTURA, PROVINCIA E REGIONE!

Qualche giorno fa a Firenze i media hanno diffuso la notizia del sequestro della “talpa” che doveva essere usata per scavare un tunnel lungo 7,5 km nella nostra città.
Il sequestro del macchinario è l’ennesima dimostrazione della presenza della criminalità organizzata nella costruzione di un progetto che rappresenta, come abbiamo più volte ribadito, uno spreco di soldi improponibile di fronte ai sacrifici imposti di questi tempi ai cittadini. Un’opera estremamente dannosa per l’ambiente, come la tratta del Mugello insegna, ed inutile, poichè darà beneficio solo alle classi più agiate e andrà a favorire le imprese mafiose che attraverso la realizzazione della rete ad alta velocità continuano ad aumentare il proprio profitto.
Dopo il sequestro, le varie istituzioni stanno cercando di tirarsi fuori dai problemi, difendendo però il progetto sul quale tutti sembrano intenzionati a puntare. Ancora una volta mettono il proprio benessere davanti al benessere dei cittadini. Ancora una volta mettono il proprio profitto contro gli interessi e i bisogni dell’intera collettività, ma così come in Val Susa noi non c’arrenderemo.
Ancora una volta contro gli interessi di padroni e mafiosi.
Ancora una volta con la determinazione di chi vuole vincere.

NO TUNNEL!
NO TAV!

Rete dei Collettivi Fiorentini

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No alla guerra in Mali!

npa.vs.warVenerdì 11 Gennaio la notizia dell’inizio dell’operazione “Serval”, l’invasione del Mali da parte della Francia, è stata accolta con gran piacere da tutte le forze occidentali che si sono anche dette pronte a dare supporto logistico, Italia in primis. La “lotta al terrorismo” ha trovato la sua ennesima tappa in un paese dell’Africa centro-settentrionale in cui le cellule di fondamentalisti islamici stanno progressivamente guadagnando terreno.
Hollande rivela di nuovo, dopo la mancata rescissione dell’accordo per la tratta TAV Torino-Lione, che il motto “le changement c’est maintenant” è pressoché privo di contenuti. Se  l’annuncio del ritiro delle truppe dall’Afghanistan poteva sembrare uno spiraglio di luce, questa nuova offensiva militare in cui saranno impiegati cierca 2500 soldati dimostra l’inconsistenza di tale provvedimento, considerando sia il mantenimento della matrice imperialista che detta la necessità dell’impiego della forza, sia la congruenza tra il numero di soldati ritirati e reimpiegati nell’arco di poche settimane. Pare evidente la necessità di tenere in vita il settore bellico, di cui le banche sono le maggiori sostenitrici, per non creare un vuoto economico e allo stesso tempo l’interesse a mantenere costante la presenza di un nemico mediatico con il quale diffondere paura e raccogliere consensi.
Questi dati ci portano ad affermare che non c’è cambiamento quando la guerra viene scelta come unica e sola possibilità di risoluzione delle controversie, confermando la tradizione militare della Francia che a partire dall’indomani del 1789 cercò di disseminare in tutto il mondo i valori universali della rivoluzione francese, portandola a costruire un  vastissimo impero coloniale di cui la Françafrique era solo una parte e convincendola a insanguinare con le proprie armi decine e decine di paesi, dall’Algeria al Vietnam, dalla Costa d’Avorio all’Afghanistan.
Non c’è cambiamento quando ci si sposta da uno stato strategico (Afghanistan) ad un altro (Mali), fondamentale per i vicini giacimenti di uranio che l’Areva sfrutta per alimentare circa un terzo delle centrali nucleari francesi, importante per stabilire nuove alleanze in un’area in cui l’antioccidentalismo si sta diffondendo e per ricreare gli equilibri che le primavere arabe hanno revocato.
Non c’è sicuramente cambiamento quando i blitz aerei in stile Libia continuano a causare decine (e a breve centinaia) di vittime civili, terreni devastati e popoli sfollati.
Le domande nascono spontanee: se la crisi in Mali è cominciata circa un anno fa, come mai solo nel 2013, avvicinandosi il ritiro dall’Afghanistan, si è presa in cosiderazione l’idea di interessarsi in modo attivo della situazione? Vista la paura dei fondamentalisti islamici e dei “terroristi”, perché non dimostrano interesse nel combatterli impedendo lo svilupparsi di situazioni come quella attuale? Perché i finanziamenti  per le missioni di pace non vengono tradotti in aiuti umanitari?
E’ necessario condannare fermamente quest’ennesima guerra in nome della democrazia e ribadire la necessità di terminare immediatamente tutte le guerre imperialiste di cui gli stati europei e nordamericani si stanno rendendo colpevoli per soddisfare quella sete di dominio politico ed economico nei confronti dei paesi extraoccidentali.

BASTA GUERRE ! BASTA IMPERIALISMO !
RITIRARE LE TRUPPE PRESENTI IN MALI E NON CONCEDERE SUPPORTI LOGISTICI !

                                                                           Collettivo Autorganizzato Machiavelli-Capponi
Rete dei Collettivi Fiorentini

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Nonostante la repressione della Polizia, interrotta la lectio magistralis di Visco al Polo di Novoli!

visconovoli1812Oggi, 18 gennaio 2013, un folto numero di studenti medi ed universitari si è riunito in presidio sotto l’edificio D6 del polo delle scienze sociali di Novoli, per contestare la presenza alla “lectio magistralis –  ruolo, responsabilità, azioni della banca centrale nella lunga crisi” del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco.
Da sempre contrari ad austerità, privatizzazioni e tagli, anche questa volta abbiamo voluto ribadire che non accettiamo che a parlarci di come si esce dalla crisi sia il governatore di Bankitalia, ovvero chi è parte attiva e integrante nella generazione di questa crisi e ne scarica i costi sulle classi subalterne.
Bankitalia ha ricoperto e ricopre sicuramente un ruolo non secondario: nata come banca centrale controllata dallo stato, viene poi aperto ai soggetti privati con il DPR del 12/12/2000 modificando lo statuto ed eliminando la norma che stabiliva che la maggioranza delle quote di partecipazione al suo capitale fosse in mano statale. Oggi il 94% di Bankitalia è in mano a banche commerciali private ( tra cui Intesa San Paolo con il 30% e Unicredit col 22%). Tra le sue funzioni infatti c’è quella di controllo delle politiche monetarie e di attuazione delle linee della Banca Centrale Europea, oltre a varie consulenze per il governo. Visco in una recente intervista ha auspicato la formazione di un governo che prosegua il percorso di austerità e di riduzione dei vincoli per banche e imprese. Ha  dimostrato così,  come la maggior parte dei candidati premier per le prossime politiche, di voler seguire alla lettera l’Agenda Monti, applicazione in Italia delle direttive Bce e della minacciosa lettera che Trichet inviò il 5 Agosto: questa indicava come via d’uscita dalla crisi una serie di cosidette “riforme strutturali” tra cui svendita e privatizzazione dei servizi pubblici, distruzione del CCNL, libertà di licenziamento, neutralizzazione dell’articolo 18, tagli all’istruzione, alla sanità, alla previdenza sociale, alle pensioni. Quindi non potevamo accettare che uno dei responsabili e promotori di una università privata e classista, sostenitore dell’austerity, venisse a fare propaganda al Polo di Novoli.
Esattamente come due giorni fa, mentre il Senato Accademico nominava tra i membri esterni del Cda due rappresentanti di Confindustria, anche oggi ci siamo trovati l’ingresso dell’Aula sbarrato da uno schieramento di Digos, pronto a difendere l’ennesima iniziativa di propaganda dei padroni. Di fronte alla nostra determinazione di impedire questo convegno la Digos ha reagito con violenza, con spintoni, calci e pugni, mentre il Rettore Tesi, lo stesso che due giorni fa ha fatto militarizzare il Senato Accademico che svendeva l’università fiorentina, ci proponeva  lo spazio per un intervento, inutile e ininfluente contentino. Allontanati brutalmente, ci siamo diretti verso le aule studio e la biblioteca per denunciare agli altri studenti l’ennesimo atto violento da parte della Digos , nello spazio di pochi giorni, contro chi non si rassegna di fronte alla distruzione del proprio futuro.

Non saranno nè violenza nè repressione a fermare la nostra lotta!

 

FUORI BANCHIERI, PADRONI E POLIZIA DALL’UNIVERSITA’!

CHE LA CRISI LA PAGHI CHI L’HA GENERATA!

PER UN’ISTRUZIONE LIBERA DALLE LOGICHE DEL PROFITTO!

 

Collettivo Politico Scienze Politiche
Collettivo Scientifico Autorganizzato
Rete dei Collettivi Fiorentini
Iskra Sesto Fiorentino
Collettivo Quattordici Dicembre Prato
Collettivo Studentesco Rivoluzionario

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Università privatizzata e militarizzata!

Nella mattina di oggi, 16 Gennaio, si è riunito, all’interno del rettorato rettorato160113fiorentino, il senato accademico al gran completo per nominare i 3 membri esterni del consiglio amministrativo di ateneo, come voluto dalla legge Gelmini. Come studenti in lotta da anni contro la privatizzazione e la conseguente aziendalizzazione del sistema formativo in toto, non ultima l’università, abbiamo ritenuto imprescindibile un nostro intervento nel tentativo di bloccare il meeting di affari in cui stavano decidendo a chi svendere il nostro futuro. In piazza ci siamo trovati davanti polizia e camionette e una volta entrati ci siamo diretti subito verso la sala della riunione: là sulla porta abbiamo trovato una schiera di agenti digos, intervenuti sotto richiesta di, udite udite, Alberto Tesi, il “Gran rettore” della nostra università. Questa non è altro che l’ennesima dimostrazione della poca importanza che viene data alla voce di noi studenti, costretti a rimanere fuori dai processi decisionali che ci riguardano in prima persona. Al nostro tentativo di entrare sono subito partite alcune spinte e intimidazioni da parte dei “funzionari dell’ordine”, ben felici di svolgere la loro missione repressiva nei confronti di chi esprime dissenso e opposizione politica. Il senato accademico si è dunque svolto con un sottofondo di cori di denuncia nei confronti di chi ci vuole docili e sottomessi, efficienti macchine produttive di crediti universitari ora, e futuri lavoratori precari poi, sempre dominati dalla schiacciante logica del profitto. A niente valgono le timide giustificazioni di alcuni docenti, che si sono nascosti dietro “l’ineluttabilità” della legge, prestandosi alla votazione che ha permesso a CONFINDUSTRIA di coronare il suo sogno: dopo anni di accordi formativi su progetti di tesi e di ricerca e sporadici finanziamenti, può comodamente sedersi sulla sua poltrona e amministrare direttamente i suoi investimenti in capitale umano, noi studenti. Dei nuovi 3 membri eletti, 2 provengono da Confindustria mentre il 3° dalla direzione del Mibac, al ministero. La retorica del merito che tanto hanno pubblicizzato in questo regime di crisi mostra il suo vero volto : quando si tratta di metterci all’asta siamo tutti carne da macello, merce da vendere al miglior offerente, chiunque esso sia.

Oggi in quella sala a porte chiuse, dopo anni e anni di riforme e provvedimenti, hanno formalizzato l’acquisto dei nostri saperi: hanno finito di comprare le nostre vite da studenti, come se non bastasse la precarietà e lo sfruttamento nei posti di lavoro, la svendita di quel poco che rimane del sistema di welfare, le lacrime e il sangue versati in questa ennesima crisi strutturale come ogni giorno, la repressione nei confronti di chi osa alzare la testa e lottare contro tutto questo.

PER UN’UNIVERSITA’ E UN LAVORO LIBERI DAL PROFITTO,
I DIRITTI NON SI MERITANO SI CONQUISTANO!

FUORI I PRIVATI DA SCUOLE E FACOLTA’!

Collettivo Politico Scienze Politiche
Collettivo Agraria Firenze
Rete dei Collettivi Fiorentini
Iskra Sesto Fiorentino
Collettivo Scientifico Autorganizzato

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18 GENNAIO H 15.00 POLO DI NOVOLI PRESIDIO CONTRO IL GOVERNATORE DI BANKITALIA, VISCO

PRESIDIO CONTRO LA PRESENZA DEL GOVERNATORE DELLA BANCA D’ITALIA IGNAZIO VISCO – Venerdì 18 Gennaio, ore 15, Polo delle Scienze Sociali, Edificio D6

visconovoli1912Il governo Monti è stato chiaramente un’espressione di industriali, banchieri e gruppi di pressione, ovvero di quegli attori che da sempre hanno un ruolo cruciale nell’attuazione delle politiche antisociali e nella gestione delle “crisi sistemiche” del capitalismo.

In tutto questo, Bankitalia ha ricoperto e ricopre sicuramente un ruolo non secondario: nata come banca centrale controllata dallo Stato, viene poi aperta ai soggetti privati con il D.P.R. 12 dicembre 2006,modificando lo statuto ed eliminando la norma che stabiliva che la maggioranza delle quote di partecipazione al suo capitale fosse in mano statale. Oggi il 94% di Bankitalia è in mano a banche commerciali private (tra cui Intesa san Paolo col 30% e Unicredit col 22%).

Tra le sue funzioni infatti c’è quella di controllo delle politiche monetarie e di attuazione delle linee della Banca Centrale Europea, oltre a varie consulenze per il Governo. Mario Draghi, attuale presidente della Bce, nella sua ultima relazione da governatore della Banca d’Italia fissava come obiettivi il pareggio di bilancio e il taglio della spesa pubblica del 5%, poco prima di firmare insieme a Jean Claude Trichet la famosa lettera inviata al Governo Italiano il 5 agosto, la quale indicava come via di uscita dalla crisi una serie di cosiddette “riforme strutturali”che noi preferiamo definire macelleria sociale: totale svendita e privatizzazione dei servizi pubblici, preminenza degli accordi aziendali sul contratto collettivo (CCNL), libertà di licenziare per le aziende, aumento dell’età pensionabile, svendita del patrimonio pubblico, criteri più rigidi per l’accesso alle pensioni di anzianità, riduzione dei salari dei dipendenti pubblici. In definitiva, la soluzione ai problemi che attanagliano l’economia italiana, secondo Bankitalia e Bce, è scaricare sulle classi subalterne i costi della “crisi”.     Non è difficile immaginare, quindi, cosa abbia da dirci il neo governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, invitato dall’Università di Firenze per tenere una lectio magistralis al Polo di Novoli su“Ruolo, responsabilità, azioni della Banca centrale nella ‘lunga’ crisi”.
Non possiamo accettare che si spacci per neutrale un’iniziativa che in realtà ha il solo scopo di creare consenso, anche attraverso il valore accademico della stessa, intorno alle ulteriori misure antipopolari che i prossimi governi attueranno proseguendo alla lettera l’operato del Governo Monti: nessuno dei maggiori candidati alla Presidenza del Consiglio ha infatti preso le distanze dalla cosidetta “Agenda Monti”, tantomeno Visco, il quale anche in recenti interviste ha auspicato la formazione di un governo che prosegua il percorso di austerità e di riduzione dei vincoli per banche e imprese.
Non possiamo accettare che a parlare di crisi e di soluzioni “possibili” sia chi rappresenta proprio quegli stessi interessi che la “crisi” l’hanno generata.
Non possiamo accettare, come studenti e lavoratori, di sentirci propinare le solite ricette neoliberiste, fatte di privatizzazioni, riduzioni dei diritti e peggioramento delle condizioni di vita delle classi subalterne.
Per ben due volte Visco, a contestazioni già annunciate, non si è presentato: anche stavolta è compito nostro dare voce a quel fronte che non accetta l’austerità impostaci dai generatori di crisi.

La lezione (ve) la facciamo noi!

VENERDì 18 GENNAIO ORE 15
POLO DELLE SCIENZE SOCIALI EDIFICIO D6

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Studenti e operai uniti nella lotta: la Ginori non si tocca!

Oggi, 7 Gennaio 2013, l’azienda di produzione ceramiche Richard-Ginori di Sesto Fiorentino è stata dichiarata fallita dal tribunale di Firenze. Noi studenti, insieme ai lavoratori Richard-Ginori e non  ci siamo riuniti dapprima davanti al tribunale e poi sotto la regione toscana per chiedere una presa di posizione alla giunta regionale; in seguito gli operai e le operaie si sono poi ritrovati in fabbrica dichiarandone l’occupazione ad oltranza. Noi come studenti e “futuri” lavoratori esprimiamo la massima solidarietà alle maestranze e ai dipendenti ex-Richard-Ginori.

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La questione Ginori sembrava quasi risolta: Lenox e Apolum avevano fatto l’offerta migliore e l’azienda era già pronta a ripartire. Tutti i creditori avevano ritirato l’istanza di fallimento. Tranne uno che, nonostante fosse creditore privilegiato,  ha deciso di far proseguire l’iter del fallimento: non ci spieghiamo quale logica ci possa essere dietro questa scelta,ma ci viene spontaneo sospettare  di qualche manovra speculativa poco chiara.

Stamattina i lavoratori della Ginori erano in presidio davanti al tribunale di Firenze, quando è arrivata la notizia della dichiarazione del fallimento. Noi eravamo lì con loro spinti dalla volontà di mostrare solidarietà e anche per dare un segnale chiaro della necessità che studenti e lavoratori si uniscano e facciano fronte compatto contro le politiche neoliberiste e di azzeramento dei diritti nel mondo del lavoro, dall’annichilimento dell’articolo 18 fino alla distruzione del Ccnl e tagli alla spesa sociale proprio mentre i lavoratori si trovano ,in termini di occupazione, salario e tasse, in una posizione di estrema debolezza.
Subito ci siamo diretti coi lavoratori in Regione dove il Segretario del Presidente Rossi ha fissato un incontro per domani mattina e saremo sicuramente presenti per seguire da vicino il proseguirsi della vicenda.
Infine ,una volta sfumata anche l’ipotesi di affittare a Lenox l’azienda per far ripartire almeno temporaneamente la produzione, c’è stata la decisione dei lavoratori di occupare ad oltranza l’azienda,  scelta disperata, ma necessaria di fronte alla quasi totale mancanza di prospettive e soluzioni plausibili.

 Per quanto riguarda la cassintegrazione, che scadeva oggi per i lavoratori Ginori, essa verrà prorogata per altri tre mesi; i lavoratori verranno messi anche in mobilità  prima che, allo scadere della proroga della cassaintegrazione, si riapra l’asta per l’acquisto dello stabilimento.

 Siamo vicini ai lavoratori della Ginori, seguiamo già da tempo la loro vertenza, e continueremo a seguirla, essendo parte attiva anche dell’occupazione della fabbrica stessa e garantendo pubblicità e sensibilizzazione sulla loro vicenda. Cosa che già facciamo stando a fianco anche degli autisti Ataf e di altre realtà di lavoratori in lotta e con i quali ci auguriamo un sempre più ampio e compatto fronte di lotta, perchè al di là delle particolarità delle singole vertenze, la ristrutturazione del Capitale in atto colpisce tutti i lavoratori, di tutti i settori, colpisce le nostre famiglie, colpisce l’università e la scuola, sempre più piegate agli interessi dei privati e volte a produrre manodopera pronta allo sfruttamento. Rigettiamo la guerra tra generazioni, tra garantiti e non garantiti, che il Governo Monti con la complicità di Centro-destra e Centro-sinistra ha provato a diffondere: respingiamo al mittente ogni tentativo di frammentare e dividere il fronte delle fasce più deboli della popolazione.

Con la convinzione che sia necessario essere solidali con gli operai della Ginori ed unire le lotte di studenti e lavoratori, vi invitiamo all’assemblea e all’aperitivo che si terranno Mercoledì 9 Gennaio alle 18 alla Richard-Ginori occupata

A FIANCO DEI LAVORATORI GINORI

SOLO LA LOTTA PAGA!

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